Orchestra Erotica Italiana: quel certo cinema che suonava in quel certo modo
È decisamente un esperimento denso di fascino e di quel potere nostalgico per tutti noi che abbiamo vissuto l’epoca del cinema erotico, di quelle pellicole in bilico tra il proibito e il politicamente corretto. Di quando si attendevano le ore tarde, di quando i bambini dovevano necessariamente già essere andati a letto… Tobia Lamare si avventura dentro questo scenario, pesca quell’immaginario, quel cinema e soprattutto quel suono che caratterizzava tutto. Dalla sua tana della Lobello Records, assieme ad Andrea Miccoli che registra le batterie acustiche presso Funkeria Records, ospitando anche un vocale del grande Vincenzo Costantino Cinaski, da vita all’ORCHESTRA EROTICA ITALIANA: un vinile eponimo dentro cui ha saputo scrivere e far tornare in vita non solo i suoni ma anche quel certo tipo di composizioni… come fosse la colonna sonora ideale per una pellicola scabrosa ma neanche tanto, trash ma neanche tanto… erotica, ma neanche troppo.
Bello il video de “I Ritornauti”. Che pellicola è? Un cortometraggio che parla di…?
Maria Luisa Santella entra tra le icone del cinema italiano dopo aver interpretato Iside in “Brutti, Sporchi e Cattivi” di Ettore Scola e ovviamente entra tra le mie preferite dopo aver visto quello straordinario film. Negli anni successivi al film, insieme al suo compagno Michele Gentile, si trasferisce e sperimenta a Perth in Australia. Tempo dopo, i due, ricevono un invito per tornare a Napoli con la missione di aprire un centro culturale. Nasce così “I Ritornauti” short movie visionario e psichedelico che fa esprimere al meglio la creatività di due persone che hanno navigato tra teatro, cinema, arte, pittura. Ho chiesto a loro il permesso di riscrivere la colonna sonora ed hanno accolto con entusiasmo questa mia richiesta.
La loro è vera arte underground che rispecchia il carattere avventuroso della loro vita che vi invito a ricercare e conoscere.
Oggi secondo te esisterebbe questo tipo di cinema? Oppure era proprio il proibito che alimentava una certa cultura del trash e dell’eros?
Il cinema erotico continua ad esistere in diverse forme e declinazioni. Sono stati abbattuti muri e taboo. I desideri e i sogni sono cambiati. Sono cambiate le dinamiche. Vedo spesso meno ironia e più dramma. Anche il senso del proibito è molto diverso. Viviamo anni in cui si sente ritornare un velo di repressione che si appoggia su di noi in maniera morbida ma nemmeno tanto silente. Il proibito nel passato era messo in scena come situazione bizzarra e grottesca. Le storie erano esasperate ed erano evidentemente finte e improbabili. Non erano trash le scene di sesso che comunque rimanevano edulcorate e censurate anche più volte. Era tutto il background che sfociava nel trash ed era una tecnica molto usata appunto per abbattere quel comune senso del pudore che opprimeva. Analizzate oggi erano improbabili storie che in un modo assurdo liberavano desideri.
E tu personalmente che rapporto hai con il trash? Uso questa parola in senso “alto” e non in modo dispregiativo, sia chiaro…
La mia visione del trash è la stessa che aveva Tommaso La Branca: una copia mal riuscita di una creazione originale. Il mio punto di vista è che Alvaro Vitali, per esempio, non è la copia di nessuno.
La commedia all’italiana è unica perchè unico è il suo linguaggio. Caratteristi, maschere prese in prestito dalla strada, dai mercati rionali. Attorialità cresciuta e nutrita dalla vita quotidiana. Trasformare ogni luogo in un palcoscenico. Alla fine chi è che diceva che la vita è un palco e noi siamo semplici players?
E per la scrittura delle composizioni come hai lavorato? Processi imitativi oppure libera ispirazione?
Tutto il processo nasce come omaggio a quel mondo incluso le sue colonne sonore. Sono un mondo incredibile e un patrimonio gigante: Piccioni, Umiliani, Trovajoli, Morricone, Fred Bongusto…e preciso di guardarli dal basso, come si guardano i giganti. Il processo creativo nasceva nel mio studio: mettevo su i film e provavo a scriverci sopra. Ripensavo alle scene con un’altra musica. Tagliavo e incollavo immagini e filmati da produzioni diverse. Creavo un nuovo flusso visivo, bevevo un caffè in ghiaccio e iniziavo a mettere qualche synth, un giro di basso, di batteria…è la prima volta in cui ho scelto di non iniziare a comporre un brano con la chitarra.
Mi incuriosisce “Solo i migliori”. Una canzone vera e propria che in qualche modo rompe il filo di tutto il disco. Perché questa scelta a chiudere il disco? Che nesso c’è con il resto?
Tutte o quasi tutte le colonne sonore hanno una canzone tra le loro composizioni: “Breakfast at Tiffany” ha Moon River, “La Pantera Rosa” ha l’indimenticabile “Meglio Stasera”. In una colonna sonora immaginaria ci vuole anche una ballata dolce. Una canzone per una scena romantica mai girata dove si lascia la libertà a chi ascolta di scegliere il momento giusto per premere play e interpretare una parte ancora da scrivere.