Not to Mention Trio: l’esordio omonimo
È decisamente affascinante ritrovare spesso nelle nuove generazioni tracce di un passato glorioso, non solo citate, ma percorse ancora una volta con decisione e rispetto. E nell’ascolto di questo esordio in tinte di jazz che ci arriva dal trio romagnolo dei Not To Mention ovvero Marco Pierfederici al piano, Vito Bassi al basso elettrico e Mattia Zoli alla batteria. E nel video di presentazione lasciano poco spazio ad altre interpretazioni: si suona, si comunica, si trova un punto di incontro e si realizza la “comunione”. Il Jazz torna dai tempi gloriosi ed è assolutamente un punto di contrasto interessante contro tutte queste produzioni che sfoggiano soluzioni futuristiche, quale che sia il genere. Sempre più assistiamo a dischi così… quale che sia il genere, appunto. E qui non serve parlare: mettetevi in ascolto gente.
Io partirei dalla copertina che trovo astratta e densa di chiavi di lettura diverse. Cosa rappresenta?
Senz’altro la copertina ha l’obbiettivo di trasmettere un’emozione chiara, un pensiero preciso, quello di interrompere il flusso di parole giustificatorie che oggi girano intorno alla musica. L’obbiettivo dei nostri brani è quello di stimolare nell’ascoltatore un idea personale, pura, incontaminata…come i colori e l’immagine della copertina.
Ovunque dettagli di volti, di corpi… femminili deduco… è un caso oppure ha un significato preciso?
La cornice non ha un vero e proprio significato, se non quello di rendere armonioso l’insieme.
Per cui no i volti e i corpi di donna fanno parte del quadro senza avere un significato preciso.
I titoli dei brani spesso mi comunicano allegoria, gioco, un modo divertito con cui leggere la vita. I brani invece cercano soluzioni più seriose e “adulte”. È un contrasto che mi ha colpito. Cosa ne pensate?
Sicuramente è una chiave di lettura molto originale, in realtà ogni titolo ha un significato preciso, però senz’altro a primo impatto non si direbbero titoli “seri” questo è un modo anche per catturare l’attenzione dell’ascoltatore!
Quanto della musica indie, del pop e delle sue derive, c’è secondo voi nel vostro modo di pensare al Jazz?
Beh sicuramente ci sono molti influssi e sonorità che si ritrovano nella musica Pop, ma non bisogna dimenticare che è il pop e le sue derive che sono figlie dirette del Jazz, sicuramente queste sonorità usate nel modo giusto regalano leggerezza e vicinanza al presente!
E pensando ad un artista di riferimento? Chi dovreste doverosamente citare?
Se dovessimo citare qualche artista non potremmo citarne solo uno, poiché siamo ciò che ascoltiamo e amiamo e sono troppi i nomi che ci hanno ispirato, però senz’altro come nomi peculiari che ci accompagnano sempre ci sono Herbie Hancock, Chick Corea, Miles Davis, Brad Mehldau, Bill evans, Wayne Shorter.
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