Interview: Milella

In occasione dell’uscita del suo singolo “Guerre Stellari” per Revubs Dischi, abbiamo fatto due chiacchiere con il cantautore pugliese Milella per andare più a fondo nelle ferite, e nel suo segreto musico-terapeutico.

Benvenuto su Indieroccia, Milella! Ci racconti un po’ la tua storia? Da dove nasce il progetto Milella?

Salve Indieroccia! Milella nasce dall’esigenza di un adolescente logorroico e nostalgico, di mostrare al mondo ciò che ha dentro.
Ogni situazione, ogni gesto, ogni conoscenza, per me si tramuta in pochi secondi in una storia, una di quelle storie che devo assolutamente raccontare: i primi amori, le stupidaggini con gli amici, i viaggi, i film che ho amato; Milella è il mio metodo personale di scrivere un diario dei segreti, che grazie a Revubs Dischi, non saranno più così tanto segreti. 

Come sei arrivato in contatto con Revubs Dischi? In tempi di pandemia, il dialogo tra due realtà distanti sembra difficile da far sorgere…

Seguivo Revubs sui social, mi è piaciuto sin da subito il loro approccio con il panorama musicale, allora gli ho inviato un brano nato poco prima della pandemia e loro si sono subito mostrati interessati a conoscere la mia storia, ammetto che una risposta così calorosa non me la sarei aspettata.
Il dialogo è stato cordiale da subito, ed è durato alcuni mesi, fino alla scelta di iniziare questo cammino insieme. 

La situazione contigente sembra aver ridotto sempre di più la musica ad un contenitore virtuale di oggetti alla rinfusa, senza la possibilità di veder sfogata la propria creatività dal vivo. Tu esordisci in uno dei momenti più neri della storia contemporanea: perchè? Non ti fa paura, il rischio di “essere uno tra i tanti” che lo stop culturale fagociterà?

Il rischio del “uno tra i tanti” è un rischio che in realtà prescinde la situazione sanitaria attuale. Il mondo della musica è per antonomasia ultra popolato, ma nonostante questo, l’esigenza di raccontare la mia storia, si è lasciata alle spalle tutte le paure, che ammetto erano tante, provando quindi solo a tuffarmi nelle mie storie, per portare fuori solo le parole giuste per questo periodo, un periodo che mi rende ancora più nostalgico. 

Cosa ami da morire della musica, e che cosa ancora ti fa soffrire nel suo rapporto con lei.

La musica per me è un salvagente, che detto da me vale il doppio non sapendo nuotare, amo la sintesi con cui ti scava dentro, senza fronzoli e giri di parole: arriva, colpisce, affonda, fine. La sofferenza invece nasce quando passo da ascoltatore ad autore, quando tocca mettermi a nudo per raccontare i graffi che porto e, riesco a esternare solo grazie a lei.   

“Guerre Stellari” è il tuo primo singolo: identikit del brano e guida all’ascolto (non strofa per strofa, ma emozione per emozione!).

“Guerre Stellari” è una terapia, da ascoltare rigorosamente a letto, preferibilmente prima di andare a dormire, quando si è totalmente nudi di fronte alle emozioni che hanno caratterizzato la propria giornata. Nostalgia e una stretta allo stomaco, questo consiglia il dottor Milella

Facciamo finta di essere degli intenditori di percorsi enogastronomici: abbina Guerre Stellari ad un piatto e un cocktail che ben può rappresentare il pezzo. 

Questa domanda è fantastica, perché nella vita vera, quando non sono Spider-man, faccio il pizzaiolo; “Guerre Stellari” ha per me il sapore del mio amato Sud, ti direi un piatto di orecchiette e cime di rape piccanti, mai scontate, ma saporite, da abbinare un long island iced tea, il cocktail che preferisco durante i concerti. 

Tre artisti emergenti che non possiamo perderci, perché sono troppo forti. 

Galea su tutti, mi manda davvero in fissa con i suoi brani; Blanco, che continua a darmi una carica pazzesca ogni giorno; in conclusione Manfredi, ha le giuste vibrazioni per poter diventare un big. 

Classica delle chiose: progetti per il futuro?

Altri due singoli che scavano un po’ più a fondo e, sicuramente, un disco, un romanzo fatto di brani che vi porterò grazie a Revubs

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