Interview – The Circle
E’ tempo, per i The Circle, di dare un seguito all’ottimo esordio datato 2014. How To Control The Clouds, nuovo disco della band torinese (in uscita il 25 ottobre 2016 per Prismopaco Recordse) deve confermare quanto di buono Life In A Motion-Picture Soundtrack (disco che li vide arrivare in seconda posizione della classifica “alternative” di iTunes, entrando a far parte della top-100 degli album più venduti in Italia) ci aveva mostrato in ambito pop-rock. Dai primi assaggi (i brani Shadows e Shooting Stars) sembra che la strada intrapresa sia altrettanto melodica e affascinante. Ne parliamo proprio con loro alla luce della nostra anteprima proprio del video di Shooting Stars…
Ciao ragazzi, come state?
Ciao ! Tutto nella norma, grazie!
Siamo a casa di Fede in questo momento, sommersi dai lavori per gli ultimi preparativi del disco nuovo.
Si avvicina la pubblicazione del secondo disco: com’è lo stato d’animo attuale?
Non vediamo letteralmente l’ora di farvelo ascoltare.
E’ un lavoro di cui andiamo particolarmente fieri e sul quale abbiamo investito davvero tanto tempo ed energie, ma crediamo che ne sia davvero valsa la pena! Dire che siamo impazienti ed entusiasti è riduttivo.
Facendo un salto temporale e tornado all’esordio datato 2014, mi chiedo se avete ancora in mente i titoli di alcuni giornali che vi annunciavano come “pronti a insidiare i Coldplay“, immagino che anche a distanza di un paio d’anni facciano ancora un bell’effetto, o sbaglio?
Beh, sì. Chiaramente sono traguardi che ti segnano e che, voltandoti indietro, non riesci bene a realizzare. Nemmeno dopo tanto tempo!
Però devo dire che non abbiamo mai dato troppo peso a quei titoli. E’ normale che facciano piacere ma il nostro obiettivo non sono mai state le copertine quanto le persone.
La vera soddisfazione di questi ultimi due anni è stato vedere la gente scriverci, complimentandosi per la nostra musica, e venire ai concerti cantando a memoria le nostre canzoni. Queste sono le cose che ti segnano davvero.
Se poi tutto ciò è contornato da qualche bel titolo di giornale beh…tanto meglio!
In questi 2 anni i The Circle hanno lavorato ininterrottamente al disco o vi siete anche presi una (meritata) pausa per rifiatare?
La parola “pausa” non fa parte del nostro vocabolario: subito dopo la pubblicazione di Life in a motion-picture soundtrack abbiamo iniziato a lavorare alle demo di quello che sarebbe stato il suo successore.
Tra un concerto e l’altro ci trovavamo in studio per incidere nuovi brani e provare mille arrangiamenti possibili per ognuno di questi.
Ed è un po’ quello che sta accadendo anche ora!
Tra poco più di un mese uscirà How To Control The Clouds e noi siamo già al lavoro su nuovi pezzi e su nuovi suoni!
Il primo album aveva un piglio melodico sicuramente accostabile alla band di Chris Martin e soci, ma c’erano anche molte altre influenze riconducibili al pop made in UK. Ho sempre adorato la vostra capacità di creare un climax emozionale all’interno di ogni singolo brano. In questo nuovo disco il punto di partenza è stato lo stesso o, forti dell’esordio, avete voluto partire dalle cose “da migliorare” rispetto all’esordio?
Life in a motion-picture soundtrack aveva certamente dei “punti di forza” e dei “punti deboli”.
Credo faccia parte del processo di crescita di ogni band cercare di migliorarsi di volta in volta, cercando comunque di dare il giusto spazio alla creatività, all’istinto (nel senso più musicale del termine) e alle doti di ciascun musicista che prende parte al progetto.
Ed è sostanzialmente ciò che abbiamo fatto! Abbiamo fatto un disco che, a nostro parere, sintetizza bene le qualità della band, ma che allo stesso tempo risulta più “ragionato” e meno istintivo del suo predecessore.
Particolare che la prima anticipazione del nuovo album sia stata una versione acustica di Shadows, da dove è nata l’idea?
L’idea è nata dal nostro manager, Simone Castello, per rompere quel silenzio a cui, vuoi o non vuoi, tutte le band in fase di registrazione sono costrette.
Così abbiamo deciso di prendere un brano (Shadows appunto) contenuto nel nuovo album e rivisitarlo completamente in una versione live ed acustica. Ciò che nessuno si aspettava è che il pezzo venisse notato da un canale YouTube importante come MOSTLY Strings e che totalizzasse qualcosa come 80.000 visualizzazioni!
Shooting Stars è il nuovo brano che precede il disco: il solito grande ritornello da mandare a memoria ma anche un lavoro chitarristico quasi in territori shoegaze. Che sia una delle vie che dobbiamo aspettarci dal disco?
E’ certamente una delle vie, ma non l’unica!
Grazie anche all’aiuto di Simone Sproccati (nostro produttore artistico per questo album) crediamo fermamente di aver fatto un disco “omogeneo” nella sua totalità, ma che allo stesso tempo porta l’ascoltatore verso tanti mondi sonori diversi.
Mi ha colpito l’indicazione della nota stampa che segnala come il disco è stato masterizzato a Chicago da Carl Saff. Come siete arrivati a lui?
Grazie al nostro produttore, che aveva già lavorato con Carl in passato!
Fare il master da lui a Chicago è stata la classica “ciliegina sulla torta” che ha dato il tocco finale al disco.
Sia nel video di Shadows che in quello di Shooting Stars il bianco è il colore predominante dello sfondo: nuvole non solo nel titolo ma anche nell’iconografia visiva della band, sbaglio?
Non sbagli! Abbiamo volutamente dato questo “taglio” ai nostri ultimi lavori perché lo riteniamo perfettamente coerente con le sensazioni e le atmosfere create dai brani scelti per questi due videoclip.
Sbaglio o tra poco ci sarà una presentazione ufficiale del disco?
E anche qui non ti sbagli.
Presenteremo How To Control The Clouds nella nostra città, Torino, il 29 Ottobre all’Astoria.
Sarà una bella festa e ci sarà anche qualche ospite che annunceremo più in là tramite i nostri canali social.
Avete un disco in questo 2016 che vi ha particolarmente colpito e un altro che invece vi ha decisamente deluso?
Non è ancora uscito tutto l’album ma a giudicare dai primi due singoli rilasciati direi che il prossimo album di Bon Iver sarà una bomba a mano! Leggermente sotto tono rispetto al suo predecessore invece l’ultimo dei Last Shadow Puppets, non tanto dal punto di vista tecnico (difficile poter criticare nomi di quel calibro sotto quest’aspetto) quanto stilistico.
Grazie ancora ragazzi per questa chiacchierata. Chiudete voi con “le ultime parole famose”?
Grazie a voi !
Le ultime parole famose? Mmm Calcutta Presidente del Consiglio!