La Jovenc – Mater
Anno: 2017
Genere: elettronica, sperimentale
Etichetta: Atmosphere Records
Protagonista: unico protagonista Giovanni Dal Monte
Segni particolari: Mater è il primo disco de La Jovenc, ma il percorso che precede la nascita di questo progetto elettronico sperimentale è decisamente ricco. Giovanni Dal Monte, infatti, muove i primi passi all’inzio degli anni ’90, lavorando su colonne sonore destinate al cinema e alla televisione. Appassionato di arte visive, cinema, teatro e danza contemporanea, non sono mancati contributi musicali per installazioni, performance in diversi musei e gallerie, a cui si affiancano collaborazioni con artisti internazionali.
Ingredienti: Il passato ed il futuro si incontrano nel presente, dove le macchine prendono il posto di strumenti antichi, per dar luogo a suoni artificiali e virtuali. La Jovenc affida ai sintetizzatori la traduzione di spartiti di musica rinascimentale in linguaggio MIDI (acronimo di “Musical Instrument Digital Interface”; un protocollo ideato all’inizio degli anni Ottanta, un autentico linguaggio che permette a due o più strumenti di scambiare informazioni musicali). Il risultato così ottenuto dai synth viene poi gestito e rielaborato a posteriori. Tutte le tracce si presentano quindi come una reinterpretazione in chiave moderna ed elettronica di brani di altri tempi, ad eccezione del brano Heaven’s grace – l’unico cantato – registrato anni fa.
Densità di qualità: Mater è l’incontro tra l’antico e il moderno, un disco interamente strumentale, che richiede un ascoltatore attento ed impegnato. Un esperimento assurdo? Forse. Sicuramente è un lavoro tanto atipico e fuori dall’ordinario, quanto curioso ed interessante. Si tratta di un disco “per pochi”, creato e suonato solo per un popolo circoscritto, per gli amanti dell’elettronica, per chi sa gustare ed apprezzare la sperimentazione, e quella coraggiosa creatività di artisti che si lasciano guidare dall’ispirazione e dal cuore, e non dalle copertine e dai riflettori.
Velocità: La velocità di Mater dipende dal tipo di ascoltatore e dalla sua personale percezione.
La dichiarazione: “Il lavoro consiste nella trascizione di partiture mdi di musica rinascimentale (Da Palestrina, De Pres, Ockeghem, Taverner, Encina, Lemlin, ecc) attraverso un processo che, se fosse pittura, sarebbe serigrafico, alla Warhol” (dal comuncato stampa, 2017).