Moltheni – I Segreti Del Corallo

GENERE: cantautorato.

PROTAGONISTI: Moltheni è ormai uno dei cantautori più noti in ambito indie italiano e non ha quindi bisogno di presentazioni. Questo è il suo quinto album, per suonare il quale è stato coadiuvato da Pietro Canali, Gianluca Schiavon, Alessandro Fioroni e Giacomo Fiorenza, che si è occupato anche della produzione artistica. Tra gli ospiti c’è Carmelo Pipitone dei Marta Sui Tubi.

SEGNI PARTICOLARI: Moltheni ci tiene a precisare, sul booklet del disco, che lo stesso è stato registrato su registratore analogico e mixato su banco sempre analogico.

INGREDIENTI: nel corso di una decina d’anni di attività, Moltheni ha abituato ad opere dal mood malinconico, che resta intatto in questo disco. Dal punto di vista stilistico, invece, l’autore non è mai rimasto uguale a sé stesso, e anche qui ci sono delle novità, che in questo caso fanno sì che ‘I Segreti Del Corallo’ sia il disco più variegato della produzione dell’autore. Troviamo, infatti, una netta distinzione tra le due metà dell’album: nella prima si segue, dal punto di vista compositivo, la linea tracciata con il precedente ‘Toilette Memoria’, mentre per quanto riguarda il suono c’è un irrobustimento della sezione ritmica ed in generale una produzione più lucida, da intendersi nel senso positivo del termine, senza che esso significhi ‘più patinata’. Nella seconda parte, invece, c’è molto più intimismo, con melodie meno accessibili ed un suono più essenziale, composto quasi esclusivamente da chitarra acustica e pianoforte, quasi a far capire che ‘Io Non Sono Come Te’, l’EP pubblicato tra questo disco e quello precedente, è stato qualcosa di più di un esperimento a sé stante, come invece dichiarato dallo stesso Moltheni al momento della sua uscita. I testi contengono, oltre alle consuete tematiche riguardanti i problemi legati alla sfera amorosa e sentimentale, anche riflessioni dell’autore sul proprio passato e sulla propria personalità. Non manca l’usuale brano strumentale sognante fin dal titolo (‘Che Il Destino Possa Unire Ciò Che Il Mare Ha Separato’) e ci sono anche due rifacimenti di altrettante canzoni del terzo disco ‘Splendore Terrore’: si tratta di ‘In Porpora’ e ‘Suprema’.

DENSITA’ DI QUALITA’: dal punto di vista musicale, questo è un ottimo lavoro: Moltheni fa benissimo a tener conto della quadratura del cerchio ottenuta con il disco precedente, senza però rinunciare a compiere ulteriori passi in avanti variegando la sua proposta, come specificato sopra. Dove, purtroppo, tocca registrare un piccolo passo indietro, è nei testi, non perché non siano buoni di per sé, ma perché in passato essi avevano una forte impronta personale dell’autore, e – potevano piacere oppure no – ma la sua mano era indubbiamente molto riconoscibile, grazie soprattutto ad un uso di metafore assai particolari che non poteva certo lasciare indifferenti. Qui invece, accanto a momenti che mantengono l’impronta appena descritta, ce ne sono altri di maggior standardizzazione, per i quali si potrebbe quasi dire che li ha scritti Moltheni come potrebbe averli scritti qualsiasi altro artista.

VELOCITA’: dall’inizio della seconda vita artistica di Moltheni, segnato dal passaggio a La Tempesta, la quiete ha sempre dominato i suoi lavori, e nemmeno qui si fa eccezione in questo senso.

IL TESTO: un esempio di testo ancora caratterizzato dall’impronta moltheniana può essere: “E mi dò come in pasto ai leoni nell’arena dei pensieri miei, polvere come il mio Ovomaltina giù negli anni andati, via così, come spiccioli nelle mie tasche, guardali, temerari come corvi bianchi”, da ‘Gli Anni Del Malto’. Uno dei momenti in cui invece si coglie la standardizzazione di cui sopra è “Limpido, oggi il cielo è così limpido, come acqua chiara dentro agli occhi tuoi, che bagna poi anche i miei”, da ‘Verano’.

LA DICHIARAZIONE: da un’intervista rilasciata a ‘Patriziolongo.com’: “Ho concepito l’album in un arco di tempo abbastanza vasto, anche per il fatto che alcuni brani erano nati tempo addietro. L’ho scritto a casa, seduto sulla mia scrivania, alla luce di una lampada.”

IL SITO: ‘Moltheni.org’ e ‘Myspace.com/molheni’.

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