Interview: Renee

Renato D’Amico, in arte Renee, è un giovane cantautore siciliano originario di Trapani, che il 4 giugno ha esordito con il singolo A Casa Mia, uscito per Ferramenta Dischi, distribuzione Artist First. A contraddistinguere la sua musica è la doppia anima artistica che si cela dietro al progetto, ma che risulta ben evidente al primo ascolto. Infatti, la carriera musicale di Renee è iniziata in veste di produttore e lo ha portato a lavorare con nomi di fama nazionale, tra cui Postino ed Emma Nolde, per poi evolversi in un progetto cantautorale a partire dal 2018, anno in cui si è stabilito in Toscana ed ha iniziato a dedicarsi unicamente alle registrazioni del suo album solista d’esordio. Il primo frutto di questo lavoro è A Casa Mia, un brano che delinea un paesaggio sonoro vasto e desertico, tramite il quale Renee ribadisce le proprie origini ma esprime anche la sua incessante voglia di ricerca. Questo bisogno è evidente sia nel testo animato dall’urgenza di realizzare, di creare attraverso il mezzo della scrittura e della musica, sia nell’approccio sperimentale che combina sonorità elettroniche e strumenti acustici, riservando particolare importanza ai timpani ed alle percussioni, caratterizzati da ritmi sincopati che alimentano le pulsazioni e richiamano modi esotici, con influenze ambient miste all’etno-elettronica. Il tratto distintivo dell’intero progetto è infatti la brillante ricerca sonora e vocale che opera in tutti i pezzi con uno spirito avanguardistico alla sperimentazione.

Ciao Renee! Per prima cosa, raccontaci com’è avvenuto il passaggio da produttore artistico a cantautore. Cosa ti ha spinto ad intraprendere quest’ultima strada?

Ciao! Diciamo che ho iniziato a produrre per necessità e per la voglia di percorrere sentieri musicali diversi dai miei. Ho sempre scritto canzoni ma aspettavo il momento giusto per concentrami sul mio progetto.

Hai deciso di presentarti al pubblico con A Casa Mia, un brano che racchiude la tua dualità artistica per il desiderio di ricerca che esprime sia a livello musicale che testuale. Com’è nato e cosa rappresenta per te? È un manifesto fedele di quello che sarà il tuo album d’esordio?

Ho scritto A Casa Mia in Sicilia ed è nata pensando ad un ambiente desertico. Si tratta di un brano che delinea il mio personale processo creativo, quindi racconta la fase creativa dal punto di vista dell’autore. Non è un manifesto fedele del disco, perché ogni traccia visiterà un mondo musicale diverso. Volevo prendermi questa libertà, soprattutto nel mio primo album.

La tua musica è caratterizzata da una spiccata ricercatezza sonora e vocale. Data questa tua particolare attenzione alle sonorità, siamo curiosi di sapere come si svolge il processo di scrittura dei tuoi pezzi.

Parte tutto da uno strumento acustico, butto giù una melodia o una ritmica, poi registro un provino ed elimino tutti gli strumenti, lascio solo la voce e ricostruisco da zero un arrangiamento. Questo mi permette di vedere la canzone da più punti di vista e scegliere quello che mi soddisfa di più.

Come definiresti la tua musica: pensi che rientri in un genere ben definito o che sia aperta a varie contaminazioni? In quest’ultimo caso, c’è un artista in particolare con cui vorresti collaborare in futuro?

Ascolto tanta musica e da dentro ho veramente difficoltà a rispondere a questa domanda. Non so dove posizionerei a livello di genere il mio disco, ogni brano è stato influenzato da sonorità differenti, mi piace cambiare spesso. Sicuramente un artista con cui vorrei collaborare è Alberto Ferrari. I Verdena hanno cambiato la mia adolescenza, sono stati il primo gruppo italiano che mi ha fatto avvicinare a questo mondo.

Quali sono i tuoi riferimenti musicali, sia passati che presenti?

I miei riferimenti passati sono sicuramente tutto il cantautorato italiano e come ho detto prima i Verdena, mentre per quanto riguarda il presente Son Lux, Woodkid ed Alex Ebert.

Come immagini il tuo live set ideale: pensi di suonare da solo o di farti accompagnare da altri musicisti? Quali strumentisti vorresti includere nella tua formazione?

Per necessità tecniche preparerò due live set, uno da solo con campionatori, synth ed effetti e l’altro che penso di portare più in giro con un batterista. In futuro spero di poter portare un set completo.

In passato hai suonato in gruppi di stampo più classico? In caso contrario, ti piacerebbe farlo?

Ho suonato con alcuni progetti anche prodotti da me e la dinamica di gruppo è difficile da portare avanti, bisogna trovare le persone giuste che capiscano e soprattutto che vogliano far parte del mondo che vai a portare live, per questo sto facendo una bella ricerca per trovare dei musicisti, essendo un fuori sede è complicato portare i miei amici con me. Ma tempo al tempo.

Come ti comporti quando ascolti musica altrui? Riesci ad essere un semplice ascoltatore o ti risulta difficile evitare di filtrare ciò che senti attraverso il tuo orecchio da produttore e musicista?

Sono prima di tutto un grande appassionato di musica, quindi riesco tranquillamente ad ascoltare progetti altrui con un orecchio esterno, mentre quando mi metto al lavoro cambia tutto.

Cosa ci riserva il tuo progetto per il futuro e cosa invece non dobbiamo aspettarci da te?

Non lo so nemmeno io, sicuramente non mi nasconderò dietro idee di altri collaboratori e continuerò a sperimentare cercando sempre chiavi diverse per il pop. Aspettatevi tanti dischi e tante altre produzioni. Grazie per questa intervista!

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