Abiku – Technicolor

GENERE: shoegaze, dream pop

PROTAGONISTI: Giacomo Amaddii Barbagli (Voce – Chitarra), Virna Angelini (Basso), Edoardo Lenzi (Tastiere – Sintetizzatori – Samples – Voce – Tamburello – Diamonica), Stefano Campagna (Batteria – Cuscini).

SEGNI PARTICOLARI: Preceduto da ben tre EP, ‘Technicolor’ è il disco d’esordio di questo gruppo di Grosseto; uscito a dicembre del 2011, ma in formato fisico solo quest’anno, si può ascoltare e scaricare legalmente dal loro bandcamp ufficiale.

INGREDIENTI: la capacità degli Abiku sta tutta nello sviluppare le proprie dichiaratissime influenze, dallo shoegaze di Slowdive e My Bloody Valentine alla maestria evocativa vocale morrisseyana, trasportandole brillantemente nel contesto indie pop italiano. Aggiungendo l’abilità di creare un immaginario costantemente in bianco e nero, suggestivo sopratutto grazie a combinazioni liriche azzeccate, si crea un delizioso mix agrodolce che si rivela al tempo stesso essere un ascolto leggero, ma denso di significato.

DENSITA’ DI QUALITA’: ci sono ottime canzoni in questo disco, abilmente disseminate lungo le dodici tracce che lo compongono; ‘M45’ è nient’ altro che l’onirica intro di ‘Vieni A Vivere Con Me (Quando Ti Addormenti) ‘, balletto questo in bilico fra shoegaze e jangle. ‘Saint Étienne‘ permette alle tastiere di giocare a rincorrersi, con la voce di Amadii Barbagli che non le sovrasta mai, ma le accompagna lungo la corsa; questo aspetto caratterizza tutto il lavoro degli Abiku in questo disco, una precisa scelta stilistica che mi piace particolarmente. La ‘title track’ ha tutti i crismi per essere la perfetta pop song, tre minuti scarsi di durata per una melodia catchy ritmata in contrasto con un testo dalla vena malinconica, fra provincia, rimpianto e nostalgia, come se gli Smiths fossero nati e cresciuti in Maremma. Dopo una tripletta iniziale così convincente, il ritmo rallenta decisamente, complice la ballata ‘I Nostri Temporali‘ che ammorbidisce i toni, una chitarra dalla vena folk introduce ed accompagna il pezzo seguendo una linea vagamente offuscata. ‘Kittinger (Canzone Sugli Aeroplani) ‘ è una canzone senza tempo, con un testo di classe ed il cantato che quasi sussurra nelle strofe per poi riguadagnare la scena nel ritornello, come a voler riaffermare la propria importanza dopo esser stata messa in discussione. Il synth pop con insenature dream trova il suo spazio all’ interno di In ‘Nuova Zelanda‘, rimando naturale per testo e musica alla successiva e strumentale ‘Oltre Le Acque Sicure‘, che tocca anche numerose corde new wave; la tela nostalgica ed eterea tessuta fino ad ora, prosegue con meno incisività in ‘Televisioni‘, abile a farsi notare sopratutto per il testo. Dopo l’intermezzo M31, i maestri Slowdive emergono di prepotenza, mostrando la propria ascendenza: ‘Canzone Stilnovista‘ è un ennesima prova superata nel coniugare abilmente i testi in italiano con chitarre shoegaze da fine ’80. ‘Studio System Blues (Technicolor Parte 2) ‘ è una sintesi ottimale dell’intero disco, testo da innamorato abbandonato, con sogni sfumati ed un andatura fulminante come antidoto alla malinconia, esplicitata anche nella citazione finale tratta dal capolavoro Viale Del Tramonto.
Joe Gillis: I’m not an executive, just a writer.
Norma Desmond: You are, are you? writing words, words, more words! Well, you’ll make a rope of words and strangle this business! With a microphone there to catch the last gurgles, and Technicolor to photograph the red, swollen tongues!

VELOCITA’: non c’è alcun bisogno di correre in primavera.

IL TESTO:Portami dove si vincono le guerre al cinema, il fuoco amico non ci sfiorerà” da ‘Kittinger (Canzone sugli Aeroplani) ‘.

LA DICHIARAZIONE: Giacomo a ocanerarock.wordpress.com: “Per la mitologia Yoruba gli abiku sono gli spiriti dei bambini trapassati prima di raggiungere la pubertà: questi spiriti, ciclicamente, muoiono e rinascono, sempre sotto forma di bambini. Il motivo per cui abbiamo scelto questo nome, oltre al fatto che francamente ci suonava bene, è perché fondamentalmente ci sentiamo un po’ dei Peter Pan e riteniamo che, chi vuole rivolgere uno sguardo di tipo artistico al mondo, per forza debba conservare un po’ di innocenza infantile”.

IL SITO: Abikuband.bandcamp.com‘.

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