Roccia Ruvida: Ken La Fen

Beh lasciatevi dire che ho censurato l’intercalare della madre. Mi piaceva assai poco e non per bigottaggine insomma… ho sfidato la demenzialità d’autore dei KEN LA FEN e, come previsto, ho ricevuto indietro ironia da bar e poco altro. Eppure dietro le maschere del demenziale andante c’è un coraggio non così scontato… anzi. La voglia di sfidarlo il perbenismo, di sfidare le regole e il politicamente corretto. È tempo di nuovi suoni e questo nuovo disco del “collettivo” abruzzese dal titolo “Tuo padre”, che piaccia o no, è decisamente la risposta piena di carattere e consapevolezza che loro rivolgono all’omologazione culturale dei nostri tempi barbari. E su Spotify, cari i miei, cadete anche voi. Fate tanto i sovversivi e poi… occhio all’intervista che segue. Niente è come sembra…

Ironia demenziale di parrucche da carnevale, l’eccesso senza gusto ma tutto molto sguaiato… e poi rimando a roba che capirete solo voi nel vostro vissuto… perché dovrebbe farci ridere tutto questo?
In prima istanza l’obiettivo è far riflettere, su cosa è largamente soggettivo e se poi fa anche ridere non ce ne assumiamo la responsabilità.
Quello che cerchiamo di veicolare con la nostra immagine è un ritratto decadente di una parte dell’insieme, squallido e indigesto. Noi siamo l’offerta sconveniente, costa più di quello che vale ed è probabilmente scaduta.

Che poi secondo me c’è anche della critica sociale in tutto questo… ma a scovarla… come a dire: denuncio ma in modo ermetico così non si capisce e non corro rischi?
La critica sociale è intrinseca e inevitabile. Nelle nostre pubblicazioni precedenti ci sono stati esempi più espliciti di denuncia sociale, vedi ad esempio singoli come “Ho sposato una Rom” o come “Che bello essere froci”,per citarne alcuni. Anche dal titolo suonano sicuramente più diretti. In TUO PADRE abbiamo sentito la necessità di essere meno diretti, meno didascalici, imprendibili, gassosi, come un peto caldo, non lo senti ma lo percepisci.

§Ovviamente mi sto aspettando risposte altrettanto demenziali… ma detto questo: fa figo oggi stare dentro personaggi simili? La normalità è assai scomoda e fuori moda?
La normalità non è fuori moda, purtroppo è ancora perfettamente accettata, ma la verità è che la normalità è come Carpisa, “Carpisa è il male, è il maleeeee, fa schifo Carpisa!” dice saggiamente Elenoire Ferruzzi. Poi se fa figo o meno questo non lo sappiamo, sicuramente è comodo scindere il se di tutti i giorni con il proprio personaggio, metti che un giorno veniamo avvolti dalla celebrità, in quel caso servirebbe a tutelare la nostra privacy da occhi indiscreti. I vizi li abbiamo tutti e sono molteplici, la prevenzione prima di tutto.

A voi la domanda topic: tanto lavoro per poi regalare tutto su Spotify e simili. Vediamo quanto serve la vostra ironia. Non trovate che sia un controsenso che uccide il mercato e il mestiere della musica? Eppure tutti correte a rendere gratis tutto…
Se non avessimo la possibilità di farci ascoltare gratis su queste belle piattaforme di streaming digitale, non ci ascolterebbe nemmeno nostra madre. Inoltre viviamo a Farindola, un paese di montagna di 1300 abitanti dell’entroterra abruzzese, l’alternativa sarebbe far ascoltare la nostra musica alle pecore. Ovviamente lo facciamo e sembrano gradire. Il problema con gli ovini è che hanno un’aspettativa di vita piuttosto bassa e creare una fanbase di soli ovini autoctoni è un utopia, quindi ci “accontentiamo” dei nostri Keniani, che ci seguono e ci accarezzano in casa e in trasferta in giro per l’italia.

Come sempre abbassiamo l’ascia di guerra. Grazie per esservi prestati al gioco delle domande velenose. Però voglio tornare su un punto e cioè che tanto di questo disco non riesco a coglierlo da vicino, forse per rimandi assai troppo personali. Non credete? Come vi ponete in tal senso?
Siamo coscienti della natura ermetica di questo disco, cerchiamo di stimolare gli ascoltatori ad un’analisi più profonda, a un’indagine che vada oltre il significato letterale delle parole. Per comprenderci meglio dobbiamo anche un po conoscerci e per farlo dobbiamo investire anche del tempo… Siete disposti?

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