Roccia Ruvida: Roberto Grossi
Oggi o sei nella rete o non esisti. Ecco la risposta di Roberto Grossi che è bandiera e manifesto di quello che pensiamo tutti. Ma temo sinceramente (e lo dico prima a me stesso e poi a voi altri) che sia una vigliacca quanto comoda soluzione per evitare di dire a noi stessi che siamo SCHIAVI delle dinamiche e che, invece di imporci come individui, siamo divenuti pecore, gregge, senza il minimo potere decisionale. Siamo schiavi. Abbiamo ridotto l’esistenza ad una presenza sui sistemi informatici. E Roberto Grossi come me, come tutti voi, non è da meno… il suo disco come quello degli altri è gratis, è libero di suonare… andatelo a cliccare… anche perché è un lavoro assai ben fatto. Si intitola “Le stelle della sera”, segna il suo esordio personale, molto alla Battiato direi. Mi suona strano quando sento dire “non conosco tanto Battiato”, quando poi a dirlo è un musicista non più ragazzino che dunque ha l’età per aver vissuto da vicino certi suoni e certe mode… magari è così… Roberto Grossi fa canzone pop, d’autore, dai contorni digitali. Poi al pubblico (non più pagante) l’ardua sentenza…
Elettronica per condire il pop d’autore trito e ritrito come mille altri… non pensi ci sia un esubero di produzione musicale? Il tuo disco (come tantissimi altri) che spazio vuoto è chiamato a colmare? O è solo storia del proprio ego?
Credo ci sia sempre stato un esubero di produzione musicale, come per l’editoria, oggi tutti scrivono libri e molti altri, un pochino meno, fanno canzoni! In effetti hai colto nel segno: uno dei miei timori era scadere nel trito e ritrito e abbiamo lavorato molto sulla ricerca dei suoni, attraverso anche sperimentazioni elettroniche… Spero proprio non ritrite anch’esse!
Non mi sono minimamente posto il problema su quale spazio dovesse colmare questo album: cerco di trasmettere le mie emozioni senza alcun calcolo strategico o di mercato… Quindi alla fine giusta la seconda: c’è dentro solo il mio ego!
Che poi tutta questa elettronica alla Battiato… come a dire che il disco si faceva con meno sforzi?
È la seconda volta che mi fanno questo accostamento a Battiato, ma non lo conosco moltissimo, devo andarmelo a riascoltare! Ti assicuro che per me fare questo disco è stato uno sforzo titanico, forse perché sono molto meno bravo di Battiato!
Il cantautore oggi, tanto per restare sul tema della prima domanda: che ruolo e che spazio ha in questo tempo nostro?
Questo è un domandone… Se intendi da un punto di vista commerciale ovviamente lo spazio oggi per un cantautore, in Italia, non c’è. Però è un fatto che ci sono nuovi cantautori (penso ad esempio a Vasco Brondi) che non entrano ne in classifica ne in radio ma fanno sold out ai loro concerti, con il pubblico che canta a memoria le loro canzoni. Quello che voglio dire è che se una canzone esprime davvero delle cose e arriva al cuore delle persone lo fa indipendentemente dal tempo e dal mercato.
Che poi anche il titolo è spietatamente pop… di dalliana memoria quasi… ma il futuro e le trasgressioni musicali proprio no?
Come ti dicevo, quando faccio le mie cose, non mi importa granché di ragionare su cosa può sembrare più cool e così è stato anche per la scelta del titolo dell’album. È semplicemente il titolo della prima canzone e di quella che mi sembra riassuma un po’ tutti i vari ingredienti che ci sono nel disco.
E poi SPOTIFY e la rete: domanda classica dentro la quale denuncio o comunque indago quale strana dinamica si abbatte su di voi che tanto lavorate nel produrre e poi… poi regalate letteralmente il vostro lavoro. Perché dovrei comprarlo il tuo disco se tu stesso mi dai la possibilità di ascoltarlo gratis come e quando voglio?
Eh, credo che se dipendesse dagli artisti le cose andrebbero molto diversamente… Oggi o sei (anche) nella rete o non esisti. Parlando seriamente credo che chi ama veramente un album lo desideri anche in forma fisica… Un po’ come i libri: uno volendo può andare a prenderseli in biblioteca, o scaricarseli on line, o fotocopiarseli… Ma un libro che ti piace vuoi possederlo anche fisicamente. Certo, questo riguarda un certo tipo di prodotto musicale e un pubblico attento e non ha nulla a che vedere con la maggior parte del mercato discografico attuale.
E in chiusa come sempre chiudiamo tornando seri e anzi grazie di cuore per aver deciso di partecipare a questo “gioco”. “Le stelle della sera” sembra un disco in bilico tra il futuro digitale e la classica canzone d’autore. Come esordio sembra un manifesto di radici e voglia di avventura. E Roberto Grossi che artista sente di essere: un avventuriero o un nostalgico?
In effetti mi sento un po’ entrambe le cose: quando scrivo una canzone a volte ho il desiderio di vestirla con il rock di una band, altre di muovermi all’interno della tradizione della canzone d’autore italiana, altre volte ancora ho voglia di sperimentare nuove sonorità, attraverso l’elettronica. In questo disco ho scelto di seguire liberamente il mio io istinto e così ho mischiato un po’ il tutto… Ma comunque, in genere, preferisco di certo l’avventura alla nostalgia!