Radar Concerti entra nel gruppo danese All Things Live

La notizia ci riguarda da vicino, visto l’ottimo roster di artisti italiani dell’agenzia di concerti romana (lo potete vedere qui). Radar Concerti viene acquisita dai danesi di All Things Live, fondati nel dicembre 2018 a seguito dell’acquisizione da parte di Waterland Private Equity delle principali società nordiche di intrattenimento dal vivo in Danimarca, Norvegia e Svezia. Da allora la partnership si è espansa in Finlandia e Belgio.

Questa mossa porta a una serie di nostre considerazioni, che specifichiamo qui sotto:

1. Navigando nel sito di All Things Live, si nota particolarmente il passaggio in cui si afferma di essere nati con “una chiara ambizione in mente: essere l’unica reale alternativa all’industria dell’intrattenimento live, attraverso l’unione di partner locali forti”. L’abbiamo visto in questi ultimi anni che essere alternativi all’industria non è una questione ideologica, ma si riflette in molti aspetti pratici, che riguardano soprattutto il fan: rimborsi dei biglietti con procedure facili, prezzi ragionevoli delle consumazioni ai concerti, maggior difficoltà per i bagarini. Certamente, quindi, è il caso di salutare con favore l’accrescimento di una sinergia tra realtà accomunate dalla stessa filosofia.

2. Inoltre, per mettere in pratica questa filosofia e, allo stesso tempo, lavorare con artisti internazionali, un coordinamento unitario tra realtà accomunate dalla stessa visione appare necessario, viste le continue incertezze che flagellano il settore sotto vari aspetti, da quello logistico a quello relativo alla collaborazione con le istituzioni nazionali e locali. Anche qui, sulla carta, la mossa sembra destinata ad avere effetti positivi.

3. Sempre navigando sul sito del gruppo, e anche come fa intendere il nome stesso, notiamo che si cerca la maggior ampiezza possibile del concetto di intrattenimento live, e non ci si limita solo alla musica. Presumiamo, quindi, che anche Radar Concerti avrà un lavoro più ad ampio raggio, e c’è curiosità su come l’agenzia italiana si prepara ad affrontare questa nuova opportunità.

4. Probabilmente, l’appassionato si sta chiedendo se, da un lato, questa acquisizione porterà in Italia un po’ di artisti che ultimamente non venivano e, dall’altro, se essa dia maggiori opportunità agli italiani del vostro roster di mettersi in mostra un po’ di più al di fuori dei confini nazionali. Qui è difficile fare previsioni, solo il tempo, probabilmente, ci dirà come andranno davvero le cose

5. Tornando al modo in cui il fan vive l’esperienza di un live, vengono in mente due aspetti importanti: i costi dei biglietti e la qualità delle location. Certo non è facile riuscire a fare qualcosa di davvero utile per entrambe le situazioni, soprattutto per la seconda, ma è lecito chiedersi se anche questi sono argomenti facciano parte della mission del gruppo, soprattutto perché Radar Concerti è sempre sembrata attenta a entrambi i problemi e non crediamo, quindi, che adesso non ci sia più interesse a fare tutto il possibile.

6. In conclusione, ovviamente una mossa come questa rientra nelle scelte che si possono fare per provare a rendere “a prova di bomba” un’attività imprenditoriale ad alto rischio come quella dell’organizzazione di eventi di intrattenimento dal vivo. Probabilmente, ci sarà sempre la possibilità che cause esterne creino difficoltà che appaiono insormontabili, ma forse, anche tramite sinergie come questa di cui stiamo parlando, potrebbe diventare possibile tenere tutti i rischi sotto controllo.

Rimaniamo disponibili a scambiare due parole coi referenti di Radar Concerti sulla base delle sopra elencate considerazioni.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *