Roccia Ruvida: Eusebio Martinelli

Il peso sociale di certe domande è davvero difficile da determinarlo se poi a sfuggirci è la risposta. E come spesso accade, non esistono risposte sbagliate ma percezioni sbagliate e pregiudizievoli letture delle parole altrui. E allora quando sento un Tonino Carotone che fa la parte che avrei previsto ad occhi chiusi, sto additando di soluzione banale qualcosa che forse dietro ha un retroscena più lungo e meno scontato di quel che sembri. Sarà così, come anche Eusebio Martinelli ci dirà a breve, o sarà che in qualche modo si deve sempre trovare il modo, è che sia un modo giusto, per aver modo di cadere in piedi? “Spam!” è un disco che in piedi ci cade e ci cade anche bene, soprattutto quando mostra un coraggio raramente toccato da altri nel cercare mille strade diverse da suonare con lo stesso strumento. E la sua Gipsy Orkestar sa come svolgere a pieno questo mestiere. Che bel sentire di mondo e di tempo questo “Sbam!”…

Essere Gipsy sembra aver preso ben altri connotati. In un disco come “Sbam!” c’è di tutto e di più. Perché allora usare la parola Gipsy che di Gipsy forse non c’è niente?

Premetto che essere Gipsy non è necessariamente essere balkan, così come non è essere folk, rock o un genere specifico. Il mio essere Gipsy viene da dentro e si manifesta nel mio camper, nelle paillettes, nei coriandoli, nel suonare tra il pubblico… All’interno di Sbam ho voluto portare questi stessi elementi caratterizzanti Gipsy anche in nuovi insoliti paesaggi sonori.

Che poi in una ricerca di suono e di estetica così “culturale” mi fate trovare anche singoli assai radiofonici? Come a dire: inseguiamo ogni deriva possibile per compiacere il pubblico? Davvero un brano come “Baila” non me lo sarei mai aspettato…

Pensa te che a mio modo di vedere “Baila” è proprio tra i brani più Gipsy di tutto l’album. Le suggestioni che ho voluto ricercare possono essere immaginate come un miraggio in una notte stellata. Eccitante e introspettivo quindi… Un viaggio in solitudine, molto gipsy…

E poi un’altra cosa che mi colpisce è la featuring di Carotone: gli avete chiesto di fare esattamente quello per cui tutti lo ricordiamo… anche questa è una trovata assai pop. Non poteva fare altro?

Peccato non aver registrato la lunga telefonata in cui ci siamo ispirati a vicenda sulla forma che avrebbe dovuto prendere il brano e la sua parte. Da me è partita la metafora della pizza ma il resto è stato tutto ideato da lui in una notte in cui era evidentemente molto ispirato. Conoscendolo da diversi anni devo dire che Tonino è Carotone anche nella vita, anzi, soprattutto nella vita privata. Nel mio brano ha realmente messo un pezzo di sé.

E poi il remix in chiusura. Una tradizione o una soluzione per riempire le tracce?

È esattamente una tradizione, in tutti gli album della mia discografia è presente un brano in versione ”dance” tratto dal disco precedente. Questo brano in genere lo mettiamo in loop a fine spettacolo per scendere da palco ed andare ad abbracciare il pubblico.

Come sempre chiudiamo abbassando l’ascia di guerra. Trovo che “Sbam!” sia una vera fotografia della società di oggi dentro cui troviamo tutto, mescolato con tutto, dentro cui ogni cosa va di fretta dentro un “Crash” continuo… e dentro cui ogni cosa ha un aspetto glam ed estetico molto ben fatto. Ecco ti chiedo: quanto peso sociale c’è dietro questo disco?

Bella questa tua percezione! Io la vedrei come una fotografia alla società di oggi da una prospettiva positiva e ottimistica. “Sbam!” è sinonimo di energia e non poteva che richiamare una esplosione di colori. A riguardo del ruolo sociale che può avere non solo questo mio album ma più in generale tutto il mio fare musica, è nel dare il mio contributo creativo per una musica che dia benessere a chi la ascolta, nei miei dischi o ai miei spettacoli, che possa unire le persone ed essere motivante e rigenerante dal peso della quotidianità.

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