Interview: Sin/Cos
Una tranquilla chiacchierata tra amici con Maolo Torreggiani e Vittorio Marchetti, in occasione di una recente data milanese dei Sin/Cos. Si parla a tutto campo di quello che è successo nel 2014 e dei piani per il 2015
Maolo, il 2014 ti ha visto fare un sacco di cose: hai fatto uscire il disco dei Sin/Cos e hai fatto qualcosa sia come Quakers che come My Awesome. Che bilancio potresti fare di quest’anno?
Maolo: è stato un mega riassunto. L’esperienza di ritorno coi My Awesome è stata una questione puramente emotiva, uno di noi, Andrea Mancin, è andato a vivere a New York e emotivamente parlando ci tenevamo a fare qualcosa, visto che quando avevamo deciso di finire, eravamo finiti abbastanza bruscamente, siamo spariti dalle scene, quindi abbiamo deciso di fare tre date più l’Handmade qualche mese prima. Coi Quakers sto continuando a suonicchiare.
Però il Mancio era con te anche con i Quakers…
Maolo: sì, ovviamente però essendosene andato io continuo da solo.
Ah, non prendi nessuno al suo posto.
Maolo: No, fortunatamente no, fortunatamente lì riesco a gestirmela da me. Invece coi Sin/Cos sono con Vittorio e stiamo andando, anche se ora ci stiamo fermando perché vorremmo iniziare a lavorare al disco nuovo, sempre molto lentamente perché essendomi accasato, traslochi e lavoro nuovo…
Accasato nel senso di sposato? Hai proprio l’anello al dito?
Maolo: sì, mi sono sposato a maggio.
Grande! Anche il Mancio si era spostato mi sembra.
Maolo: sì, però lui prima di me, lo scorso agosto.
Vittorio: e infatti lui preso dall’invidia ha dovuto sposarsi a sua volta.
E non potendo sposare te…
Maolo: fortunatamente, tra l’altro…
Vittorio: però non ci fosse stata la legge, quasi quasi ci si poteva pensare.
Vittorio, chiedo anche a te un bilancio di questo 2014. Hai lavorato solo coi Sin/Cos o hai fatto altro, musicalmente parlando?
Vittorio: io ho tuttora tanti progetti musicali. Quest’anno ho suonato molto con gli Altre Di B, ma adesso non faccio più parte del gruppo. Ho un progetto solista, molto simile ai Sin/Cos, che si chiama osg2x, che poi è il motivo per cui io e Maolo ci siamo incontrati e abbiamo deciso di collaborare.
Maolo: la nostra conoscenza risale a tantissimi anni fa in verità.
Vittorio: certo, però è quello il versante mio che ci ha fatto incontrare.
Maolo: in effetti, a livello puramente artistico e di gusto è andata così. Quando ci siamo conosciuti, lui aveva già un altro progetto, gli Obagevi, che facevano punk-rock in italiano e io iniziavo da poco coi My Awesome Mixtape e prima ancora suonavo nei licei, quindi ci siamo conosciuti in questi concerti liceali.
Mi sembra che gli Altre Di B siano stati a Sziget quest’anno. Com’è l’esperienza di un gruppo italiano selezionato tramite contest che si trova lì?
Vittorio: al di là di quello che può aiutare per la carriera della band, dal punto di vista umano è stata un’esperienza molto importante.
Ma incontri anche le superstar o se ne stanno per i fatti loro?
Vittorio: noi eravamo legati al palco italiano, dove c’era una lineup notevole. Io in particolare ho avuto di che parlare con gli Iori’s Eyes che ritengo un grande gruppo e sono delle persone molto simpatiche. Poi chiaramente c’erano i Blur ma no, non ho parlato con i Blur. Le vedi le superstar ma non hai modo di avvicinarti. Comunque vedi tanti concerti bellissimi tutti insieme e anche quella è una grande esperienza.
Dai, allora i Sin/Cos devono andare allo Sziget!
Maolo: magari! Il problema è sempre il fatto che il più grande di noi due ora è sempre impegnato, infatti glielo dico sempre a lui, di non crescere mai, di non lavorare mai, di farsi sempre mantenere da mamma.
Sì, in effetti come fai adesso a mollare tutto e andare lì…
Maolo: ma guarda, fosse per me mi porterei dietro moglie e tutta la famiglia senza problemi. Purtroppo il lavoro impone qualcos’altro.
Quindi voi due vi siete incontrati e cosa vi siete detti? Proviamo a suonare insieme e vedere quello che esce?
Maolo: è andata così: i pezzi erano già pronti scritti da me e io e Vittorio era da tantissimo tempo che ci ripetevamo che prima o poi avremmo fatto qualcosa insieme, ci intendevamo, come si dice a Bologna ci slumavamo da parecchio tempo, come fanno i cani. Con questo progetto nuovo, visto che sapevo che Vittorio era parecchio focalizzato dal punto di vista tecnico su alcuni programmi che io assolutamente non sapevo usare, gli ho detto “dai, ci mettiamo e facciamo questa cosa” ed è andata così.
Le canzoni comunque le avevi già scritte tu.
Maolo: sì, tranne un pezzo che è stato scritto insieme e anche nell’Ep c’è un pezzo scritto insieme.
Quando tu hai scritto quelle canzoni, pensavi fossero per che cosa? Sentivi semplicemente il bisogno di scrivere o sapevi che avresti iniziato un progetto nuovo? So che c’è anche un concept dietro il disco.
Maolo: ci stavo pensando ultimamente e mi sono reso conto che capita spessissimo che quando scrivo una canzone, è un flusso talmente rapido che non mi ricordo il modus operandi. Il concept dell’album è una storia finita male, è autobiografico, e parla ovviamente della storia precedente a quella in cui sono ora con tanto di matrimonio. Sulla stesura delle canzoni traccia per traccia davvero non ricordo.
No, ma non volevo sapere quello. Dicevamo, tu avevi queste canzoni, avete deciso di lavorare su esse sapendo appunto ciò che ognuno di voi due era in grado di fare, e avete fatto il disco.
Maolo: esattamente, con la coscienza che live saremmo andati principalmente in due, anche se ogni tanto ci sono altri due elementi, ultimamente purtroppo non riescono a venire perché facendo i giornalisti hanno un sacco di problemi nel girare.
Ho visto che dal vivo avete suonato tanto, pensate che l’esperienza del live, cioè di suonare davanti alla gente e non in studio, potrà portare il progetto da qualche altra parte rispetto a dov’è ora?
Maolo: tanti posti dove abbiamo suonato, molte persone che abbiamo conosciuto in contesti differenti, porteranno probabilmente noi a fare scelte musicali un po’ diverse rispetto al primo disco. L’approccio ogni volta diverso che hai verso un pubblico che ogni volta è diverso ti porta a fare delle considerazioni su cosa migliorare per il futuro. Ogni volta c’è un conflitto tra me e lui perché siamo davvero come cane e gatto, che però si risolve sempre col fatto che io ho sempre ragione e lui ha sempre torto. No a parte lo scherzo, lui è molto critico su alcune cose riferite a me e io lo sono altrettanto su alcune cose riferite a lui, però credo che sia abbastanza normale, quando si suona in coppia c’è sempre questo gioco delle parti.
Anche col Mancio c’era?
Maolo: tantissimo, col Mancio era assurdo, poi lui era iper rigoroso.
Vittorio: non accettava compromessi.
Invece voi vi venite incontro.
Vittorio: no, sono io che vado incontro a lui.
Spieghiamo meglio cosa cambia nel live rispetto al disco. Io vi ho visti in una delle vostre primissime date e c’era molta più potenza.
Maolo: è così ancora adesso, anche perché il disco ormai non lo possiamo certo cambiare… Il punto è il seguente: questa è una cosa che mi accompagna in ogni mio progetto. Ogni volta che c’era anche il contesto dal vivo oltre a quello su disco, tutto mi facevano notare che dal vivo era tremila volte meglio. A questo punto sono portato a pensare che questa sia una mia deformazione professionale, cioè fare dischi un po’ più trattenuti rispetto al live. Era così per i My Awesome, per i Quakers uguale, anche se so che a te loro non piacciono.
Più che altro non è il mio genere, però quando vi ho visti di spalla agli Ex-Otago era stato figo.
Maolo: ah, vero che c’eri, era sempre qui a Milano ma non ricordo dove.
Al Bitte, e prima del concerto avevamo mangiato la tua torta vegana al cioccolato, che bisogna ricordare le cose importanti…
Maolo: esatto! Comunque il punto è che è indubbiamente diverso assistere a un live piuttosto che ascoltare un disco quando si tratta di musica elettronica, perché nel live lo spettatore vede anche lo sforzo delle persone nel dare al suono un maggior dinamismo. Poi c’è comunque una teatralità di fondo, che quella o la studi o ce l’hai come talento e anche quello è un valore aggiunto che porta lo spettatore a dire che dal vivo è meglio che su disco. Poi nel nostro caso Vittorio è bello…
Vittorio: secondo me la cosa più importante del live è che esce in modo molto più libero il personaggio di Maolo e esce meglio anche il mio.
Maolo: sì, su disco anche questo aspetto è più trattenuto, anche perché c’è il discorso della produzione di Godbelsscomputer, mentre dal vivo vengono più fuori le nostre anime reali, interagiamo molto di più con cose nostre.
Mi ricordo bene che il disco è uscito solo in vinile?
Maolo: no, è uscito anche in cd, ti stai confondendo con i Quakers, quello uscì solamente in vinile, venne fatta quella scelta perché avevamo La Valigetta come etichetta e loro erano molto forti sul digitale, quindi la presa di posizione era stata una cosa tipo “se proprio vogliamo fare un’uscita fisica, allora facciamo il vinile”. In questo caso abbiamo fatto tutto, anche le felpe.
E ora il disco nuovo avrà sempre le canzoni scritte da Maolo o sarà più collaborativo?
Maolo: in realtà già con l’Ep abbiamo iniziato a collaborare in fase di scrittura, invece inizialmente quando abbiamo iniziato le canzoni del disco erano già pronte, come dicevo, quindi ci eravamo detti che avremmo collaborato solo per poter fare i concerti, però man mano la collaborazione si è estesa. Sicuramente ci sarà ancora più interazione per il disco nuovo, però entrambi siamo d’accordo nell’idea di dare in mano i pezzi a produttori esterni, e il passo successivo, credo che su questo convenga anche Vittorio, sarà cercare produttori che siano svincolati dal contesto prettamente indie, nel bene e nel male, con tutto il talento e la bravura che c’è dietro persone come Godblesscomputer e altri produttori, che però sono sempre legati a quel contesto. Visto che di recente ho collaborato con Taiwan, che è un producer storico del rap italiano…
Torni a fare il rap e quindi cose che non mi piacciono più?
Maolo: assolutamente no, però vorremmo che le produzioni le curassero persone che non hanno mai avuto a che fare con l’indie, ma con altri contesti, che siano pop o rap o altro ancora, riletti ovviamente in chiave Sin/Cos.