Fabrizio Coppola – Waterloo
GENERE: indie-rock à la Coppola
PROTAGONISTI: Fabrizio Coppola.
SEGNI PARTICOLARI: c’è dentro un po’ tutto quello che Fabrizio conosce e che lo ispira personalizzandolo in modo da farlo emergere il giusto, tanto da rendere difficile rintracciarne le vere origini di ogni brano.
INGREDIENTI: I primi due brani con le contraddizioni quotidiane che sanno ormai (purtroppo) di normalità elencate nella cadenzata ‘La Stupidità’ (rifacimento del brano già in EP qualche tempo fa) rimangono di una urgenza terribilmente attuale e con l’America evocata dal canto epico di ‘Respirare Lavorare’ ci presentano quello che è uno degli argomenti cardine di Waterloo: dopo la caduta è urgente risalire, non c’è scelta né certezza nella riuscita me rimane necessario provarci .
Ma non c’e’ solo la crudezza del precario vivere c’è anche l’intimità del dolore di una perdita, di un addio e l’emozionante ‘La mia rovina’ con i suoi intrecci elettro-acustici ‘noise’ ci porta in questa direzione.
Si ritorna alla crudezza sociale de ‘La Ballata Dell’uomoformica‘. Ambientata a Torino, quasi per provocazione, negli anni 60 del boom , la disperazione porta le persone a sradicarsi dalla propria terra, mischia le speranze e le piccole gioie alla desolazione e alla malinconia della lontananza .
Di sopravvivenza di parla in ‘Ancora vivo’ . Sopravvivenza fisica e mentale, quella che ti deve far risalire la china, con respiri affannosi .Mente in ‘L’altalena’ ci si riempie di riff e chitarre tirate live diventerà sicuramente un cavallo senza briglie, le potenzialità le ha. Difficile togliersi il refrain dalla testa di ‘Ogni cosa è illuminata’ pezzo cesellato in ogni particolare con un perfetto equilibrio tra voce e strumenti. I riferimenti finora non erano stati , come detto , palesi, ma ‘Al suolo’ sembra una lost song dei migliori Gang. Ci si riesce a trovare molta più melodia e crudezza nei suoni e la voce di Coppola è tirata al massimo: amori perduti , rabbia e speranze si intrecciano con gli assoli non banali di una chitarra che sembra arrivi da lontano.
Arriva poi ‘Waterloo’, un brano dove Fabrizio ha messo tutto : testo , suoni e voce. Tre strofe di perdita e dolore, tre strofe che raccontano gli orrori della guerra , le speranza di rinascita dal nulla e di migranti, di immagini terribili : “La figlia del corvo cammina da sola nascosta nel cranio ha un’idea che splende come una pistola“. Serve altro?
Il penultimo brano ‘Verso casa’ racconta di un amore perduto , drammaticamente perduto, le tastiere e il coro aiutano ad aumentare il pathos del brano con un finale in crescendo molto pregnante, Nick Cave aleggia in questa canzone e si sente. ‘Una luce che non si spegne mai’: il titolo porta subito alla mente il famoso brano degli Smiths ‘There Is A Light That Never Goes Out’, ma la similitudine finisce qui. L’arpeggio iniziale ci porta verso un canto spezzato, profondo, notturno. Una bellissima ninnananna suonata con il cuore.
DENSITA’ DI QUALITA’: La sincerità di metter tutto se stesso .Dire e denunciare senza freni gli orrori sia sociali che personali rende questo lavoro un punto da cui prendere esempio per quei (tanti) cantautori che cercano spazio risuonando se stessi o rifacendosi ad idoli senza metterci originalità e passione. La giusta prospettiva non politically correct e la scelta di sonorità senza riferimenti netti , permettono a Fabrizio di dissociarsi da un qualsiasi orticello in cui troppi ormai rifuggono e mostrare tutto ciò che ha da dire senza paura di sbagliare e non sbaglia.
VELOCITA’: pezzi tirati , cadenzati e profondi: c’è di tutto.
IL TESTO: Il già citato “La figlia del corvo cammina da sola nascosta nel cranio ha un’idea che splende come una pistola” da ‘Waterloo’.
LA DICHIARAZIONE: dalla nostra intervista, riguardo alla ballata dell’uomoformica: ” Volevo ricordare ad una parte della popolazione di questo paese che siamo storicamente un paese di emigranti”.
IL SITO: ‘Fabrizio-coppola.net’