A Classic Education – Call It Blazing

GENERE: indie-rock, che altro?

PROTAGONISTI: Jonathan Clancy ,Luca Mazzieri, Paul Pieretto, Giulia Mazza e Federico Oppi + Stefano Roveda

SEGNI PARTICOLARI: The Shins e Pavement , quante volte li devono aver ascoltati questi tizi? La strada che li ha portati all’attenzione di critici e festival titolati pare proprio dar ragione ai 5+1 . La presenza al titolato festival di Austin , il SXSW o al Primavera Sound in primis o il supporto ai tour di British Sea Power e Arcade Fire non si guadagnano facilmente e loro lo hanno fatto sul campo. La notevole esperienza fatta nei Settlefish di buona metà del gruppo si sente e la cura degli arrangiamenti , grezzi e incisivi al punto giusto, non è cosa da pivelli.

INGREDIENTI: Call It Blazing’ è stato registrato a Brooklyn negli studi di Jarvis Taveniere (Vivian Girls, Real Estate) dopo due anni di tour oltre oceano e oltre Manica da cui evidentemente gli ACE hanno assorbito tutto. Lo si nota subito partendo dalle spruzzate di pop nell’incidere deciso di ‘Baby I’m fine’ che danno un sottile gusto retrò al pezzo, retrò fine anni 80 s’intende, per poi seguire con una ‘Gone to the sea’ che sembra essere uscita dalla penna di Malkmus ma con i tocchi leggeri di Johnny Marr. Basterebbe questo a far capire perché’ le indie radio li hanno preferiti a tanti e perché anche Spin , Rolling Stone e Pitchfork li hanno notati. La melliflua ‘Place A bet on you’ è sorretta da un organo che ne ritaglia un bel quadro anni 60 . In quei luoghi si rimane con ‘Spin Me Round’ che ricorda i Velvet Underground più eterei , manca quel guizzo, però, che la renderebbe veramente originale. Il pezzo migliore della track list è ‘Forever Boy‘ , c’è dentro tutto. L’inizio mesto non deve trarre in inganno è solo il preludio all’esplosione finale dopo aver passato l’ intermezzo sincopato e l’intimismo più cupo iniziale. ‘Can You Feel The Backwash’ è incisiva quanto basta per rimanere in testa anche dopo ore: il riff accattivante e tagliente accompagna la voce nell’epico finale del pezzo più radiofonico, su questo brano gli ACE possono puntare per aprire nuovi orizzonti. Un gradino sotto , ma poco, è ‘I lost time’ piena di cambi di ritmo e idee da sembrare un quadro astratto, alla fine spiazza un po’ ma è veramente ‘loro’. L’ultimo brano, ‘Night Owl’, registrato a Philadelphia, separatamente dagli altri brani, durante le session per ‘ Shaking Through ’ , ha il sapore di un elegante classico. La voce se possibile, impostata, è accompagnata da un semplice giro di accordi. Chiude il tutto un refrain degno di una grande ballad, appunto, classica.

DENSITA’ DI QUALITA’: La voce dell’italo-canadese Jonathan Clancy subito si fa apprezzare per originalità e versatilità. Inutile sottolineare che le sue origini lo tolgono dall’imbarazzo comune a tutti i cantanti italiani che pretendono di scimmiottare chi non possono essere. La produzione e la scelta degli arrangiamenti fanno di questo lavoro (primo su lunga distanza) sicuramente un segno che l’indie italiano ha una bella speranza, soprattutto per la maturità che si respira in questo lavoro e la qualità della proposta. Speriamo che qualcuno se ne accorga anche qui , aldilà dell’oceano già lo sanno.

VELOCITA’: si riesce anche a correre come a rallentare e riflettere.

IL TESTO: Fiction’s got not placing in this foreign land. Getting all eccentric got no other plan. Learning to commit more blood in other hands. Smaller new beggining more to come for sure” da ‘Forever Boy’.

LA DICHIARAZIONE : riguardo a ‘Night owl’: “I thought this tune would work nice in a studio with a big room sound” dale citate session per Shaking Through.

IL SITO: Aclassiceducation.com

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