Interview: Blumosso
Abbiamo scambiato quattro chiacchiere con Blumosso, al secolo Simone Perrone, che sembra essere uno dei cantautori più promettenti della scena indie, forse anche in grado di sopravvivere a qualsiasi altra moda seguirà questo periodo pieno di belle parole. Un ragazzo che non ha paura di mettersi a nudo e che ha di recente pubblicato il suo nuovo singolo dal titolo Quest’ultima canzone (e prima ancora un altro dal titolo Considerazioni sulla vita). Sentite cosa ci ha raccontato!
Riguardo il tuo singolo precedente, Considerazioni sulla vita. Blumosso, in fondo, è ancora uno schifo di bimbo?
Chi nasce tondo non può morire quadrato. Non penso di aver perso quello che ero da bambino. Tengo sempre a mente “la poetica del fanciullino” di Pascoli e la faccio mia pensando che il cantautore, come i poeti, è quel bimbo presente in un nascondiglio dell’anima di ognuno di noi. Un fanciullino che rimane piccolo anche quando cresciamo e arrugginiamo la voce, anche quando nell’età matura siamo occupati a litigare e a difendere la causa della nostra vita.
E poi, qual è l’amore vero che ti ha fatto soffrire come un cane?
Nel testo della canzone mi riferisco al primo grande amore, non quello adolescenziale, ma il primo amore dell’età matura. Insomma, quello che, quando e se finisce, ti cambia un po’, ti rimette al mondo con una nuova visione delle cose, e diventi un altro. Credo che tutti lo abbiamo avuto.
In che modo Quest’ultima canzone è un sequel di quanto cantavi in Considerazioni sulla vita?
Non lo è, anzi “Quest’ultima canzone” è un brano totalmente diverso dal resto della mia produzione: a livello melodico; a livello armonico; nel testo, che qui è più ermetico rispetto a “Considerazioni sulla vita” stessa. A unire, pezzo dopo pezzo, c’è la mia voce, è questo il sequel ; e anche il concetto, ribadito più volte, del portare avanti nei testi una sorta di dicotomia tra il senso di reclusione e quello di libertà data dai rapporti umani.
Cosa dovremmo sapere, prima di ascoltare per la prima volta Blumosso?
Che non faccio tendenza, che se sei triste e ascolti le mie canzoni potrebbe andar meglio e che la mia musica fa riemergere dal profondo dell’anima i momenti belli del passato, ma anche gli errori, i rancori e le colpe.
Quali sono le tue influenze musicali? Qualcosa che non ci aspettiamo?
Mi piace ascoltare tutte le produzioni di Damon Albarn; ascolto molto anche i Led Zeppelin, i Depeche Mode; di italiano ascolto Battisti, Battiato, Fossati, Lucio Dalla. I Beatles sono una costante da sempre.
La domanda che non ti ho fatto ma che avrei assolutamente dovuto?
Qual è il tuo piatto preferito?
Sono una persona semplice io: Fave e cicorie, col peperoncino.