Simone Matteuzzi + Sequoia @ Mosso, Milano, 21/04/2024
Serata all’insegna dei progetti musicali al debutto quella organizzata da Costello’s dalle parti di Via Padova. Il programma, infatti, prevedeva la presentazione del primo album di Simone Matteuzzi e il primo live in assoluto dei Sequoia, che per ora hanno all’attivo un solo singolo, ma hanno già pronto un disco da pubblicare in autunno. In realtà, si tratta di debutti un po’ diversi, perché mentre l’headliner è davvero alla prova iniziale sulla lunga distanza, il quintetto d’apertura è composto da veterani di lungo corso, visto che tre di loro erano già stati compagni di band nei Dust e hanno anche suonato in altri gruppi come Donnie Lybra e Red Roosters, mentre gli altri due condividono anche loro una militanza comune, nei Motel 20099, oltre ad avere altre esperienze, come Morning Tea e Carver.
È, quindi, andato in scena un vero e proprio confronto tra vecchia e nuova scuola, con differenze evidenti a livello di approccio, con i Sequoia che hanno rappresentato in pieno quello tradizionale, fatto di strumenti classici e ogni parte rigorosamente suonata e cantata dal vivo, e con Simone Matteuzzi e i suoi due sodali che, invece, hanno messo in mostra una strumentazione certamente più avanzata tecnologicamente e l’utilizzo di alcune backing track, sia vocali che strumentali.
Indubbiamente ognuno dei numerosi presenti avrà avuto le proprie inclinazioni verso l’uno o l’altro approccio, ma mi sento di essere certo che nessuno sia stato deluso da chi non rispecchiava in pieno l’idea personale di ognuno sul fare musica. Quando, infatti, la qualità dei brani e l’abilità esecutiva e interpretativa sono così alte come per entrambi i set di questa serata, non si può far altro che apprezzare con convinzione e applaudire calorosamente, come in effetti hanno fatto tutti.
I primi a salire sul palco sono stati i Sequoia, che hanno suonato altre 4 canzoni oltre a quella già pubblicata, dal titolo Autunno ’91. Stilisticamente, i brani ancora inediti non si sono allontanati da quello già conosciuto, per cui stiamo parlando di canzoni d’autore classiche dal suono caldo e avvolgente con arrangiamenti compatti ma che non mancano di sfumature al proprio interno. I quattro musicisti sul palco (mancava il bassista Gabriele Prada) hanno sfruttato la propria grande esperienza per mettere in campo delle parti strumentali e vocali mai banali ma sempre al servizio della canzone, per valorizzare al meglio lo scheletro dei brani e il messaggio che essi trasmettono. Questo primo assaggio è risultato davvero molto convincente e ha messo in tutti quanti una grandissima voglia di ascoltare altri singoli e l’album.
Il trio di Simone Matteuzzi ha realizzato una validissima versione live di un disco strapieno di idee e di vitalità, destreggiandosi abilmente tra tutte le opportunità tecnologiche offerte dalle tastiere e della batteria di stampo contemporaneo, che non è certo meno complicato rispetto al suonare gli strumenti classici, anzi. Non manca, comunque, l’utilizzo del basso e, più raramente, della chitarra elettrica per un set frizzante che sprizza talento e naturalezza da tutti i pori. Utilizzare la tecnologia e essere attenti alla contemporaneità non significa, infatti, mancare di spontaneità, perché, al contrario, tutti e tre i musicisti mostrano un’estrema facilità di esecuzione, e anche dal punto di vista vocale il leader dà la netta sensazione di essere in pieno controllo della situazione e di divertirsi senza alcuno sforzo.
Il live, quindi, scorre a meraviglia e il pubblico è chiaramente messo di buonumore da una proposta leggera, sgargiante e densa di contenuti. Come ogni release party che si rispetti, poi, anche questo è impreziosito, nella seconda parte, dalla presenza di grandi ospiti. Si comincia con una Marta Tenaglia in forma smagliante che canta la sua Circe in una versione “fusionata” come l’ha definita lo stesso Simone Matteuzzi, che mette in scena un contrasto tanto netto quanto interessante tra la positività dell’arrangiamento musicale e la drammaticità del testo. Si prosegue con Anna Castiglia e la sua interpretazione di Un Tempo Piccolo di Califano, già eseguita a X Factor e che ha fatto un figurone in questa occasione, grazie soprattutto alla notevole qualità vocale. Il trittico degli ospiti si chiude con il sassofonista Edoardo Viganò, che, come sul disco, conferisce un’intensità tutta particolare alla title track Invito Per Colazione.
Si torna a casa decisamente felici per aver chiuso la settimana come meglio non si poteva e con la sensazione di aver assistito a una tappa del percorso di un talento il cui unico limite sembra essere il cielo.