Roccia Ruvida: VEA

Intelligente e arguta Valeria Angelotti… ma soprattutto dolcemente precisa e coerente com’è in fondo il suono e la forma di questo nuovo disco di VEA. Però lascia che precisi qualcosa: a forza di trovare domande ruvide certamente si finisce a far rumore di fondo… ma direi che è altrettanto di fondo domandarsi se bastano due tette per fare scalpore. Si. Decisamente si. E questo perché siamo tutt’altro che figli di una emancipazione di massa. E mettersi nuda in un video, per quanto ne dica il perbenismo utile alle apparenze, è certamente un fattore che oscura (nei primi istanti sicuramente) ogni forma di identificazione con altro tipo di messaggi. Poi se ci fa comodo elevare l’opinione pubblica che canta in coro canzoni che recitano frasi del tipo “metti un po’ di musica leggera, perché ho voglia di niente”, allora possiamo inventarci qualsiasi tipo di soluzione e di codifica. E l’elettronica suonata si riferiva in generale… visto che ormai, tra il suonare e il programmare non c’è più differenza (pensano loro…).

Ad ogni modo mettiamo in circolo questo bellissimo disco dal titolo “Sei chi non sei”. E lo facciamo con il fascino di chi ascolta buona musica sempre e con la tristezza di chi si rende conto di quanta distrazione devota all’indifferenza ignorante ci sia in questo santo bellissimo paese delle contraddizioni.

Altro disco altra corsa. Di cuore, voi voci nuove di questa Italia in musica, non avete la sensazione che di musica ce ne sia troppa e che alla fine questo come mille mila altri dischi diventino solo un rumore di fondo?

Si certo, dico sempre che facciamo “cose” per poi lanciarle in un buco nero. Ma non posso farne a meno, sono fatta così… mi piace scrivere canzoni e cantarle davanti ad un pubblico. Sono capitata in questo periodo storico di sovraffollamento e me ne faccio una ragione. Sicuramente non mi metterò a rincorrere cliché alla moda per far aumentare gli ascolti (che basta comprare!!!)… magari ci metterò tutta la vita, ma forse da quel buco nero qualche nota o parola, prima o poi, riecheggerà…

Si gioca tanto, troppo con concetti sociali di emancipazione, maschere, verità… ma non sarà che a forza di dirlo anche queste importanti battaglie personali diventino “rumore di fondo” a cui ci si anestetizza?

In parte è vero, però, a forza di metterli in campo, con linguaggi di ogni tipo, forse si potrà arrivare alla giusta chiave di lettura e, di conseguenza, alla giusta chiave comunicativa. Per esempio, se io guardo una persona non mi pongo minimamente il problema di quale sia il suo orientamento sessuale. Questo non può che essere il frutto di una continua esposizione ad un dibattito… se spegnano i canali, addio!

Quindi bisogna andare avanti e creare un fondo sempre più rumoroso, fino a quando non emergerà del tutto un’unica voce come quella di un coro!

E poi l’elettronica… quasi quasi trovare un disco “suonato” (e anche senza virgolette va bene) credo sia una vera rarità…

L’elettronica esiste da quando hanno iniziato a suonare la corrente. L’abuso di “tastierine” è un altro discorso. Se è un’allusione al sound di “Sei chi non sei” non la colgo. Anche perché abbiamo suonato di tutto, persino delle tazzine…

Il video di “Esplosa”. Booom…. sei nuda come mamma t’ha fatto. Grandissima stima e tanto di cappello nel non aver giocato la carta della volgare sessualità. Ma non è stato comunque un vincere facile? Poi ci lamentiamo che il corpo femminile è abusato in tal senso…

Vincere facile perché si vedono due tette? Non è che a forza di dover trovare “domande ruvide” poi si finisca per cadere nel famoso rumore di fondo? Lo scopo era proprio quello di usare il corpo come veicolo di un messaggio. Quella non sono più io, è una rappresentazione che racconta un trauma profondo, sia dal punto di vista del dolore, sia dal punto di vista della rinascita.

Come sempre abbassiamo l’ascia di guerra in chiusura. Devo dire che questo è un disco che ho apprezzato parecchio anche e soprattutto per com’è stato concepito. È un disco che conserva in se tantissime parole importanti. Ma oggi le parole non le ascolta quasi più nessuno… tu cosa ne pensi e come ti rapporti alla somma indifferenza del pubblico quotidiano?

Ti ringrazio di cuore. In parte la risposta è nella formulazione della domanda. È arrivato alla tua sensibilità, forse non sarete in molti la fuori, ma non credo che si possa combattere l’indifferenza con altra indifferenza. Non smetterò mai di provare ad andare oltre e portarmi dietro il maggior numero di persone possibile, come una certa frase che dice: “metti un po’ di musica leggera, perché ho voglia di niente” SBAM!

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