Diletta Fosso: la giovanissima del pop e del violoncello

La commistione sembra interessante. Un po’ meno forse il risultato che al mio orecchio avrebbe potuto osare davvero di più invece di restare ancorata nello steccato delle solite abitudini. Giovanissima Diletta Fosso che abbiamo conosciuto e incontrato con il singolo “Oltre il rumore” che poi ha intitolato anche la compilation di artisti più o meno noti che si sono impegnati in prima persona con brani contro la guerra. Torna oggi la violoncellista pavese e lo fa con un brano semplice, pop, arrogante ai bordi, deciso nella personalità. Si intitola “Il vento sale”, coloratissimo inno alla gioia e alla perseveranza. La libertà passa anche da qui.

Quando dici che “il vento sale”, stai solo parlando d’estate o stai cercando una spinta che venga da dentro, un soffio che ci trascina altrove senza paura di perderci?
Esatto, non parlo solo dell’estate ma di quella spinta che ci fa andare avanti, anche se non sappiamo bene dove; quella forza che ci fa scoprire nuovi orizzonti per il piacere di esplorare.

Hai raccontato un viaggio tra le strade di Parigi, ma sembri descrivere molto di più: forse una fuga, forse una promessa. Per te cosa significa davvero partire?
Partire è molto di più che salire su un treno. È come prendersi del tempo per buttarsi in qualcosa di nuovo. È un misto di promesse e sorprese, scoprire il mondo ma anche te stessa.

Scrivi per chi sogna, per chi cerca vie d’uscita dal “Sottosopra”. Ma tu, oggi, dove lo trovi il tuo sopra? E come si fa a restarci senza scappare di nuovo?
Scrivo per chi, come me, cerca una vita d’uscita. Io la trovo ogni volta che mi fermo a guardare un tramonto o quando mi perdo tra la musica e le parole. Per restarci serve coraggio, fiducia e un pizzico di follia.

Tra violoncello e parole, sembri voler tenere insieme due mondi che raramente si parlano. In tutto questo l’elettronica fa da collante?
Il violoncello e le parole, per me, sono due lati della stessa anima. L’elettronica è un filo che unisce tutto, il tocco magico che rende tutto più vibrante.

Hai parlato spesso del potere delle immagini, dei tramonti, dei libri, degli incontri. Cosa riesce ancora a sorprenderti, oggi, quando tutto sembra già raccontato?
Sapersi sorprendere è qualcosa che va coltivato, soprattutto oggi! Bisogna imparare a farlo. A me sorprende una canzone, un libro, un film, uno sguardo autentico… C’è sempre qualcosa di nuovo da scoprire, basta saper guardare.

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