Interview – Vinnie Marakas

Esce mercoledì 15 dicembre 2021 per Dischi Sotterranei Disagio Mediterranée, il primo singolo in italiano di Vinnie Marakas, scritto e prodotto con il musicista e producer Riccardo Giulio Scarparo aKa Richard Floyd. Troviamo qui synth galleggianti, ritmiche dance e bassi funk, espliciti riferimenti alla “golden age” della scena elettronica francese, linee vocali scanzonate e malinconiche, in cui sono riconoscibili gli influssi di un certo cantautorato “punk” italiano. Tutto questo confluisce in qualcosa che potremmo chiamare “italian touch” in cui più urgenze espressive chiedono il proprio spazio vitale. O almeno il proprio lessico per essere ascoltate.

Volevamo saperne qualcosa in più.

  1. Che cos’è il disagio mediterranée? 

E’ un incantesimo. un’ode alla caduta dei concetti nati, come Afrodite, dalla schiuma del Mediterraneo e di tutta la cultura che quei concetti hanno generato. Dalle categorie aristoteliche al “liberté, egalité, fraternité” di matrice illuministica: macerie conservate nei musei e nei villaggi turistici.

E’ un inno alla decadenza. 

  1. Ci puoi riassumere cos’è successo prima della pubblicazione di questo brano? 

Beh parecchie, a dir la verità: 4 miliardi e mezzo di storia della terra, dagli organismi monocellulari, dalle felci, fino a qui. In mezzo secoli e secoli di guerre sanguinose, guerre di religione guerre d’indipendenza, guerre coloniali, guerre di pace, guerre di guerra, guerre al terrorismo, guerre alla droga, guerre alla plastica. Stiamo sempre a guerreggiar.

  1. Cos’hanno in comune Gurdjeff ed Elvis Presley? 

Gurdjeff non tanto come filosofo ma come insegnante di danze sacre, di quei movimenti volti all’attenzione per arricchire e costruire la propria anima e farla durare nel tempo oltre alla durata della carne. Se ora, con questa visione, pensiamo a Elvis è facile capire i punti di contatto, i movimenti certo non sono gli stessi, le intenzioni forse nemmeno, ma il risultato è che siamo qui ora a parlarne. Gurdjeff e Elvis oltre la durata.

  1. Quali sono le tue influenze musicali? Qualcosa che proprio non ci aspetteremmo? 

Non posso non citare il grande Ismael Quintana, leggendario cantante di salsa portoricano degli anni ’70. Anche C. Card, per quanto sconosciuto ai più, ha influito molto sui miei ascolti. La sua “Elegy for Dan Orlowski” è un’opera lirica commovente se si pensa alla biografia dell’artista, e uno dei libretti più avvenieristici che abbia mai letto.

  1. Quale domanda avrei assolutamente dovuto farti, e non ti ho fatto? 

“Hai detto la verità?”

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *