Queen of Saba: il remix di “Medusa”

Lo avevamo ampiamente conosciuto il duo di transfemministe denominato Queen of Saba. E quel secondo disco “Medusa” accolto quasi all’unanimità dalla critica, ha anche avuto modo di seminare interessanti germogli di protesta e di consapevolezza nuova per questo tempo distopico che viviamo. Distopico ma anche denso di dissensi che troppo spesso ignoriamo. Il remix giunge puntuale: questo “Circo Medusa” riporta alla luce quei successi sotto una chiave urban decisamente sfacciata anche grazie alla collaborazione di La Colletta Dischi, FUCKSIA, odioeffe, DJ Aladyn, Saturnino, Willie Peyote, LaQualunque, HÅN e veneregg. Ovviamente, raccogliendo ogni provocazione possibile, diamo fiato alle polveri e mettiamo in circolo un disco velenoso forse non quanto meritiamo.

Un remix che accoglie firme importanti, amici e colleghi… un remix a quale urgenza risponde? O è solo un esercizio di estetica?
I remix sono sempre delle porte aperte su dimensioni parallele, rispondono alla domanda “cosa succederebbe se…?” con risultati sorprendenti. Volevamo affidare la nostra musica ad altre mani e altre sensibilità, non solo come esercizio estetico ma anche come esercizio emotivo: sentire le nuove versioni delle nostre canzoni ci ha emozionato molto.

Da quel “Medusa” ad oggi: pensate che questo EP sveli altro di quel disco?
Sicuramente gli interventi delle persone coinvolte, soprattutto quelle che hanno deciso di scrivere delle nuove strofe, hanno ampliato il significato dei brani, rendendo ancora più palese la loro natura di manifesto politico. Ma anche il principio stesso alla base del remix è molto rivelatore: scompone e ricompone tutti i piccoli pezzi sonori che abbiamo imparato a conoscere in un certo ordine e rimescola le carte, facendo anche emergere melodie nascoste.

Non parlerei di provocazione quando di manifesto sociale, anzi politico. A che punto siamo con l’accettazione di genere?
La società per come è strutturata, ad immagine e somiglianza del gruppo di potere più forte, è un ambiente difficile per chi è dissidente: dissidente politico, dissidente di genere. C’è un movimento di resistenza che cerca di fare rete e attutire i colpi ed è questo che ci salva, perché le istituzioni e la società civile continuano ad essere pesantemente transfobiche e omofobe. A che punto siamo? Siamo al punto che anche i diritti umani di base che pensavamo di avere conquistato sono a rischio: dobbiamo continuare a lottare per un mondo in cui le persone al margine non sono considerate sacrificabili.

Avete pensato anche ad un video di questo nuovo suono e di questa nuova forma?
Durante le date del tour daremo forma a un immaginario nuovo tramite l’uso di visual, una componente che prima non abbiamo mai sperimentato in questa misura.

Parliamo di questo “CIRCOMEDUSA TOUR”: spettacoli, performance a corredo… i brani troveranno soluzioni diverse di volta in volta?
A seconda delle città che attraverseremo ci saranno ospiti diversx e noi ci lasceremo sicuramente influenzare dal caos circense. Ogni concerto sarà unico e queste 5 date saranno speciali!

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