Massimo Priviero: un “Diario di vita” e di speranza
È sempre un disco potente ogni opera di Massimo Priviero, sempre quella visione romantica di folk e di grande speranza che arriva dal rivedere e tornare a celebrare le radici e la memoria. Esce “Dario di vita” che sulle prime ha voluto rendere disponibile solo in formato fisico. Ora, a qualche settimana dalla pubblicazione, lo troviamo anche dentro gli streaming service. Ascoltate questo disco con la libertà da schemi che si ripetono e dalle estetiche che non badano alle mode. Trasparenza dell’esistere… il rock gioca con il cantautore più intimo e visionario. Ci sono tramonti ma anche nuove albe. È un disco di speranza…
I tuoi dischi sono spesso “libri di storia”. Dalle vicende dell’uomo a quelle di tutti gli uomini. La storia per te che cos’è e quanto conta?
Sai, sarà forse la laurea in storia contemporanea che mi porto dietro! Ah ah. Magari è diventata una mia tara. A parte la battuta chiaro che conta tanto. E ti serve per capire meglio il presente ovviamente. Ti aiuta molto in questo, credimi. Ma confesso che è anche un modo per distaccarsi da un presente che mi piace poco.
Se ti chiedessi del futuro e di queste nuove tecnologie che in fondo non ci vogliono ancorati alla memoria e alla storia?
Infatti! Nulla è più distante dalle tecnologie che più o meno usiamo dell’amore per la nostra storia e per la memoria. Viviamo tempi che annullano quel che c’era ieri oppure lo distorcono a proprio vantaggio. E’ per questo che vivo modalità “laterali” rispetto all’oggi. Non val la pena imbarcarsi nel nulla.
E tu come ti poni con i nuovi mezzi della tecnologia? Social e contenuti vari?
Li usiamo per comunicare quel che facciamo. Per nostri approfondimenti. Dunque dischi, concerti, quel che ci va insieme. Sono notizie che diamo a chi segue. In questo ci sono molto utili. Ma evito da sempre di entrare in certe logiche oppure di pontificare sullo scibile umano come fanno in tanti. Molto spesso con somma ignoranza e arroganza.
E nel disco? Immagino non ci sia niente di “programmato” o sbaglio?
Rock d’autore che forse a volte diventa anche poesia. Canzoni anche da otto minuti. Libertà assoluta. Piacere di comunicare valori condivisi a chi mi è vicino e apre le sue porte alla mia musica e alle mie parole.
Nel disco anche scritture più datata come la bellissimi “Il migliore dei mondi possibili”. Che storia è questa?
Ci sono un paio di bonus già editi rilavorati per capirci. Uno è il Migliore dei mondi possibili. Li ho inseriti perché erano molto in linea col Diario di vita. “Il migliore” è un’aspirazione che non dovrebbe mai mancarci ma è anche una denuncia al tempo di ingiustizia e di idiozia che viviamo.
Per salutarci due parole da spendere per il podcast che ci racconta il disco. E questa che storia è? Dove lo ascoltiamo?
Nel sito ufficiale trovi uno spazio specifico del podcast. Ogni canzone ha uno scritto registrato che dura qualche minuto. Sono suggestioni e richiami al testo di ogni canzone dell’album