Interview – Giulio Fagiolini

Esce venerdì 11 febbraio 2022 Eco, il nuovo singolo del pianista e compositore Giulio Fagiolini, in distribuzione Believe Digital. Note cristalline, profonde e riverberate, risuonano in questa nuova composizione che l’autore descrive così: I ricordi di un amore ormai perduto tornano a galla dopo molto tempo e non resta altro che l’eco delle ultime parole. Un brano immersivo che trasporta come acqua che scorre, fluida e limpida

Ne abbiamo parlato direttamente con lui

1. Quali sono le tue influenze musicali? Qualcosa che davvero non ci aspetteremmo?

Tutta la musica mi influenza, quella che mi piace e quella che non mi piace. Tuttavia, ho i miei baluardi, i cosiddetti “evergreen”. Tra gli artisti che mi hanno influenzato di più ci sono sicuramente Patrick Watson con gli album “Close to Paradise” e “Wooden Arms”, oltre a Tamino con “Amir”, Angelo de Augustine con “Tomb”, Bon Iver con “22, a milion”, Yann Tiersen con “EUSA” finendo con Stromae con “racine carrèe” e Joji con “Nectar”. Questi sono gli album che mi hanno ispirato e fatto viaggiare in questi ultimi anni.

2. Perchè “Eco” è la colonna sonora perfetta per questo periodo?

“Eco” non ha la pretesa di essere universalmente perfetta in questo momento storico. “Eco” sono le ultime parole famose che rimangono in mente e risuonano quando si realiz- za la fine di un sentimento e l’inizio di qualcosa di nuovo. Il mio augurio va a tutte le per- sone che in questo periodo possano ricominciare nuovi amori, nuove storie, nuove espe- rienze, nuovi viaggi, con l’auspicio di poter ritrovare quella leggerezza e spontaneità che ci contraddistingue e che da due anni a questa parte si è esaurita a causa della pandemia e di tutte le sue conseguenze sanitarie, sociali, relazionali ed economiche.

3. Come hai vissuto il tempo in più concesso dalla pandemia?

Ho vissuto la pandemia vicino alla mia famiglia, ho cresciuto un gatto, ho cambiato lavo- ro, ho cambiato case, ho conosciuto persone importanti, ne ho ritrovate tante ed abban- donate altrettante, ho riorganizzato le idee, ho composto e prodotto molta musica. E’ sta- to un momento svolta credo, nel quale ho preso più consapevolezza su molti aspetti della mia vita.

4. “Eco” è un brano che sarebbe nato comunque, se non ci fosse stata la pandemia?

“Eco” è stato concepito pochi giorni prima della pandemia ed ho deciso di “partorirlo” proprio adesso, come punto di non ritorno e come nuovo inizio.

5. Come mai questo cambio di percorso verso la neoclassica?

Comporre musica strumentale partendo da un pianoforte è l’unica cosa che mi permette di non pensare a qualcuno o a qualcosa nello specifico in quel momento, rappresenta per me una sorta di varco spazio-temporale. Il fatto che non faccia ricorso all’uso di parole e quindi a una lingua specifica mi fa credere nella forza della musica e della sua comunica- tività che supera ogni confine. Parlare di me e di ciò che mi circonda agli altri con delle sole note rappresenta un momento di autenticità ed originalità che credo la musica stia gradualmente perdendo.

6. Quale domanda avrei assolutamente dovuto farti e invece non ti ho fatto? Quale invece la risposta?

Anima o corpo? Conosco a memoria molte citazioni del maestro Miyagi.

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