Interview: Little Pieces Of Marmelade

Cominciamo dal presente. E’ di pochi giorni fa la notizia della data all’Alcatraz… bella botta- Come l’avete presa?
La notizia dell’Alcatraz è stata una bella botta, ancora dobbiamo realizzare. Solitamente ci mettiamo 1 mesetto a concepire cose di questo tipo come reali. È uno dei sogni della vita e non vediamo già l’ora, per l’Alcatraz e per quel 2022 nel calendario delle date live che suona benissimo! (ndr. I LPOM suoneranno all’Alcatraz il 10 marzo 2022)

Immagino che il tour partito alla grande, vi stia dando non poche soddisfazioni… andiamo al futuro… progetti in corso?
Si, il tour è partito nel migliore dei modi, già due sold-out, cominciamo più che bene, e il pubblico si è dimostrato sempre calorossissimo fino a ora, nonostante i posti a sedere. Sentiamo proprio che la gente aveva bisogno di ritrovarsi a viversi la musica live e anche noi.

Progetti per il futuro: scrivere, suonare, scrivere , suonare, scrivere suonare all’infinito…

Di nuovo un salto nel passato: come vi siete conosciuti? E’ stato subito un colpo di fulmine musicale o ci è voluto tempo prima di sentirvi una coppia di fatto sul palco e in studio?
Ci siamo conosciuti che eravamo poco più che bimbetti , strimpellavamo già per i cavoli nostri e ci siamo detti di provare a fare qualcosa insieme per divertirci. E non ci siamo lasciati più.

Avete le stesse influenze o vi siete contaminati a vicenda?
Abbiamo sempre avuto più o meno le stesse influenze musicali, DD ascolta più rap e Hip Hop  Frankie più elettronica e IDM. Se iniziamo a scornarci per gli ascolti, mettiamo gli Electric Wizard.

Come nascono i vostri pezzi?
I nostri brani possono nascere in qualsiasi modo. A volte partiamo da un riff di chitarra, a volte da un riff di batteria, a volte dall’ ultima cosa che c’è da fare, tipo microfoniamo tutto, ci premixiamo i suoni e registriamo a caso e poi facciamo dei cut per creare delle forme-canzoni… oggi come oggi puoi fare tutto, e non seguiamo uno schema standard per scrivere, ma ogni volta variamo e impazziamo.

La scelta di partecipare ad XFactor è stata una scelta ragionata o un flusso lisergico di pensieri che poi ha preso forma?
A giugno scorso ci hanno contattati degli scout di Xfactor e hanno stra-insistito per farci iscrivere. Noi non eravamo proprio fan del programma e pensavamo di andarci a schiantare in un talent come quello. Ma poi abbiamo saputo che volevano gli inediti  e ci siamo guardati intorno. Venivamo da 3 anni di fermo, mandavamo continuamente mail a etichette agenzie per “trovare lavoro” ma niente non ci filava nessuno. Allora ci siamo detti “o la va o la spacca! noi vogliamo fare questo nella vita!”. Per noi suonare non è mai stato un hobby e non lo sarà mai.

Com’è lavorare con Manuel Agnelli? Vi sentite ancora?
Lavorare con Manuel è stato importantissimo, abbiamo scoperto dei lati di noi che non conoscevamo e ci siamo migliorati tantissimo, ci ha sbloccato un sacco di cose. Sia lui che Rodrigo ci hanno fatto credere in noi stessi e sì, siamo ancora in contatto con loro per produrre il nostro prossimo disco.

E suonare con Alberto Ferrari? Panico o sangue freddo?
Suonare con Alberto è stato un sogno, una delle esperienze più belle di sempre, non avremmo mai creduto di vederlo lì con noi sul palco. Ora dopo un tot mesi abbiamo realizzato, assurdo ma abbiamo mantenuto sempre la calma e il sangue freddo e ci siamo davvero divertiti sia alle prove che sul palco che in camerino. Non smetteremo mai di ringraziarlo, sia per la musica che fa che per aver accettato di venire a suonare con noi in tv.

C’è una cosa che fate sempre prima di salire sul palco?
Sì, certo, abbiamo i nostri riti, come tutti. Ovviamente non posso dirti altro sennò si rompe l’incantesimo e andiamo tutti in galera!

E’ opinione comune che il palco sia il vostro vero habitat naturale come musicisti, che sia il luogo dove vi esprimete al meglio e con maggiore intensità, anche voi la vedete così o forse pensate che il vostro lavoro in studio sia un po’ sottovalutato?
Il palco è da sempre il nostro posto ideale, dove siamo senza briglie e senza limiti. Lo scambio di energia con il pubblico è fondamentale… più il pubblico scalpita e più noi picchiamo e viceversa, è quello il bello del live. L’aspetto difficile sta nel convertire quella furia e quell’energia sul disco, ci stiamo lavorando molto su questo!

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