…A Toys Orchestra – Technicolor Dreams

GENERE: indie-pop.

PROTAGONISTI: Enzo Moretto (voce, chitarre, piano, synth), Ilaria D’Angelis (pianoforte, voce, synth, chitarra, basso), Raffaele Benevento (basso, chitarre, voce), Fausto Ferrara (pianoforte, synth ed elettronica), Andrea Perillo (batteria).

SEGNI PARTICOLARI: terzo album per la band campana, prodotto da Dustin O’Halloran dei Devics. Tre brani tratti da ‘Technicolor Dreams’ (‘Cornice Dance’, ‘Amnesy International’ e ‘Technicolor Dream’) entreranno nella colonna sonora del film di Jess Manafort, ‘The Beautiful Ordinary’, in uscita nelle sale cinematografiche americane nella primavera 2007.

INGREDIENTI: pur provenendo dal Sud Italia, l’America di Flaming Lips, Eels, Blonde Redhead non l’hanno mai sentita lontana. Dall’Inghilterra invece tornano alle orecchie le suggestioni pop di Coldplay e Beatles.

DENSITA’ DI QUALITA’: il terzo album degli A Toys Orchestra non tradisce le aspettative del loro pubblico. La collaborazione alla produzione di Dustin O’Halloran risulta il tocco decisivo per il definitivo decollo della band. Il lavoro sugli arrangiamenti risulta quindi fondamentale, il songwriting divenuto di altissimo livello è valorizzato dal lavoro di post produzione che riesce a far risplendere tutte le 13 tracce del disco, ognuna modellata e cesellata come una vera e propria gemma musicale. I toni sono pacati e teatrali, la chitarra elettrica appare in pochi episodi, e le canzoni sono quasi tutte costruite essenzialmente su piano e synth. Sin dalla stupenda apertura di ‘Invisible’, che da sola vale l’acquisto del cd, si ha la sensazione che si stia iniziando ad ascoltare un grande album, uno spettacolare ed emozionante viaggio attraverso il mondo degli A Toys, in compagnia di strani ma affascinanti personaggi come ‘Mrs Macabrette’ e visioni di posti fantastici come ‘Santa Barbara’, sino ad arrivare alla chiusura affidata a ‘Panic Attack #3’, altra grande ‘piano song’. In mezzo la più dura ‘Cornice Dance’ ci fa capire che Enzo e soci sarebbero a proprio agio anche cimentandosi in atmosfere più rock, ma tutte le canzoni risultano essere belle e uniche a proprio modo. Il disco giusto per riuscire a sfondare anche fuori dai confini nostrani, che evidenzia una band in pienà maturità compositiva, con un futuro dal potenziale infinito. Per una volta essere italiani non rappresenta un limite nella musica indie.

IL TESTO: “Invisible / I wish i was invisible / And feign to be the wind
…and slam the doors / Whenever you stay home alone / And blow away”, da ‘Invisible’.

LA DICHIARAZIONE: Enzo a ‘Sonic Magazine’: “Beh! Questa è una cosa buona, no? Anche se è difficilissimo nel 2007 non assomigliare a nulla, uno almeno ci prova. Non che non ci avessimo provato anche per i lavori precedenti… Ma è normale che qualcuno ci senta questo e quell’altro, dopotutto i nostri ascolti finiscono per confluire nella nostra musica”.

IL SITO: www.atoysorchestra.com oppure www.myspace.com/atoysorchestra

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