Verdena – Requiem
GENERE: punk-rock evoluto.
PROTAGONISTI: dopo aver reclutato l’amico tastierista Fidel nel precedente disco, ‘Il Suicidio dei Samurai’, la band bergamasca ritorna alla formazione degli esordi, il terzetto composto da Alberto Ferrari (chitarra e voce), Luca Ferrari (batteria) e Roberta Sammarelli (basso).
SEGNI PARTICOLARI: ‘Requiem’ è stato registrato nello studio personale del gruppo, che una volta era un pollaio. E’ prodotto dagli stessi Verdena, a parte due pezzi (‘Angie’ e ‘Trovami Un Modo Semplice Per Uscirne’) insieme a Mauro Pagani (ex PFM). L’album uscirà anche in Austria, Germania, Svizzera, Francia e Spagna.
INGREDIENTI: otto anni dopo il primo disco, l’omonimo Verdena, otto anni dopo ‘Valvonauta’, lì dove cominciò tutto, ce ne sarebbero di cose di cui parlare. Il discorso sarebbe lungo, toccherebbe diversi punti, farebbe incazzare qualcuno (forse anche gli stessi Verdena) e troverebbe d’accordo altri. Si potrebbe parlare di tecnica per esempio. Si potrebbe parlare di paragoni con band illustri e meno illustri, nonché paragoni con i primi tre dischi della band bergamasca. Si potrebbe parlare di cos’è oggi il rock, per lo meno in Italia. Ma stiamo parlando di ‘Requiem’, e ‘Requiem’ non è un disco facile. Diciamo pure che ‘Requiem’ non è un bel disco. È qualcosa di diverso, di unico nel suo genere.
DENSITA’ DI QUALITA’: sono quindici canzoni che a un primo approccio risultano di difficile ascolto. Al sottoscritto, sinceramente, facevano abbastanza schifo. Personalmente, mi sembravano sconnesse tra loro, troppo caotiche, ma di quel caos fatto apposta per essere tale, troppo studiato e troppo poco spontaneo. E i testi una volta ancora poco decifrabili non aiutavano certo a delineare i lati nascosti del disco. Alcuni pezzi come ‘Non Prendere L’acme Eugenio’ e ‘Il Gulliver’ mi apparivano penalizzati nella loro eccessiva lunghezza, altri decisamente non decollavano dentro la mia testa (‘Isacco Nucleare’ e ‘Caños’). Per non parlare delle ballads prodotte da Mauro Pagani (come ‘Angie’), che correvano su un’altra lunghezza d’onda. Riascoltando decine di volte tutte le canzoni, i cambi di ritmo, la potenza di alcuni passaggi, ma soprattutto verificando come suonano questi pezzi dal vivo in occasione del concerto al Live Club di Trezzo sull’Adda, davvero potenti e sinceri, se ne apprezzano profondamente le qualità. ‘Muori Delay’, ‘Don Callisto’ e ‘Trovami Un Modo Semplice Per Uscirne’ suscitano sensazioni molto intense anche sul disco. Anche la lunga attesa di ‘Non Prendere L’acme Eugenio’ sembra così giustificare l’esplosione nell’urlo finale, mentre l’incedere esponenziale e quasi psichedelico in certi tratti di ‘Was?’, seppur trovi sua miglior rappresentazione durante l’esecuzione sul palco, è comunque efficace e sicuramente interessante anche nella sua versione registrata in studio. I Verdena hanno quindi confezionato un prodotto sicuramente di non immediata interpretazione, su cui occorre riflettere prima di azzardare giudizi. Da una parte, infatti, l’aspetto positivo è la continua capacità mostrata dal gruppo nel saper rinnovarsi e osare, come testimoniato dalle grandi differenze fra tutti e quattro gli album pubblicati. Il talento e l’orecchio non mancano certo, e anche in ‘Requiem’ queste qualità risuonano lampanti. Quello che manca in questo disco, e vale per molte canzoni, sono l’immediatezza e la spontaneità.
VELOCITA’: meno esplosivi che in altri episodi, rispecchiando forse lo stato d’animo di Alberto che si intuisce dai testi essere molto legato alla perdita di un amore, tema che risuona costantemente nei testi da lui scritti. Anche se non mancano le improvvise accelerazioni e i cambi di tempo, il ritmo di questo disco sembra decisamente rallentare, lasciando spazio ad ampie pause di riflessione.
IL TESTO: “Ho perso l’amore ,ora so, l’ho sparso sul suolo, ora so, se solo fossi qui parlerei di più, è strano, è vero, ora so”, da ‘Isacco Nucleare’.
LA DICHIARAZIONE: Alberto Ferrari: “Abbiamo sempre jammato parecchio, nella vita. Ma in questi ultimi tre anni molto, molto di più. Con tantissima gente diversa, specialmente amici. A volte anche completamente incapaci.” Luca Ferrari: “E’ più facile suonare dove la gente non ti conosce.”
SITO INTERNET: www.verdena.com e www.myspace.com/verdena