Il Triangolo @ Cantine Coopuf, Varese, 22/02/2020

Noi siamo Il Triangolo e non suonavamo insieme da 5 anni”: così Marco Ulcigrai, voce e leader della band di Luino approccia il pubblico dopo che lui e i suoi musicisti hanno sparato in faccia ai numerosi presenti una manciata di canzoni senza dire niente, per sciogliere la tensione. Era assolutamente normale per il quartetto aver voluto ricominciare il proprio ritorno sul palco facendo ciò che sanno fare meglio, ovvero suonare e cantare alla grande, rendendo subito l’ambiente delle Cantine Coopuf piuttosto movimentato. Ma è il DNA stesso di questo progetto a prevedere che non si faccia solo musica, ma la si mescoli con il modo di essere di chi suona, e col proprio vissuto. Così, quando viene eseguita La Primavera, ecco Thomas Paganini, l’altro membro originale, che alleggerisce l’atmosfera dicendo, con grande semplicità “mamma mia ragazzi, che momento revival!”.

Effettivamente, per chi ha seguito l’avventura de Il Triangolo fin dagli inizi, tante delle canzoni vecchie suonate stasera hanno rappresentato altrettante immersioni totalizzanti nei momenti passati legati alle canzoni stesse. Nessuna Pietà Per Quelli Che Odiano Gli Anni Sessanta è la serata al vecchio Rocket in cui venne presentato il video con Tucci dell’Atomic; Battisti è quando io e Cristiano abbiamo pensato che fosse una buona idea cantarne il ritornello a delle ragazze polacche fuori dal Plastic per fare colpo, con risultati facilmente immaginabili; Johnny è quando la redazione di indie-rock.it dell’epoca si è radunata per ascoltare il disco di debutto per la prima volta tutti insieme, e così via. 

La capacità di evocare ricordi in modo così nitido non è dovuta solo alle canzoni in sé, ma soprattutto al modo fantastico in cui vengono suonate e cantate. Marco è in una forma strepitosa, e se ce lo si poteva aspettare dal punto di vista chitarristico, visto quando è stato impegnato in questi anni coi Ministri e con Le Luci, non c’era la stessa certezza sulla voce, visto che, appunto, erano diversi anni che non si esibiva da frontman. Invece, la prestazione vocale è stata di livello assoluto, e ogni canzone non è stata semplicemente cantata, ma anche interpretata al meglio, con le nuove che vedevano alla voce il Marco di oggi, mentre per le vecchie, si trasformava nel se stesso del 2012 o 2014, tutto questo grazie a un’espressività vocale eccellente e una capacità di gestire con naturalezza ed efficacia qualunque registro in termini di potenza e tonalità. 

Trattandosi di una band, ovviamente anche gli altri hanno molto merito nella riuscita di questo live. I due nuovi acquisti sono perfetti, con Elton Novara alla chitarra e alla tastiera che dà colore e sfumature al suono e il batterista Giacomo Fiocchi che ha uno stile meno aggressivo rispetto a chi c’era prima di lui ma ha, dalla sua, più precisione e fantasia, e questo stile si associa benissimo al modo di suonare il basso di Thomas, che nell’occasione è stato sciolto e frizzante come se tutti questi anni non fossero mai passati. Le canzoni nuove hanno superato a pienissimi voti la prova del live, e la rinnovata brillantezza sonora emersa in studio è stata perfettamente trasportata sul palco. Si sono distinte una Messico particolarmente incisiva e una Il Giorno Sbagliato suonata da Marco in solitaria, che in questa versione è risultato particolarmente commovente.

Il Tour de Il Triangolo è appena iniziato, e il consiglio, dopo questa data inaugurale, è di non perderselo se si ha la possibilità di andarci. Uscirete dai locali al massimo dell’entusiasmo.

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