Roccia Ruvida: 404

Beh devo dire che se in genere sono corroso dalla curiosità di conoscere la genesi di un nome, questa volta ho voluto sfacciatamente non chiederlo. E non ne conosco bene la ragione. Fatto sta che, lasciatevelo dire, è un nome decisamente poco comodo dal punto di vista mediatico. E se è vero che oggi tutto è figlio del mondo estetico delle vetrine, direi che non è un problema di poco conto. Sono i 404, ovvero il duo composto da Massimo De Bellis e Giuseppe Buongiorno. Sono romani ma questo disco sa di quella Manchester anni ’90, della nostra adolescenza, del nostro modo romantico di vedere le cose. Un disco come “Black glass of Gin” è sicuramente il rimestare di tante cose già sentite… personalità? Sicuramente… ma ecco, non è la prima cosa che arriva. O forse devo riascoltarlo ancora…

Ancora uno sguardo al passato. Caspita questa volta in modo prepotente. Ma perché? Rimettere in gioco le formule vincenti col senno di poi è facile vero?

Perché se è vero che nel calcio per andare sul sicuro si ricorre al tanto bello e facile “catenaccio”, perché dovremmo metterci proprio noi a inventare l’acqua calda nella musica. Poi se è vero che ci rifacciamo ai fratelli Gallagher, vuoi che il nostro sguardo non sia prepotente!

Che poi quel suono e quella forma canzone veniva anche da un certo gusto per la moda che oggi ormai è defunto: cosa vi fa pensare che possa funzionare oggi?

Tutto torna, in particolare nella moda. Prima era il periodo in cui si copiavano gli anni ’70, poi è arrivato il turno degli anni ’80, ora grazie ai 404 ci sarà un revival dei ’90!

Un duo a far tutto questo suono? Insomma evviva la tecnologia… ecco gli Oasis lavoravano con le proprie mani… voi con i computer?

Insomma, abbiamo suonato un bel po’ di strumenti, compresi il synth a cui forse fai riferimento. Rispetto a tanti dischi che girano ora, tutto ci potete dire tranne che il nostro non sia suonato da strumenti convenzionali. Poi in realtà negli Oasis erano più che altro le mani di Noel Gallagher a lavorare, gli altri non è che facessero molto.

Ma in tutto questo, che c’entra il Gin? Proprio l’ultima cosa che mi sarei atteso per un disco del genere…

Beh se è vero che ci rifacciamo al mondo britpop, si sa che il gin tonic sia la bevanda per eccellenza di quel mondo. Anche la Regina Elisabetta tutte le sere alle 18 si beveva un bel gin tonic come aperitivo. Quindi non posso altro che dirti “I’m feeling supersonic, give me gin and tonic”.

E come sempre chiudiamo questa conversazione abbassando l’ascia di guerra… e grazie per aver partecipato al gioco. Spesso “Black Glass of Gin” ci regala visioni cinematica… se fosse un film? Ci avete pensato? O l’avete solo “citato” nella chiusa del disco?

Bella domanda… in effetti potrebbe essere un bel film in cui si potrebbero mescolare le tipiche situazioni al limite del grottesco dei film di Tarantino con una qualche storia di ragazzi alla ricerca dei propri sogni ambientata in qualche piovosa città inglese. Alla fine per certi versi la “storia” dei 404 è sempre stata al limite tra situazioni assurde e ricerca e raggiungimento dei sogni, compresa l’uscita di Black Glass of Gin. Non so se rendo l’idea, ma credo potrebbe essere un film del genere… magari sarà proprio così il decimo di Tarantino!

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