Imuri – Chat Hotel
ANNO: 2018
ETICHETTA: Manita Dischi / Garrincha Dischi
PROTAGONISTI: Dall’Abruzzo arrivano IMURI (scritto rigorosamente tutto attaccato), sono il progetto musicale di Lorenzo Castagna, che si consolida nella formazione con Valerio Pompei e Antonio Atella (e se questi nomi vi dicono già qualcosa è perchè erano parte del Management Del Dolore Post Operatorio). Da un primo album, che ora sembra scomparso da ogni piattaforma digitale, con venature noise rock e sentimentalismi post-punk, con questo nuovo Chat Hotel la band abruzzese scopre l’it-pop e il nuovo retaggio lasciato dalla scena bolognese in cui capitanava Lo Stato Sociale. Il tutto senza rinunciare in modo alcuno alle chitarre elettriche e ritmiche trascinanti, imponendosi contemporaneamente sia nella scena del cantautorato rock che nella nuova dell’indie-pop cantato rigorosamente in italiano.
INGREDIENTI: A partire dal singolo di punta 200 Sigarette, il punto di forza di quest’album sono le mancanze, la malinconia estrema di chi si riduce a fumare duecento sigarette pur di non pensarti più, fantasmi di relazioni passate, passeggiate notturne, tappeti elettronici che si mescolano a chitarre elettriche anni Novanta, nuova rabbia urbana e derive psichedeliche. Un disco che può piacere a chi non si è ancora stufato dei primi Afterhours, come anche dei fan di Frah Quintale post-Alcatraz. Un connubio che raramente funziona, qui funziona (e anche molto bene!).
DENSITÀ DI QUALITÁ: Testi stratificati e intensi, da sussurrare in un ascolto silenzioso in metropolitana, da urlare abbracciati agli amici, da sussurrare pensando all’ex (mannaggia), da ondeggiare sui marciapiedi notturni. Un disco ancora piuttosto scuro, in una scena di positività estrema. Un album per tabagicisti senza speranza, per chi cercava un album rock che non suonasse vecchio, per tutti quelli a cui mancavano i capelloni, per chi l’it-pop non vuole buttare necessariamente via. Da scoprire una traccia dopo l’altra.
Un album per tabagicisti senza speranza, per chi cercava un album rock che non suonasse vecchio, per tutti quelli a cui mancavano i capelloni, per chi l'it-pop non vuole buttare necessariamente via. Da scoprire una traccia dopo l'altra
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7/10