Interview – Giardini di Chernobyl
A distanza di un anno e mezzo dall’uscita di Cella Zero (Zeta Factory,2105) tornano i Giardini di Chernobyl con un Ep dal titolo Magnetica (Zeta Factory, 2016), uscito questo 24 ottobre. Fin dal loro debutto il trio marchigiano ha catturato la nostra attenzione e l’uscita di questo nuovo lavoro ci sembra un’ottima occasione per rivolgere loro qualche domanda. Li abbiamo contattati per mail per una breve chiacchierata. Buona lettura!
Ciao ragazzi! La prima domanda è un po’ una domanda di presentazione che può sembrare banale, ma forse è necessaria, quantomeno per chi non vi conosce ancora. Da dove nasce il vostro nome?
SIMONE: Il nome nasce dall’accostamento di due parole che esprimono concetti contrapposti: i “giardini” a simboleggiare uno spazio pulito, verde e profumato; “di Chernobyl” che invece porta alla mente la devastazione e la parte più sporca che si cela dietro l’immagine precedente. Il tutto cerca di rapresentarte i tempi in cui viviamo.
Sia Cella Zero che Magnetica ha visto dietro le quinte Giulio Ragno Favero del Teatro degli Orrori, un grande musicista e professionista. Immagino che avere avuto lui alla cabina di regia abbia fatto la differenza. Come siete entrati in contatto con lui?
EMANUELE: Giulio ha lavorato con noi solo in CELLA ZERO, mentre l’EP MAGNETICA è stato realizzato da me precedentemente, con l’aiuto di alcuni tecnici nella produzione, ma tutta la direzione artistica, è stata seguita e gestita da me personalmente. Infatti, fu proprio questo EP (che all’epoca era più una sorta di demo), che ci fece incontratìare con Giulio, e da lì nacque poi Cella Zero.
STEFANO: Il suo apporto è stato determinante in CELLA ZERO, e oltretutto ci ha accresciuti sia nell’aspetto “lavorativo” che umano, e comunque ci ha dato la possibilità di lavorare fin dalla prima esperienza con qualcuno di molto professionale.
Ho sempre pensato che l’Ep fosse un buon modo di farsi conoscere ma, di fatto, voi avete già esordito con Cella Zero lo scorso anno. Dunque, vi chiedo, come mai avete scelto di uscire con un EP invece che con un disco?
EMANUELE: Praticamente, nel 2013 iniziai a scrivere alcuni brani e decisi un giorno di registrarli, per vedere come sarebbero venute le idee che avevo in testa, cosi nacque questo EP. Appena i brani furono registrati, notai che avevano una sonorità del tutto furi dai soliti schemi, cosi decidemmo di inviarli ad alcuni addetti del settore, per sapere cosa ne pensassero, e da subito ricevetti interesse da parte di alcune etichette indipendenti , oltre che la risposta di Giulio Ragno Favero per occuparsi della registrazione del nostro primo album. Da qui cominciammo a lavorare subito insieme alla stesura di nuovi brani, che poi divennero il nostro album di esordio Cella Zero. All’inizio volevamo inserire i brani contenuti in questo EP in Cella Zero, ma ci rendemmo conto che il disco con il lavoro di Giulio, aveva delle sonorità troppo differenti dai brani che avevamo già, quindi decidemmo di prenderne solo 2 (Iago e Odio il sole), e di rielaborarli, per renderli adeguati alle sonorità del disco, mentre gli altri decidemmo di metterli in archivio. E’ da qui che naque lidea di prendere queste tracce, (comprese le 2 usate in Cella Zero, ma proporle nella loro versione originale) e di farne questo EP.
SIMONE: l’ep è stato un pò il fulcro della trama, lì ci sono le prime idee, le prime sonorità che hanno incuriosito molti “addetti ai lavori”. Siamo curiosi della risposta che ci darà il pubblico per questo “concept”
STEFANO: Inoltre il nosto Ep e in free download a questo link: http://www.igiardinidichernobyl.it/index.php?option=com_content&view=article&id=26&Itemid=192
Come regalo a tutti quelli che ci hanno seguito in questi 2 anni, e per tutti querlli che lo voranno fare in futuro.
La vostra musica subisce molto le influenze della scena alternativa anni ’90 e del nu metal anni 2000, vi ispirate a qualche gruppo particolare? Quali sono le vostre principali influenze?
EMANUELE: Il nostro sound contiene anche influenze di quei anni, ma le chiamamiamo appunto influenze, perchè comunque a nostro parere crediamo di essere riusciti a creare qualcosa di unico, visto come si concepisce il rock in Italia.
STEFANO: Ci piace il miscuglio di ascolti diversi, che poi influenza singolarmente ognuno di noi e che viene amalgamato infine nei nostri pezzi
Parlando di influenze, queste erano molto più percepibili nel vostro disco d’esordio, mentre in Magnetica ho notato una sorta di emancipazione, una crescita nei suoni e nelle strutture dei pezzi, mentre con riferimento ai testi credo ci sia una continuità rispetto a Cella Zero. Voi cosa ne pensate?
EMANUELE: Le prime tracce che ora sono in questo EP erano appunto un sorta di esperimento creativo, mentre quando siamo entrati in studio per Cella Zero abbiamo optato per realizzare dei brani sotto il punto di vista creativo, più punk, nel senso che li abbiamo concepiti con meno arrangiamenti e meno produzione, quindi molto più diretti è naturali, potrei dire più live. Per il discorso testi, usiamo molto la chiave metaforica per far sì che ognuno possa dargli una sua libera interpretazione. Le tematiche dei testi rimangono legate al significato del nostro nome e cioè la difficolta nel rimanere parte di una societa che contina ad essere un sistema al quale è sempre più difficile dargli un senso.
State lavorando al nuovo disco? Quando è prevista l’uscita? Proseguirete lungo la scia di Magnetica?
STEFANO: Stiamo lavorando sodo, abbiamo dei brani nuovi pronti; per l’uscita è presto per sbilanciarsi, ma diciamo che l’idea è quella di tornare in studio prima possibile, direi che non faremo niente nè per allontanarci nè per proseguire il sentiero di Magnetica, non ci poniamo il problema, portiamo in sala prove quello che abbiamo da dire con i nostri strumenti e ci costruiamo, poi se questo ci terrà o meno su una certa linea lo lasceremo decidere a chi ascolterà.
SIMONE: Si, abbiamo già diversi pezzi nuovi, che a mio avviso non accosterei troppo nè a Cella Zero, nè a Magnetica, sarà sicuramente un disco più maturo, piu ponderato, siamo molto soddisfatti di quello che sta venendo fuori!
Avete suonato live in diversi club italiani per il Cella Zero tour. Qual è stata la risposta del pubblico? E soprattutto chi è il pubblico de IGDC? Quale è stato il live che vi ha dato più soddisfazione e quello che al contrario vi ha lasciati insoddisfatti?
STEFANO: Siamo molto soddisfatti della risposta del pubblico, di solito nei live diamo tutto, e la gente ha sempre risposto bene, difficile dare delle preferenze in positivo o negativo, comunque ogni live presenta difficoltà e soddisfazioni diverse, cerchiamo solo di fare esperienza sulle prime e goderci decisamente le seconde, quanto al pubblico noi non ci rivolgiamo a nessuno in particolare, e direi che abbiamo avuto diverse fasce di età e diversi tipi di “personaggi”, quello che più ci fa piacere è incontrarli dopo i concerti e sentire la loro soddisfazione, questo è decisamente il premio che più ci spinge a proseguire
SIMONE: La risposta del pubblico è sempre molto buona, siamo sempre soddisfatti anche perche ogni volta riusciamo a trasmettere al pubblico tutta l’energia che si crea sul palco! Una delle date piu belle e piu sentite è stata quella di San Vito dei Normanni, in occasione del Rockinday Festival 2015, veramente, una bella serata e un pubblico fantastico… Per quanto riguarda la meno soddisfacente, sinceramente non ce n’è una in particolare, siamo sempre carichi a pallettoni e ci divertiamo sempre tantissimo a suonare insieme; c’è una fantastica alchimia.
In bocca al lupo! Grazie mille ragazzi!
MANU – STE – SIMO
Grazie a te! E CREPI IL LUPO! 😉