Interview: Jamila

Abbiamo scambiato quattro chiacchiere con Jamila, giovanissima e atipica cantautrice che ha di recente pubblicato il suo singolo d’esordio dal titolo La dottrina delle piccole cose, una canzone d’amore di quelle che ci mancano: poco drammatica, intima, intensa, universale. Il brano è uscito ovunque il 12 maggio per Ferramenta Dischi. Ecco cosa ci ha raccontato!

Ciao Jamila, come stai? Presenti il tuo progetto a chi non ti conosce?
Ciao, sto bene grazie! Il mio progetto, per chi non mi conosce, lo presenterei come un progetto di arte autobiografica. Un po’ come Van Gogh dipinge per esprimere la sua estrema sensibilità nei confronti del mondo, io mi trovo a scrivere e cantare per una dote naturale e per un’esigenza personale di esprimere quello che provo. Spesso non mi bastano le parole, sento il bisogno anche della musica.

Facciamo un passo indietro, da dove arriva il nome Jamila? E, soprattutto, chi è Jamila quando non suona?
Il nome Jamila arriva dall’etnia di mio padre, Jamila è stata l’eroina della rivoluzione algerina delle donne. Mia madre chiese a mio padre un nome tipico del suo paese ed è venuto fuori questo nome. Significa “bella”, non male, non trovi? Voglio essere una bella persona. Nella vita quando non suono sono quello che si può capire ascoltando e leggendo i testi delle mie canzoni, anche le strumentali: una persona sensibile, che fa attenzione ai piccoli aspetti della vita, magari anche quelli più segreti, più nascosti. Di fatto mi accontento di poco, le felicità che mi appagano sono veramente le più semplici. Ho passioni colorate come la musica ma anche la pittura, che sto sperimentando da poco, la scrittura di testi, di poesie e ultimamente anche di saggi. Un’altra passione che si può definire colorata potrebbe essere il circo. Sono una persona molto solare e mi piace tantissimo leggere; questo mi aiuta a esprimere meglio le mie sensazioni.

Per spiegare La Dottrina delle piccole cose citi anche Platone, in che modo questo personaggio storico ti ha influenzato? E come ci sei entrata in contatto?
Cito Platone per spiegare La Dottrina delle piccole cose perché come Platone articola il nucleo filosofico di tutto il suo pensiero sulla Dottrina delle Idee, io invece parto dalle piccole cose. Platone l’ho scoperto banalmente, un po’ come tutti, al liceo alle prime lezioni di filosofia.

A chi dice che forse c’è troppa musica e troppi pochi ascoltatori, cosa rispondiamo?
Non so cosa rispondere, non so cosa significhi dire che c’è troppa musica, non credo ci possa essere troppa musica. Forse quello che può essere troppo è la volontà di far successo con la musica, allora si, posso essere d’accordo. La risposta che posso dare è… boh che ci vuoi fare. Tutte le arti alla fine subiscono una corruzione da parte del denaro e quindi forse è arrivato anche il turno della musica. Magari continuare a far musica in maniera disinteressata, solo per bisogno di esprimersi e per fare del bene può salvarla da questa decadenza. A mio parere gli ascoltatori non sono importanti perché nemmeno per le rivoluzioni sono importanti i numeri, quindi per un’artista non devono essere fondamentali gli ascolti. È importante che il messaggio arrivi, non importa a quante persone. Certo nel mio caso a più persone riesco ad arrivare meglio sto, perché per me significa che l’atto di scrivere è utile e gratificante per gli altri. Più persone prendono benessere dalla mia musica meglio sto. Però ecco, non credo che l’arte dipenda direttamente dal numero di ascoltatori o spettatori.

Come suonerà il tuo primo album?
Il mio primo album non è questo, quindi come suonerà il mio secondo album? Suonerà come qualcosa di nuovo, ma non di troppo distante dal primo perché comunque sono sempre io. Penso che avrà delle musicalità che indagano la mia interiorità, che spaziano dalla musica circense a quella da raccontastorie, a una melodia un po’ più sentimentale. Non saprei definire con una sola parola come può suonare il mio album, mi verrebbe da dire colorato.

La domanda che non ti ho fatto ma che avrei assolutamente dovuto?
Non saprei, ora ci penso. Forse avresti potuto chiedermi, visto che nel testo de La Dottrina delle Piccole cose si legge un certo richiamo alla natura, quanto la suggestione della natura influisca sui miei testi. La mia risposta la riceverai, eventualmente, quando mi porrai questa domanda.

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