Intervista: Rossella
Abbiamo fatto qualche domanda ad una giovane cantautrice che con il nuovo singolo Filo Rosso racconta un percorso di rinascita e riconciliazione con sé stessa.
Tra sincerità cantautorale, verità sonora e poesia viscerale, la cantautrice trasforma la crisi in luce, intrecciando emozioni autentiche e speranza nel suo cammino musicale in continua evoluzione.
Ecco cosa ci ha raccontato.
IR: Filo Rosso è un brano che parla di crisi, rinascita e fiducia nella vita. Da dove nasce l’urgenza di scriverlo e che momento personale rappresenta per te?
ROS: L’urgenza nasce da una chiacchierata con la mia migliore amica, appena ho riattaccato ho immaginato di poter parlare con la bambina che sono stata e ho scritto a fiume questo testo. Voglio un bene particolare a questa canzone che viene dopo anni di crisi, in un momento in cui sto finalmente seguendo la mia passione e sono tornata a vedere la vita a colori.
IR: Hai raccontato che la canzone è come un messaggio d’amore alla bambina che sei stata. Se potessi parlarle oggi, quale frase di Filo Rosso le dedicheresti più di tutte?
ROS: Le dedicherei “pensati felice /la vita vuole che l’abbracci”, perché sento profondamente che la vita ci chieda di essere accolta anche nel dolore che ci porta, che la vera rivoluzione è amare anche i momenti di crisi, senza rinunciare a tutte le emozioni “scomode” che saremo costretti ad attraversare, ma senza mai rinunciare neanche a pensarsi felici, perché la sofferenza non è un destino.

IR: Musicalmente il brano unisce pop e scrittura cantautorale, con strumenti veri e un’energia molto autentica. Quanto è importante per te mantenere questa “verità sonora” nella tua musica?
ROS: Per me è stato fondamentale mantenere un respiro umano dietro gli strumenti suonati in questo brano, credo che si sposi bene con una canzone così viscerale.
IR: Il videoclip di Filo Rosso è molto cinematografico e toccante, con la presenza di una bambina che interpreta te da piccola. Com’è stato rivivere quelle emozioni e rivederti in lei?
ROS: Grazie. Rivedermi attraverso Ludovica Zommers (la bimba che mi ha interpretata) mi ha aiutata anche a perdonare la mia storia. È stato sconvolgente vedere il modo in cui lei è riuscita a sentire e riportarmi le mie emozioni dell’epoca e abbracciando lei nel video, ho anche riabbracciato me stessa. È stata una forma di guarigione.
IR: Vincere il Premio Nazionale Cesare Filangieri con questo singolo è sicuramente un riconoscimento importante. Cosa ha significato per te riceverlo proprio con Filo Rosso?
ROS: Sono stata felicissima anche perché il tema di quest’anno era “la voce degli esclusi” e per me è stata una rivincita personale dato che per anni ho represso la mia voce, metaforicamente e non. Partecipare con Filo Rosso ha reso tutto più emozionante perché la considero una canzone che chiude un cerchio e ne apre un altro tutto da scrivere.

IR: Nei tuoi testi c’è sempre un equilibrio tra poesia e vita vissuta. Come riesci a trasformare esperienze personali anche dolorose in parole che arrivano a tutti?
ROS: Grazie, spero che le persone possano ascoltare sé stesse quando ascoltano una mia canzone. Quello che cerco di fare è essere più schietta possibile, non rielaboro quasi mai quello che scrivo, cerco di lasciare l’impronta iniziale senza troppe revisioni.
IR: Il tuo percorso artistico sta crescendo rapidamente, da Sempre a Mela a Metà fino a Filo Rosso.
Cosa senti che ti sta insegnando questo viaggio e quale sarà, secondo te, il prossimo “filo rosso” da seguire nella tua musica?
ROS: Questo viaggio mi sta insegnando ad esistere come artista al di fuori delle mura di casa mia, mi sta liberando e facendo divertire al contempo. Condividere la mia musica mi ha accentuato il sorriso. Il prossimo capitolo di questo viaggio sarà un po’ più arrabbiato e ferito, è il primo pezzo che ho scritto in vita mia, quindi molto carico emotivamente.
Sto lavorando per il mio album che spero di far uscire in primavera.



