Be Forest – Knocturne
ANNO: 2019
ETICHETTA: We Were Never Being Boring
PROTAGONISTI:: Costanza Delle Rose (voce, basso), Erica Terenzi (voce, batterie, Eminent) e Nicola Lampredi (chitarra).
INGREDIENTI:: “ci siamo sentiti attratti dagli abissi più profondi, dall’idea di quel buio interminabile”, dice la band raccontando del processo di creazione del loro terzo album, e questa attrazione si sente fin dal primo secondo ed è evidentissima per tutti gli intensissimi 29 minuti del disco. Non che i precedenti fossero esattamente solari, ma qui gli aggettivi profondo e interminabile sono proprio i più adatti a caratterizzare il buio che il suono della band porta con sé. E il motivo per cui lo sono è che gli arrangiamenti di queste 9 canzoni sono particolarmente dinamici e danno proprio l’idea di profondità e di avere sempre qualcosa da dire, quindi, in un certo senso, di essere interminabili. Ovviamente, trattandosi di un disco di ispirazione dark, non bisogna aspettarsi che dinamismo significhi virtuosismi o cambi repentini di melodia o strutture compositive articolate: i Be Forest, come sempre, sono molto diretti, ma in questo caso uniscono fantasia e estro dato sicuramente dall’esperienza, ma anche, necessariamente, dal trasporto emotivo con cui hanno composto e suonato le canzoni, dall’attrazione, appunto, verso ciò a cui tendevano. L’attrazione è un concetto molto sentimentale, ed è il sentimento che porta i musicisti a far sì che il gusto interpretativo sia solo un punto di partenza, e che esso sia sublimato dalla passione.
DENSITÀ DI QUALITÀ: Knocturne è un viaggio relativamente breve ma totalmente appagante, perché è talmente intenso ed efficace da dare proprio il senso di completezza. I giri chitarristici e ritmici e gli spunti melodici si susseguono senza che il livello cali nemmeno di un millimetro e le tantissime soluzioni che si nascondono tra le sfumature di un disco molto coerente mettono voglia di essere ascoltate e riascoltate, ma anche vissute, per il puro spettacolo di dettagli che ogni volta si svelano quando prima erano nascosti. Un disco capace di soddisfare allo stesso modo gli amanti del dark, dello shoegaze e anche dell’indie-rock, perché il bello non ha confini e l’attitudine musicale ed emotiva è quella giusta per ammaliare un pubblico dai gusti variegati.
ETICHETTA: We Were Never Being Boring
PROTAGONISTI:: Costanza Delle Rose (voce, basso), Erica Terenzi (voce, batterie, Eminent) e Nicola Lampredi (chitarra).
INGREDIENTI:: “ci siamo sentiti attratti dagli abissi più profondi, dall’idea di quel buio interminabile”, dice la band raccontando del processo di creazione del loro terzo album, e questa attrazione si sente fin dal primo secondo ed è evidentissima per tutti gli intensissimi 29 minuti del disco. Non che i precedenti fossero esattamente solari, ma qui gli aggettivi profondo e interminabile sono proprio i più adatti a caratterizzare il buio che il suono della band porta con sé. E il motivo per cui lo sono è che gli arrangiamenti di queste 9 canzoni sono particolarmente dinamici e danno proprio l’idea di profondità e di avere sempre qualcosa da dire, quindi, in un certo senso, di essere interminabili. Ovviamente, trattandosi di un disco di ispirazione dark, non bisogna aspettarsi che dinamismo significhi virtuosismi o cambi repentini di melodia o strutture compositive articolate: i Be Forest, come sempre, sono molto diretti, ma in questo caso uniscono fantasia e estro dato sicuramente dall’esperienza, ma anche, necessariamente, dal trasporto emotivo con cui hanno composto e suonato le canzoni, dall’attrazione, appunto, verso ciò a cui tendevano. L’attrazione è un concetto molto sentimentale, ed è il sentimento che porta i musicisti a far sì che il gusto interpretativo sia solo un punto di partenza, e che esso sia sublimato dalla passione.
DENSITÀ DI QUALITÀ: Knocturne è un viaggio relativamente breve ma totalmente appagante, perché è talmente intenso ed efficace da dare proprio il senso di completezza. I giri chitarristici e ritmici e gli spunti melodici si susseguono senza che il livello cali nemmeno di un millimetro e le tantissime soluzioni che si nascondono tra le sfumature di un disco molto coerente mettono voglia di essere ascoltate e riascoltate, ma anche vissute, per il puro spettacolo di dettagli che ogni volta si svelano quando prima erano nascosti. Un disco capace di soddisfare allo stesso modo gli amanti del dark, dello shoegaze e anche dell’indie-rock, perché il bello non ha confini e l’attitudine musicale ed emotiva è quella giusta per ammaliare un pubblico dai gusti variegati.
Gli arrangiamenti di queste 9 canzoni sono particolarmente dinamici e danno l’idea di profondità e di avere sempre qualcosa da dire
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8.8/10
8.8/10