Maria Antonietta-Sassi

GENERE: indie pop/rock.

PROTAGONISTI: Letizia Cesarini, Giovanni Imparato, Marco Imparato.

SEGNI PARTICOLARI: un paio d’anni dopo il successo dellâ’omonimo disco d’esordio in italiano (che seguiva l’esordio in inglese, con nome alla francese), Maria Antonietta si presenta alla terza prova con una nuova etichetta, come anticipato in unâ’intervista rilasciata a questa webzine ed a questo redattore nel maggio scorso. Nessuna pressione però, da parte dei nuovi “datori di lavoro”, visto che in Tempesta il disco è stato ascoltato per la prima volta soltanto dopo il suo completamento, avvenuto dopo due registrazioni (la prima non era stata ritenuta all’altezza dai protagonisti) che sono state realizzate nella piì totale libertà  artistica. Ad accompagnare la cantante ed a tenere il timone in questo suo molto atteso viaggio, ci sono i fratelli Imparato, null’altro che il compagno ed il cognato di Letizia, già  noti nell’ambiente in quanto membri nell’ordine delle band Chewingum e Dadamatto.

INGREDIENTI: le icone punk e rivoluzionarie, centrali nel lavoro precedente, si sgretolano e restano sullo sfondo, pronte comunque a prendersi la scena in selezionate occasioni, che il passato non si dimentica. Ci si avvicina di piì alla classica forma canzone, senza però scadere nel banale o nel sanremese, che in fin dei conti è la stessa cosa. L’album è una dichiarazione d’amore senza fine, nei confronti del ragazzo che suona con lei, e non lesina citazioni, tra i quali spiccano i versetti dell’Ecclesiaste, libro dell’Antico Testamento in cui è contenuto un insieme di riflessioni lucide e disincantate sulla vita umana.

DENSITA DI QUALITA’: si apre con un outing religioso. I numerosi riferimenti alla spiritualità  che ascolteremo nel corso del disco ci verranno da subito spiegati in ‘Galassie‘, quando lâ’artista pesarese dirà  che a Lui ci crede. Il brano d’apertura, con tappeto musicale appena accennato e tanto peso alle parole, potrebbe ricordarci, come struttura, molti brani del disco precedente, ma così non sarà , sia per i temi affrontati che per la durata. In precedenza i suoi brani di questo tipo duravano un minuto scarso, stavolta quasi tre. Dal secondo pezzo, ‘Abbracci‘, potremmo invece notare la maggiore importanza data alla parte strumentale rispetto al passato: non piì semplice accompagnamento alle liriche, vuoi o non vuoi lâ’elemento su cui si è basato il successo del primo Lp, ma un tappeto sonoro che da accessorio diventa, in taluni episodi, persino centrale. Arrangiamenti piì complessi che trovano sbocchi anche grazie allâ’utilizzo di strumenti come il piano, mai apparso nelle precedenti produzioni. Tra brani folk con organi alla PJ Harvey, suo riferimento sempiterno, e gli echi hip hop (!) del nuovo singolo ‘Giardino Comunale‘, finiscono per tornare a galla i fantasmi e le ossessioni del passato, come in ‘Diavolo‘, brano acustico presentato in tour già  lo scorso anno e splendido tanto in presa diretta che nella versione studio. ‘Animali‘, singolo ponte col quale è stato ufficializzato il suo passaggio alla nuova etichetta, è un poâ’ la summa dellâ’intero album, almeno per quanto riguarda la direzione delle liriche.

Ogni volta in cui, nei testi fortemente autobiografici, o comunque percepiti come tali, viene espressa una paura o un senso di angoscia che monta al suo interno, la protagonista torna subito a rasserenarsi parlando dellâ’amore, del suo amore che gli ha permesso di trovare il punto fermo di cui aveva bisogno per uscire dal tempo in cui lanciare i sassi ed arrivare a quello per raccoglierli, tanto per citare la riuscita ‘Abbracci‘. Lei stessa si autocita: in ‘Maria Maddalena‘ ci raccontava di essere “forte, ossa che non puoi spezzare” e in ‘Ossa‘ ammette di essere “le ossa che non puoi spezzare più”. La sicurezza nei suoi mezzi si discosta notevolmente dallâ’insicurezza della ventenne che non aveva mai imparato niente e questa svolta le darà  la possibilità  di avvicinare un pubblico piì maturo, proprio quello che ha smesso di lanciare i sassi e che forse era stordito e spiazzato dalla Maria Antonietta delle urla e dei Martini con lâ’Aspirina. Ma ora ha Imparato ad amare e che per far parlare i suoi sentimenti basta anche solo un filo di voce. Siamo di fronte ad un bel disco, che non scontenterà  i fan della prima ora, ne otterrà  di nuovi e porterà  un raggio di sole in seno alla Tempesta.

VELOCITA’: giusto il tempo di andare da Pesaro, città  dâ’origine della cantante, a Senigallia, attuale residenza, tirando dritto sulla litoranea.

TESTO: “La felicità  proietta sempre un’ombra lunga. E molto spesso io tutti quelli che amo, io li rimprovero e poi li castigo solo per verificare se mi amano abbastanza da rimanere” da ‘Ombra

LA DICHIARAZIONE: “Tutte le canzoni sono state scritte sul divano della casa di Via Colombo, la prima casa dove mi sono trasferita a vivere con Giovanni. Erano mesi molto strani, in cui tutto mi sembrava una specie di sogno bellissimo e pensavo che tutta quella felicità  sarei dovuta essere molto brava a gestirla, era una specie di alluvione. Mi circondava ovunque. E in mezzo allâ’acqua alta a volte vedi ogni specie di mostro” dal press-kit.

UN ASSAGGIO: ‘Ossa’

IL SITO: Maria Antonietta – sito ufficiale

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