La Tresca: in anteprima il nuovo video “Festa sarà”
Ecco che torna in scena il folk romantico de La Tresca, la più importante folkband che arriva dalla Tuscia portando con se l’immancabile immaginario di scanzonato romanticismo con cui osservare la vita. Saggezza di grande mestiere ma anche un piglio che a tratti richiama quel Kombat Folk irlandese che ormai abbiamo sdoganato nelle tante feste dell’Unità delle nostre province. E non è un caso che sono numerose le collaborazioni che negli anni La Tresca ha avuto con i principali nomi del genere, da Cisco a Erriquez passando per la rock-band ungherese Hollywoodoo. Ecco allora il nuovo singolo: in uscita il 10 maggio per la RadiciMusic dal titolo “Festa sarà”, ennesimo inno alla leggerezza, al modo di pensare alla vita con stupore, con semplicità, con verità. Temi caldi per La Tresca, temi a loro cari… bello il video ufficiale per la regia del bassista Davide Fusi e che vi presentiamo in anteprima: “Una sera, dopo una cena allegra e spensierata, “La Tresca” decide di passare la serata in teatro ad ascoltare il concerto di una band e si trova sul palco la propria immagine riflessa. Comprendere ed accettare il lato nascosto di ognuno di noi, lo specchio non corruttibile di quel che si è, accentuato dal vuoto del teatro che amplifica il peso e l’unicità di ogni scelta. La felicità che ne esce vincente è rappresentata dai palloncini che ci fanno tornare alla realtà, alla bellezza della vita”.
Lo sai che la PFM agli inizi fece un celebre brano dal titolo “È festa”… e comunque da sempre si inneggia ad una “festa” come rinascita dal caos quotidiano. Secondo te perché?
Certo che conosco “È festa” della PFM! “Storia di un minuto” è ancora oggi uno dei miei album preferiti in assoluto. La festa è un rito che accompagna la storia dell’uomo fin dalle sue origini, da quando cioè l’uomo stesso ha capito che vivere in comunità è meglio che vivere da soli. Credo che la “festa” celebri questo bisogno di socialità insito nel genere umano a prescindere dalla cultura di appartenenza e rappresenta un modo per esorcizzare la paura della morte e dell’ignoto quindi più che come rinascita dal caos quotidiano credo che la festa vada intesa come un modo per stare insieme e allontanare dalla mente brutti pensieri.
La musica dunque come medicina, come evasione… come soluzione a questo “male” moderno?
La musica è l’arte evasiva per eccellenza con la sua essenza intangibile e immateriale. Da sempre ha rappresentato una via per allontanarsi dalla realtà alla ricerca di un altrove dove potersi rifugiare dalle brutture della vita reale. Ciò è sempre accaduto e accade tuttora visto che stiamo attraversando un momento storico che di positivo ha poco da mostrare. Sarebbe bello se la musica potesse essere la soluzione ma non credo sia così certo rimane un mezzo formidabile di trasmissione delle emozioni, di riflessione e di aggregazione.
Eppure il brano ha forti colori nostalgici… o sbaglio?
Credo che questa sia la canzone più nostalgia che abbiamo scritto. Nasce durante un periodo particolarmente difficile della vita di uno di noi e porta dentro di sé uno sguardo verso ciò che 25 anni di Tresca sono stati e ciò che altrettanti potrebbero essere quindi nostalgia verso il passato e speranza verso il futuro.
Che rapporto avete con il “passato”? Perché c’è tanto passato dentro questo brano…
Il passato rappresenta per noi il luogo dove è nata e si è temprata la nostra identità artistica. Quest’anno festeggiamo i 25 anni di attività ed è quindi inevitabile il fatto che ci portiamo dietro un bagaglio storico importante, con il quale dobbiamo fare i conti. Durante questo lungo percorso abbiamo visto cambiare profondamente il mondo musicale e non solo. Sono cambiati i dispositivi con cui si ascolta la musica, il modo di promuoverla, di produrla e tutto il settore dell’intrattenimento, al di là delle mode del momento. Ci siamo interrogati spesso se fosse giusto o meno rimanere fedeli alla nostra estetica originaria o se fosse il caso di provare ad esplorare altre strade. Credo che questa canzone rappresenti un tentativo di sperimentare ritmi e stilemi per noi inconsueti rimanendo però ben ancorati alla nostra cifra artistica, tentativo che a noi è sembrato riuscito
Bello il video… ritrovare se stessi… far pace con chi siamo è il primo vero passo per star bene oggi?
Diciamo che noi non abbiamo mai avuto bisogno di ritrovarci perché in realtà non ci siamo mai persi e questo credo rappresenti la vera forza del nostro gruppo. Ovviamente nel corso di 25 anni le nostre relazioni interpersonali hanno subito cambiamenti ed è cambiata la quantità e la qualità del tempo che trascorriamo insieme ciò che non è cambiato è il fatto che ancora oggi possiamo considerarci 7 amici che possono contare l’uno sull’altro in ogni momento. Anche la nostra crescita personale è stata tale da non incidere in maniera negativa sulla band prova ne è il fatto che ancora esistiamo e resistiamo, tra mille difficoltà e questo perché abbiamo ancora voglia di stare insieme, discutere di musica e soprattutto di fare festa. E “Festa sarà”.