Interview – Two Moons

Il 4 febbraio è uscito il nuovo disco dei Two Moons, Cognitive Dissonance (Atmosphere Records, 2017).  Dopo aver apprezzato l’album, abbiamo colto l’occasione di intervistare la band via mail. Ecco cosa è ci siamo detti.

Ciao ragazzi! I Two Moons tornano dopo due anni dall’ultimo disco (Elements, 2014). Cosa avete fatto durante questo biennio? Vi siete dedicati solo al nuovo album o siete stati impegnati in altri progetti?
E. Moonstone: In questi anni siamo stati sempre in movimento. Iacopo, la nuova chitarra dei Two Moons (chitarrista anche dei Bestrass), ha dovuto fare lo “sforzo” (perfettamente riuscito) di entrare nel mood Two Moons, studiando non solo gli accordi dei brani precedenti a Cognitive Dissonance, ma entrando di fatto nel nostro musico-pensiero. Giuseppe, è stato l’artefice (con ottimi risultati) della nascita di una band parallela, gli European Ghost, band nella quale ha tirato fuori altri lati e sfaccettature del suo pensiero musicale. Da parte mia ho dedicato diverso tempo alla realizzazione dei video ufficiali di Numbers, Across in the sky e altri (che usciranno nei prossimi mesi), ed ai visual dei live, parte integrante delle nostre performance.  In collaborazione con Gregor Samsa dei The Black Veils inoltre abbiamo realizzato un libro “The frequency is my art” (che uscirà a breve) che conterrà tutti i testi e le traduzioni dei brani dei Two Moons . Al di là di questi impegni la lavorazione dell’album ha richiesto parecchio tempo. Senza fretta ci siamo presi tutto il tempo per realizzare qualcosa di cui poi saremmo stati orgogliosi di promuovere.

Come sono nati i nuovi pezzi?
Giuseppe: I nuovi brani, come in tutti i lavori dei Two Moons nascono da materiale“ grezzo“ che condivido con la band. Si parte da tracce di un brano più o meno definito e da lì si crea, si scolpisce, si modella quello che poi verrà a definirsi come “Il brano“, traducendo quindi un’idea, una traccia, una base, nella visione intuita nel primo ascolto.  Il percorso compositivo dei Two Moons è sempre stato quello di bilanciare quest’aspetto, quando viene fuori qualcosa che inizia a dare una sensazione forte, proviamo a lavorarci senza girarci troppo attorno, snaturando quella che è già la forma del brano.
 E. Moonstone: Io ricamo i testi sul materiale ricevuto, testi che non vengano dettati da mie esperienze soggettive o da impressioni personali. Le liriche dei Two Moons, a mio modo di vedere, sono di tutti e devono vivere per tutti, preferiamo quindi che le parole esalino come da un vortice dal brano stesso. Così facendo, vedo esumare dai suoni il messaggio che il brano stesso cerca di esprimere senza contaminarlo con la mia“ dissonanza cognitiva“.

C’è una new entry: Iacopo Palax alla chitarra, già chitarrista dei Bestrass. La sua presenza ha inciso in qualche modo sul sound dei Two Moons? Se si, come?
Angelo: I Two Moons prima di essere una band è un gruppo di amici di vecchia data, l’usciita dalla band di Vincenzo Brucculeri è stata un po’ traumatica. Non è stato facile metabolizzare la “perdita” e riprendere la stessa alchimia con un’altra persona, un’altra sensibilità, un altro modo di suonare (anche se molto affine). Grazie ad amici in comune, abbiamo conosciuto Iacopo, con il quale si è creato subito un ottimo feeling, avendo estrema affinità sia livello musicale che personale. Cercavamo una persona/musicista che fosse consapevole di non dover stravolgere la band, che dovesse portare qualcosa di suo, che fosse diverso ma nello stesso non abbandonando le chitarre chiaramente personali ed espressive di Vincenzo. Sinceramente non credevamo di poter trovare tutto in un tempo così breve. La collaborazione con Iacopo è stata molto spontanea, tutto è venuto in maniera graduale ma nella perfezione degli intenti. La chitarra di Iacopo infatti ha dato, senza snaturare i brani o i suoni della band, vigore e nuova verve. Siamo felici di aver incontrato Iacopo come chitarrista e per riprendere il discorso iniziale, di aver trovato un nuovo grande amico!

Riportando le parole del comunicato stampa, il disco “punta il dito sulle attuali condizioni dell’uomo contemporaneo, reso schiavo da immagini, video e svariate altre forme di mediazione tecnologica che disorientano la capacità cognitive”. Cognitive Dissonance si presenta quindi come un concept album sul rapporto tra uomo e tecnologia; insomma una sorta di Black Mirror (la geniale serie britannica) in musica. Vi va di approfondire questo aspetto?
E. Moonstone : Sino adesso abbiamo definito anche noi i nostri lavori come “Concept album“. Per quanto ci sia un filo conduttore alla base di tutto, la verità è che l’album o i brani non vengono programmati, non vengono studiati a tavolino per avere un senso logico. I brani e quindi il percorso viene da sé, da musiche e liriche che emergano dalle nostre menti solidificandosi e creando di fatto “l’album“. Non è facile, ed è proprio questa la difficoltà, riuscire ad avere la visione generale e nello stesso tempo scrivere per step un discorso che non deve venire da qualcuno (neanche da te stesso), ma che bisogna trovarlo (con una gran ricerca) perchè già scritto. Chiudiamo con una citazione: “La musica è una delle vie per le quali l’anima ritorna al cielo “ (Torquato Tasso) ed è per quello che “won’t curse the stars and the sky” (Across in the sky –TM).

Qual è il pezzo che secondo voi rappresenta il messaggio complessivo del disco?
Iacopo : Questa è una domanda cattiva, è come dire a un genitore qual è il migliore tra i propri figli. Per adesso ci siamo fatti rappresentare da due singoli, il primo Numbers lanciato un mese prima dell’uscita dell’album e Across in the sky lanciato in concomitanza con l’uscita dell’album. Ma in questo caso si è tirato quasi a sorte, perchè quello che in gergo viene chiamato singolo, a nostro modo di vedere, in Cognitive Dissonance ogni brano lo è.  Penso a The Monster, It’s not my fault, I live in lies … insomma non stiamo ad elencare tutto l’album.

Cognitive Dissonance si colloca sicuramente sulla scia dei lavori precedenti. Tuttavia, la mia impressione è che con questo disco venga maggiormente in rilievo il lato più “cattivo”, “acido” dei Two Moons. Ho trovato più oscurità, meno luce.
Cosa ne dite?
Giuseppe: I Two Moons sono sempre stati acidi, cattivi, a volte velatamente altre in modo più palese. Direi che forse, in quest’ultimo album, a differenza dei precedenti album, dove l’acidità era più trasparente nei testi, in Cognitive Dissonance si percepisce anche nella musica. Come abbiamo detto non c’è nessun cambio di tono voluto, forse è un processo naturale, perchè quando uno è arrabiato più tempo passa più si arrabbia e quindi tira fuori anche involontariamente più grinta, non lo sappiamo, come già detto da Moonstone i nostri brani sono già scritti non siamo noi a controllarli del tutto.

Siete stati influenzati da dischi o gruppi particolari nel periodo in cui stavate lavorando al disco?
E. Moonstone: L’album gira attorno alla dissonanza cognitiva applicata all’uomo moderno, quindi parlare di influenze è già di per se una forma che non ci piacerebbe utilizzare nelle nostre risposte 😉 Ma ovviamente solo la pratica Vulcaniana del Kolinahr potrebbe risolvere il problema della contaminazione o influenza più o meno “positiva” di ognuno di noi. Considerato che viviamo sulla terra e non su “Vulcano”, di influenze ne abbiamo subite. Tornando seri, la verità è che siamo grandi divoratori di musica (anche di concerti live), la curiosità e la passione ci ha aiutato molto a carpire i segreti che ogni ascolto può nascondere e dare, capendone la chiave di lettura. Infine, non per importanza, il fondamentale confronto con altri artisti, viviamo in una città Bologna che offre tantissimo da questo punto di vista e dove è attiva “Atmosphere” (che è anche la nostra label) che di fatto è un meraviglioso collettivo di artisti e persone splendide che si prestano per il bene e nel nome della musica. Cognitive dissonace è la somma di tutti questi componenti.

Se doveste descrivere Cognitive Dissonance con una frase, quale sarebbe?
Angel: Una frase? A noi basta una parola …che poi è quella più postata nei nostri video/brani sui social …. Cool 😉

Grazie ragazzi!
Grazie a te! Live long and prosper!
Twomoons

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