Farmer Sea – A Safe Place

GENERE: pop/rock

PROTAGONISTI: Ko, Già, Cito, Andy.

SEGNI PARTICOLARI: secondo album per la band torinese, nata nel 2004 e che aveva debuttato sulla lunga distanza nel 2009 con ‘Low Fidelity In Relationships’.

INGREDIENTI: il riferimento principale sono i Death Cab For Cutie, dal punto di vista sia del suono che dello stile compositivo. Vengono poi alla mente, a seconda dei brani, Nada Surf, Girls In Hawaii, Notwist.

DENSITA’ DI QUALITA’: questo disco ripropone, quindi, l’annosa questione se, in un disco, sia più importante l’originalità oppure sia più importante il fatto che esso venga realizzato con gusto e possa vantare un alto grado di bellezza estetica. Chi legge abitualmente le mie recensioni sa già come la penso in materia, quindi anche stavolta non posso che premiare un lavoro che è soprattutto estremamente ispirato e vitale, oltre ad avere tutti gli elementi al posto giusto. I Farmer Sea non solo hanno imparato al meglio la lezione dei propri modelli, non solo sanno mescolare efficacemente e senza sbavature tra loro le diverse impronte stilistiche dei riferimenti stessi, ma mostrano un senso della melodia estremamente sviluppato, un’emotività molto coinvolgente e sono stati in grado di assemblare tra loro le canzoni dando al risultato finale un’importante caratteristica propria di ogni disco bello: una forte compattezza d’insieme con ogni brano che possiede una propria identità. L’epos rock di ‘The Fear’, la scioltezza pop di ‘Small Revolutions’ e il perfetto bilanciamento tra ritmo incalzante e mood introspettivo di ‘Number 7’ sono solo i picchi di un lavoro che non cala mai di livello dall’inizio alla fine. Trattandosi del classico disco per cui 7 sarebbe un voto un po’ ingeneroso ma un 8 risulterebbe un po’ troppo di manica larga, mi mantengo sul voto più basso, per spronare la band ad acquisire quella personalità di linguaggio che la porterebbe tra i grandissimi.

VELOCITA’: domina il mid tempo, diversamente rivolto, a seconda dei brani, verso velocità più alte o più basse.

IL TESTO: We’ve built our days on lazyness, then we complain everyday we fail, once we were strong, careless of the fall, now these small revolutions, erase us all ” da ‘Small Revolutions

LA DICHIARAZIONE : da un’intervista del maggio 2012 a a ‘musicreviews2p0.altervista.org’: “Sembra che negli ultimi anni ci sia una tendenza a incensare tutto e tutti, a darsi tante pacche sulle spalle che alla fine non sono tanto utili alla crescita di un gruppo. Noi siamo stati accolti bene praticamente ovunque, e ci fa ovviamente piacere, ma avremmo ascoltato volentieri anche qualche critica costruttiva” .

IL SITO: Farmersea.it

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