Milanosport + Grigio Scarlatto @ Arci Bellezza, Milano, 15/03/2024

L’ultimo weekend invernale del 2024 era caratterizzato da due concerti in altrettante sale all’Arci Bellezza. In una c’erano i Bachi Da Pietra, e nell’altra i Milanosport. Mi è dispiaciuto dover scegliere, ma la voglia di godermi la festa per la pubblicazione del primo album per il quintetto della mia città è stata troppo forte, e così, una volta giunto in Via Bellezza, mi sono recato nella sala grande al piano superiore. Il disco usciva proprio lo stesso giorno, ma avevo avuto già modo di ascoltarlo qualche giorno prima, e mi era piaciuto così tanto che proprio non potevo perdermi il concerto.

Sono certissimo che i Bachi abbiano fatto un gran live pure loro, ma io sono stato contentissimo della mia scelta, perché mi sono divertito un sacco e ho assistito alla perfetta concretizzazione del concetto di release party. Troppo spesso, infatti, si usa questa dicitura solo perché si tratta del primo concerto dopo la pubblicazione di un disco, ma in realtà esso non si discosta per nulla da tutti quelli venuti prima e che verranno dopo. Invece, i Milanosport hanno dato un party nel vero senso della parola, grazie alla scelta del gruppo di apertura, all’energia con cui hanno suonato e alla scelta di ospitare altri musicisti in alcune canzoni con l’unico scopo di aumentare i decibel. Mettiamoci, poi, che i fan e gli amici non si sono risparmiati fin dal primo secondo, e abbiamo tutti gli ingredienti di un venerdì sera scoppiettante come non mai.

Dicevo della band di apertura, ovvero i Grigio Scarlatto da Padova, che si sono fatti il viaggio fino a qui ben desiderosi di lasciare il segno. Iniziano a suonare piuttosto presto in una sala ancora semi deserta, ma danno tutto fin dal primo momento e il loro post punk potente, diretto e senza fronzoli cattura subito l’attenzione degli ascoltatori e mette loro decisamente nel mood giusto per la serata. Le canzoni sono un po’ in italiano e un po’ in inglese, e ogni volta la scelta della lingua appare la più adatta in termini di metrica, così il risultato finale è sempre credibile ed efficace. Dal punto di vista strumentale, come detto, i ragazzi badano al sodo, ovvero a arrivare dritti al punto facendo un bel po’ di casino, e va benissimo così. Recentemente, Cristiano Godano ha detto di essere a conoscenza del fatto che ci siano dei giovani che fanno rock ma di non essere riuscito a intercettare alcun nome preciso. Se per caso sta leggendo, mi permetto di consigliargli caldamente questa band, che ha un album in uscita il prossimo 5 aprile su Shyrec.

Quando i Milanosport salgono sul palco, la strada verso una performance trionfale è già spianata, perché la gente è presa bene e i fan più accaniti si scatenano nelle prime file con cori da stadio e persino uno striscione. I cinque non si fanno pregare, ci danno dentro senza esitazioni fin da subito e conquistano immediatamente tutto il numeroso pubblico presente. L’unico piccolo problema è che all’inizio il suono esce malino, come se provenisse da un acquario, ma le cose vengono sistemate presto e tutti possiamo abbandonarci all’importante impatto live di una band che sarà pure debuttante su disco, ma che appare subito ben più navigata sul palco.

Tutti i componenti della band, infatti, suonano a tutta forza, e allo stesso tempo non vanno mai fuori controllo, riuscendo sempre a proporre un suono che impatta al meglio sul pubblico non solo per la sua potenza, ma anche per la sua qualità. Chi ha ascoltato il disco ha ben presente l’abilità da parte della band nel proporre musica wave con personalità e l’inserimento della giusta dose di stili diversi, ma anche chi non dovesse conoscere bene l’album non può certo rimanere indifferente a canzoni dal tiro invidiabile, suonate con estrema compattezza e che hanno sempre un motivo diverso per essere apprezzate. Sicuramente, rispetto al disco, dal palco l’intensità è più uniforme, con i saliscendi ridotti al minimo, ma è anche giusto così, siamo a una festa e ci dobbiamo divertire il più possibile, tanto, le idee contenute nei singoli brani e l’abilità con cui i musicisti le suonano sono comunque tali da scongiurare il rischio di avere la sensazione di ascoltare sempre la stessa canzone ripetuta.

Quando, poi, i musicisti sul palco diventano sei, e, nell’ultima canzone, anche sette, il muro del suono è completo e gli spettatori vengono investititi da un’onda sonora irrefrenabile. “If it’s too loud, you’re too old”, si dice, e anche se la mia età inizia a essere non più verdissima, non ho mai la sensazione del troppo rumore, proprio perché, per il clima che si è creato stasera, è giusto che non ci siano limiti da questo punto di vista. Vado, quindi, a casa tutto contento, e convinto che dei Milanosport sentiremo ancora parlare molto a lungo.

Ammetto che, ogni tanto, ho paura che parlare dell’importanza della cosiddetta gavetta suoni un po’ datato, che sia un concetto che abbiamo noi più anziani ma che, in realtà, non rifletta più i tempi attuali. Per fortuna, invece, aver visto di cosa sono capaci i Milanosport sul palco e sapere che suonano insieme da 4 anni e hanno fatto tanti concerti in ogni tipo di situazione mi dà ancora la convinzione che la gavetta è ancora utile, se non indispensabile, e che, prima di buttarsi sul mercato discografico, è sempre utile per i gruppi creare un amalgama che solo l’attività nel sottobosco può dare.

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