Intervista – Aliperti
In occasione dell’uscita del suo disco d’esordio, abbiamo fatto qualche domanda ad Aliperti, fresco talento di Formica Dischi. Ne è venuta fuori una bella conversazione sulla sua musica, e sul suo modo d’intendere il rapporto tra arte, famiglia e individuo: insomma, merita!
Aliperti, bentrovato su Indieroccia. “Camera Oscura” è il tuo primo disco, dopo una sequenza di singoli niente male. Come ti senti, al debutto sulla lunga distanza, da quanto aspettavi questo momento?
Sicuramente sono molto emozionato, è già da un paio d’anni che lavoro su questo progetto e non vedevo l’ora che tutto fosse pronto per pubblicare qualcosa di più complesso. La cosa che mi piace di più di questo periodo e che sono ripresi live che danno la vera vita a quello che si scrive .
Le tracce, in qualche modo, sembrano delle immagini rubate dal buco di una serratura che affaccia direttamente sulla tua vita. Insomma, quanta “autobiografia” c’è, nella canzoni che scrivi?
Ce n’è molta per me è importante raccontare la verità, tuttavia è capitato che io mi sia ispirato a esperienze reali vissute da persone con cui entra in contatto o da cui prendere spunto.
“Camera oscura” esalta ancor più efficacemente il tuo rapporto con la fotografia, che già emergeva dalle scelte delle copertine. Esiste un concept che lega le varie cover dei singoli pubblicati fin qui con la copertina dell’album?
La fotografia è proprio il tema centrale dell’album. Ogni canzone è pensata come un singolo album fotografico, un insieme di scatti che consentono di ricordare dei momenti, delle sensazioni e delle emozioni passate. Da qui è nata l’idea di utilizzare delle fotografie degli album di famiglia come copertine.
Il singolo di lancio “Zaino” è intriso di una malinconia che sembra essere un po’ il filo di tutte le tue pubblicazioni. Che rapporto hai, in generale, con i ricordi?
In effetti il tema dei ricordi è strettamente legato al concept fotografico dell’album io sono molto legato a questo tema e penso che la relazione tra la memoria e le persone sia affascinante. Le fotografie hanno bisogno delle persone per avere un significato, per dare vita a ricordi passati, ma le persone necessitano delle fotografie per riuscire ad andare a ripescare certi dettagli che a volte suscitano delle emozioni molto potenti.
Esiste un brano al quale, fra tutti, sei più legato?
Sono molto legato a sonno, questo pezzo mi smuove interiormente ogni volta che lo eseguo . Spesso ho avuto la sensazione di essere ammalato di questa canzone.
“Scatta” una fotografia al te del futuro: come ti vedi, in quale posa e dove?
Mi vedo su un palco con una chitarra elettrica bianca in mano e con sotto qualche centinaio di persone a fare quello che mi fa stare bene.
Diciamo che questo è il futuro che mi auguro.