Sick Tamburo – A.I.U.T.O.

GENERE: rock/electro

PROTAGONISTI: Gian Maria Accusani e Elisabetta Imelio, ex Prozac+, alla seconda prova come Sick Tamburo.

SEGNI PARTICOLARI: A.I.U.T.O. ’ è un’opera imperfetta, un album veloce e sfrontato che rimanda ad un immaginario musicale di “fine secolo”. L’anima profondamente postmoderna dei Sick Tamburo emerge attraverso l’impeto delle musiche, dei testi cattivi e doloranti e, soprattutto lì dove si inserisce la voce di Gian Maria, attraverso delle linee vocali davvero emozionanti. Forse non saranno in molti ad innamorarsi dell’ultima fatica dei due, ma è impossibile rimanerne indifferenti.

INGREDIENTI: Altamente Irritanti Umane Tecniche Ossessive’ prende in grandi dosi quello che è il background dei nostri mescolando bene l’elettronica a begli elementi pop-rock, senza dimenticare massicce dosi di industrial; il risultato è un album che odora di anni Novanta (le chitarre a fare da padrone stanno lì a dimostrarlo) e che in alcuni punti, anche se non sempre, riesce a dire qualcosa di nuovo.

DENSITÀ DI QUALITÀ: È un bel problema riuscire a scindere, nell’alternarsi dei brani, gli episodi davvero riusciti da quelli che si limitano a portare a casa la sufficienza, ripetendo degli schemi fin troppo collaudati nella produzione passata. Bella l’apertura con ‘In Fondo Al Mare’, che detta subito le regole del gioco e introduce all’ascolto dell’album con la sua massiccia dose di elettricità; ‘La Mia Stanza’ rappresenta maggiormente il brano di continuità rispetto al passato, per lo schema melodico, la struttura del testo e le pulsioni punk che vi esplodono. ‘Lo So Che Sai Che Un Giorno’ e, soprattutto, ‘Con La Mia Mano Sola’ rappresentano gli episodi migliori di tutto l’album: complice la voce dolente di Gian Maria, i testi spiazzano e le musiche si fanno più rispettose delle parole. ‘Televisione Pericolosa’ e, soprattutto ‘Si Muore Di AIDS Nel 2023’ mostrano una tensione civile e una critica sociale che non ci si aspettava e che fa bene al cuore: i testi ci raccontano di uno smarrimento collettivo con cui occorre fare i conti, volenti o nolenti. Meno riusciti, ma con gli stessi intenti di denuncia, pezzi come ‘Magra’ e ‘Aiuto Tamburo’, che vorrebbe essere manifesto programmatico dell’album, ma non ci riesce. La linea volutamente monocorde di brani come ‘La Canzone Del Rumore’ o de La Danza’ ne rende, infine, davvero difficile l’ascolto.

VELOCITÀ: Si viaggia ad alta velocità per tutti i quaranta minuti dell’album: ‘A.I.U.T.O.’ vuole raccontare le nevrosi e l’isterismo di questi giorni che ci vedono sull’orlo del baratro politico e sociale e lo fa attraverso un’ossessiva attenzione alle musiche e ai ritmi. Quando però Gian Maria e Elisabetta provano a frenare, a dare espressione alle liriche e al linguaggio, si ottengono degli esiti inaspettati, ma forse proprio per questo più convincenti.

IL TESTO: “Posso baciarti ancora non proprio come allora, senza le labbra è strano ma cosa non lo è. E so che puoi capire tutte le mie ragioni di questa fissazione che è sempre qui con me, stasera un altro passo, il lobo di un orecchio, il lobo di un orecchio per te e poi me ne andrò.” – tratto da ‘Con La Mia Mano Sola’.

LA DICHIARAZIONE: “L’acronimo nel titolo è nato dall’idea che la gente potesse crearsi un proprio significato. In realtà il titolo dell’album è proprio Aiuto. L’album è un viaggio nel cortocircuito che l’uomo ha creato dentro se stesso cercando o accettando il male, o alle volte creandoselo da solo, e poi cercando aiuto. Il disco è un puzzle di situazioni create attorno a questo concetto.” – da una video intervista sul sito del mensile Rolling Stone.

IL SITO: MySpace.it/sicktamburo

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