Roccia Ruvida: Giacomo Casaula
E come sempre alla domanda su Spotify cosa riesce bene fare? scaricare sul capitalismo. E questa volta, teatralmente, citando cose opportune. Ma lor signori siano mi dicano: il capitalismo non esiste perché siamo noi a spendere? Il problema è che Spotify esiste o che tutti noi paghiamo per esserci dentro? Non la capirò mai… so solo che ogni volta, a questa domanda, si scappa di lato per non rispondere. Giacomo Casaula poi a questo mondo “sintetico” dedica un disco dal titolo (appunto) “Amore sintetico”. E lui che di musica e teatro vive, certo resta il peso di avere un mondo sintetico non fatto di anime e non fatto di pelle. O quanto meno, a questo si arriverà. Le solite domande velenose… con i cantautori, su trame classiche poi, mi piace molto di più…
Ancora i cantautori… siamo in preda al futuro delle intelligenze artificiali e ancora ci sono canzoni di pop classico che parlano d’amore. Ma interessa ancora a qualcuno?
Credo che finché ci sia un’urgenza comunicativa violenta, possa esserci anche un pubblico di riferimento. Può essere una nicchia o una platea più estesa, l’importante è quel filo magico che riesce a crearsi, per dirla in gergo teatrale, tra attanti e astanti.
Che poi parli di amore sintetico, lo critichi e critichi questa società sintetica… e poi ci regali una copertina fatta col digitale. Provocazione riuscita male direi… o sbaglio?
La copertina realizzata da Adelaide Sara Cavallo voleva essere provocatoria proprio per questo. In un contesto liquido e sintetico realizziamo una copertina liquida e sintetica, che possa dare adito a molteplici interpretazioni.
Nel tuo disco mancano i ritornelli facili. Parliamo di pop e mancano le colonne portanti. Poi parliamo di canzone impegnata ma usiamo un linguaggio popolare… insomma, carne o pesce?
Problema atavico. Brunori Sas cantava in “Secondo me” Farai anche il cantautore, ma ogni volta ai tuoi concerti non c’è neanche un muratore. Credo che il punto di equilibrio tra canzone impegnata e spirito popolare sia un livello che solo pochissimi siano riusciti a solcare. Poi adesso siamo tutti vegani, per cui…
E anche a te la domanda che mai una volta trova risposta: ma Spotify? No perché parli di vita sintetica e poi finisce dentro il cuore del sintetico di oggi. Senza parlare che parliamo tanto di lavoro da difendere e poi regaliamo letteralmente tutto alla gente… anche qui… carne o pesce?
“Il problema non è il lunedì, il problema è il capitalismo”.
Grazie del tuo tempo e per esserti prestato alle domande velenose. Torniamo seri in chiusura e lo faccio puntando proprio sull’onestà del tuo disco. Un suono artigiano, semplice, pulito, un suono che davvero ci ricorda da dove viene il suono… scusa il gioco di parole. Credo sia questa la vera provocazione del disco o sbaglio?
Indubbiamente rispetto al primo progetto “Nichilismi & Fashion-week”, volevo insieme ai miei collaboratori ritornare a una dimensione immediata, come detto nella domanda, artigiana e semplice. Una dimensione che riuscisse, attraverso testi e musica e con la formula live del Teatro-canzone, a porre domande su questa liquidità e sintesi estrema che viviamo ogni giorno.