Interview: Ama Il Lupo
Amedeo Mattei, in arte AMA IL LUPO, campano di nascita ma dall’indole migrante, già voce e testi degli Animali Urbani, prende in mano tutti i suoi appunti, ne segna altri, alcuni li perde nei traslochi, e ne fa diario di bordo di una vita da marinaio senza mare, da lupo senza branco. Pezzi che nascono chitarra e voce ma che amano uscire fuori la sera con synth e drum-machine.
Magica è il nuovo singolo pubblicato per Le Siepi Dischi e distribuito da Artist First. Un brano che parla dell’importanza della magic
A volte abbiamo bisogno di credere nella Magia, nelle cose inspiegabili. Per dare senso a ciò che non ne ha. Per trovare del bello e del paradossale anche nel peggior girone degli inferi. Ecco cosa ci ha raccontato…

- Partiamo da un evento che in qualche modo penso abbia cambiato molte cose della tua vita. Dal Sud ti sei trasferito al Nord, in particolare a Torino. Raccontaci cosa ti ha spinto a questo cambiamento e come la tua vita è cambiata (in bene o in peggio)…
Sono andato via di casa a 16 anni. La curiosità mi ha spinto ad accelerare i tempi. A Torino ci sono arrivato dopo aver compiuto un ampio giro passando da Prato, Milano, Roma, Valencia, Cecina e Berlino. Ovviamente non sarei io oggi senza questo Tour.
- Sei ormai al tuo terzo singolo pubblicato, il percorso che si sta delineando è caratterizzato da un’attitudine fortemente cantautorale ma con dei guizzi di elettronica che rendono il tutto non convenzionale. Come definiresti il tuo modo di fare musica?
Amo mettere insieme parole, e trovarci il suono giusto per raccontantarle. A livello di arrangiarmenti, l’obiettivo è rendere ogni brano originale, identitario.
- Osservando la scena emergente e come si muovono le playlist di spotify, quale pensi che sia la situazione attuale del mercato e in che direzione sta andando?
Le playlist hanno sostituito i vecchi scaffali dei negozi di dischi. Anche lì dovevo sgomitare per essere esposto. Ora il megastore è Spotify. È un mercato molto più ampio in cui è difficile marcare il territorio.
- Nonostante la tua giovane età hai già un figlio, infatti in Spaceboy lo vediamo comparire come protagonista del video. Che rapporto hai con lui e in che modo quest’esperienza di vita ti ha cambiato e ha influito anche sul tuo percorso artistico?
Certo. Jordi mi ha letteralmente cambiato la vita. in termini pratici, ma soprattutto come modo di pensare, nelle priorità, ha acuito la mia parte istintiva e riempitomi di un amore che non si ritrova in nessun altro rapporto. Gli devo l’ometto che sono.
- Tu sei uno che vediamo molto bene sul palco, come stai affrontando questo periodo di stop forzato?
Sto pazientando, perché ci sono problemi affrontati in questi mesi ben più gravi e impegnativi. Ma non so quanto resisterò ancora. Per me è davvero fondamentale poter suonare live. È quello che amo di più di tutto lo show.
- Cosa pensi che si possa fare per aiutare concretamente il settore musicale a rialzarsi?
Metterci passione senza guardare sempre ai numeri. Creare movimenti, scene musicali, contenitori di arte e cultura nuovi più che di like.