Roccia Ruvida: Biagio Accardi
La contraddizione è dietro l’angolo. Di sicuro archiviare tutto con un facile “la contraddizione è intrinseca alla natura dell’uomo” mi pare assai semplice. Ma poi chi l’ha detto che debba essere complessa come cosa? Biagio Accardi pubblica un disco denso di spiritualità e di urgenze di salvezza dal mondo concreto del becero materialismo. Si intitola “Fai che accada”, un mantra che ci ricorda tantissime cose di noi, intrinsecamente nostre da quando veniamo al mondo. Penso solo che la contraddizione non è figlia dell’uomo… anzi. Penso che nasca quando le cose, belle e sentite, in fondo coprano altro. Ma qui parliamo di musica giusto? Beh questo disco ne ha di pregiata. Sono suoni che alla terra tornano e dalla terra arrivano. Un circolo vizioso… un circolo di salvezza.
Fai che accada… ancora ci crediamo che “volere è potere”? Non ti sembra uno slogan per far contento un ego che patisce il non sapere o il non riuscire?
Per fortuna in tutto quello che faccio lascio sempre delle porte aperte che danno la possibilità di scappatoie: c’è almeno un’altra interpretazione nel titolo del mio disco; come ogni opera che si rispetti lascia un margine di interpretazione a chi ne fruisce. Per cui “Fai che accada” può essere interpretato anche come: lascia che accada, non fare nulla e fa che tutto abbia il suo corso. Lassa sta’!
Nella vita quotidiana fatta di numeri e di regole, quanto sarebbe bello potersi accontentare del poco e del niente? Anche qui: stiamo continuamente a citare come superfluo tutto (o quasi tutto) quello che abbiamo eppure, tutti (anche tu come artista) non saremmo quello che siamo senza le cose “superflue” che abbiamo. Non ti sembra una contraddizione?
Non esiste essere vivente senza contraddizioni, è un’attitudine che appartiene intrinsecamente all’esistenza. Partendo da questo concetto tutto diventa relativo e soggettivo: una regola può essere buona per un individuo e non buona per un’altro. Può essere considerato superfluo un certo numero di cose per una persona e un numero maggiore o minore per un’altra.
Un disco lontano da regole e cliché… un disco che verrà (mi auguro di no, dico sul serio) abbondantemente ignorato dalla massa ormai omologata. Uscire dalle regole dunque, fa figo? Eppure tutti vogliamo gli stessi risultati di chi alle regole si attiene… anche qui: non sembra una contraddizione?
Faccio musica perché ho l’esigenza di esprimermi con questa arte e perché fa bene prima di tutto a me stesso. Chiaro è che un’opera nasce anche con l’obiettivo di essere fatta conoscere e per divulgarla si usano i mezzi che si hanno a disposizione in questa epoca.
Domanda puntuale. Tanto lavoro, tanto tempo e denaro speso… poi si regala tutto a Spotify. Ecco come dicevo poco fa: usciamo dai canoni e dalle regole artisticamente parlando per darci un tono ma poi alle regole torniamo e anzi regaliamo il frutto del nostro lavoro per poi lamentarci che i dischi nonni vendono… dopo averli regalati secondo le regole che denunciamo ma a cui aderiamo. Come ne usciamo?
Questa è una domanda a cui difficilmente si può dare una risposta concreta, ma sicuramente non è restando fuori dai giochi che si può trovare la soluzione. Per ora si usano i mezzi che si hanno a disposizione per far conoscere il lavoro fatto, appunto, con molti sacrifici. Questo però non significa che non bisogna sforzarsi a cercare nuove soluzioni e alternative. Se qualcuno ne ha mi scriva in privato!
Grazie di cuore per esserti prestato al gioco delle domande velenose. Tornando seri in chiusura ripesco il concetto du spiritualità. Sono tantissimi gli artisti che tornano alle radici del sentire. Qualcuno pensa che la vita sia un tempo circolare, una forma circolare, qualcosa che torna. Ho l’impressione che lo sia anche questo disco… tu cosa ne pensi?
Il mio lavoro è quello di scavare nel profondo dell’esistenza di ognuno di noi cercando qualcosa di atavico e primordiale, e siccome la storia è ciclica, non si sà mai che in futuro si senta il bisogno di tornare alla vera essenza del suono che da sempre abita in noi. Vale la pena crederci !