Interview: The Red Roosters
Ho avuto il piacere di intervistare i The Red Roosters, da poco tornati dal tour europeo, No disgraceTour.
Cominciamo subito parlando del vostro nuovo Ep No Disgrace prodotto dal grande Mauro Pagani. Com’è stato lavorare con lui? Inoltre come è cambiato l’equilibrio della band con l’aggiunta del batterista (Muddy), credete che questa nuova formazione abbia “modellato” molto i The Red Roosters?
Ovviamente, aver avuto la possibilità di registrare No Disgrace sotto la direzione artistica di un personaggio del suo spessore è stato per noi qualcosa di meraviglioso. Mauro infatti ci ha fin da subito fatto sentire a nostro agio, ha creato un clima super rilassato e, di conseguenza, le sessioni di registrazione sono state divertenti e spontanee, anche grazie all’ottimo lavoro svolto da Giuseppe Salvadori, braccio destro di Pagani durante la nostra permanenza in studio. Inoltre, come hai giustamente sottolineato, quando siamo entrati nelle Officine Meccaniche per iniziare le registrazioni Muddy si era unito a noi soltanto da un paio di mesi e quindi stavamo vivendo un momento di pieno cambiamento. I giorni trascorsi alle Officine sono stati perciò fondamentali per farci capire quale sarebbe stata la nuova anima della band. Non dimentichiamoci poi che qualche mese dopo le registrazioni abbiamo accolto in famiglia anche un altro chitarrista, Carlo, che ha contribuito non poco a completare il processo evolutivo che abbiamo subito durante il corso del 2014.
2. Un disco che si ascolta con gran piacere. Fresco ed audace ma con un piede sempre in Albione. Inoltre si sente che è stato registrato tutto in analogico, un’ottima scelta secondo me. Qual’era la vostra idea prima di cominciare le registrazioni? E’ il risultato che avevate in mente?
Le idee prima delle registrazione erano molto vaghe. Sapevamo di voler fare un lavoro un pochino più “fresco” di I Was A Rooster (nostro primo singolo), unendo melodie molto pop a sfondi chitarristi più rock’n’roll, ma non avevamo ancora bene in mente come. Infatti, come già detto, Muddy suonava con noi solo da due mesi, e dei quattro pezzi soltanto uno era completo, agli altri mancavano parti di lyrics o addirittura arrangiamenti completi. Ad esempio Opera 3, come suggerisce il titolo, era un brano senza nome e proveniva da una demo registrata qualche mese prima in sala prova dove la chiamammo provvisoriamente “Opera 3”. Alle Officine Meccaniche poi, mentre ci scervellavamo per trovare un titolo un pochino più complesso, Mauro si avvicinò e disse “Opera 3 è bello come titolo.” A quel punto è rimasta così.
3. C’è stato un album in particolare che avete ascoltato durante il “periodo di gestazione” del disco? Altre influenze che credete significative?
Non c’è stato un album particolare che ha segnato il periodo delle registrazioni, anche perché all’interno del gruppo i gusti sono vari. In generale le nostre influenze principali sono i Byrds e i Beatles sotto il profilo delle melodie vocali, gli Stones, i Faces ed i Big Star per quanto riguarda la componente ritmica (batteria-basso-chitarra ritmica). Se invece dovessimo elencare tutti gli artisti che rappresentano una nostra fonte di ispirazione la lista si farebbe infinita: The Who, The Kinks, Oasis, Blur, Wilco ecc.
4. Quale dimensione preferite? Quella di composizione o quella live?
Tutta la vita quella live. Comporre canzoni, registrarle e produrle è un passaggio obbligatorio nel ciclo di vita di una band, ma la parte che ci diverte in assoluto di più è quella del palco, degli amplificatori e delle chitarre leggermente calanti. Anche perché crediamo che soltanto dal vivo riusciamo a sprigionare al massimo il nostro potenziale.
5. Siete appena tornati da un tour europeo. Raccontateci com’è andata (vogliamo sapere gli episodi piu folli o scabrosi- non fingete di essere bravi ragazzi!) e se c’è una città in particolare che vi ha regalato piu emozioni.
Il No Disgrace Tour è stato folle. Sia per il fatto che non ha mai avuto un minimo senso logico geografico (passare da un giorno all’altro dai Piani di Bobbio a Berlino oppure da San Donato a Cork non ha molto senso), sia per alcuni episodi abbastanza bizzarri che ci sono accaduti. Ad esempio quando siamo stati arrestati a Monaco di Baviera, oppure quando Jaja ha perso il volo da Londra, oppure quando siamo stati truffati da un ciccione irlandese a Cork…Per non parlare della caduta notturna in bicicletta di Muddy in un luogo non del tutto precisato tra Cusano e Cormano o quella di Edo sulle piste da sci dei Piani di Bobbio mentre cercava di trasportare un amplificatore sulla neve con addosso dei Beatles boots…Abbiamo amato tutti i posti in cui siamo stati e ringraziamo locali e promoters vari per averci dato occasione di suonare; se dovessimo però scegliere una città che ci ha veramente entusiasmato dal punto di vista del fermento notturno è Londra, anche più di Berlino.
6. Prima di salutarvi ci dite le prossime serate per sentirvi suonare?
Mercoledì 27 maggio chiudiamo il tour con una serata speciale al Magnolia con i ragazzi di Linoleum.
Durante l’estate, invece, partecipiamo al Ferme.