Interview – Daniele Coletta
Lo scorso 29 gennaio è uscito su tutte le piattaforme digitali Tasto Rotto, l’ultimo singolo di Daniele Coletta nato dalla collaborazione con Marco Canigiula e la sua etichetta Cantieri Sonori. In questo pezzo, Daniele racconta la sua esperienza personale con l’amore, e in particolare ripercorre la fine della sua ultima relazione.
Spiega l’artista a proposito del suo nuovo inedito: «Immaginate una relazione apparentemente perfetta, bella come uno di quei film romantici in bianco e nero. Poi arriva il momento in cui apri gli occhi e ti rendi conto che, se tu molli le redini per un secondo, crolla tutto. Continueresti a soffrire o ti difenderesti?».
Ciao Daniele e benvenuto su Indie-Roccia! Come prima cosa, parliamo del tuo ultimo singolo: come è stata la lavorazione di Tasto rotto e come è nato in te il bisogno di creare questo pezzo?
Tasto Rotto è nata dall’esigenza di dire qualcosa al ragazzo che mi aveva spaccato a metà. Quando la nostra storia è finita ero a NYC e sono rimasto lì per qualche mese, lontano da tutto e tutti. Per giorni sono stato combattuto tra il dire tutto quello che era rimasto “non detto” e rimanere in silenzio, sapendo che dire il “non detto” non avrebbe portato a niente. Così ho iniziato a collezionare note sul mio cellulare. Al mio rientro in Italia sono andato in studio, mi sono seduto con Marco Canigiula di Cantieri Sonori e dopo pochi minuti avevamo Tasto Rotto.
Parliamo invece del tuo rapporto con la musica: sappiamo che hai iniziato a studiare canto a dieci anni, come pensi di essere evoluto musicalmente da allora fino ad oggi? Quali sono state le tappe fondamentali che ti hanno portato ad essere l’artista che sei adesso?
Ho iniziato a studiare canto all’età di 8 anni. Poi ho fatto innumerevoli contest canori nazionali ed internazionali. Gli studi all’estero, poi Ti lascio una canzone a 16 anni e X Factor a 20. Sarò sincero: fino ad X Factor ho studiato moltissimo e il mio scopo era soprattutto quello di affinare la tecnica in modo da poter essere in grado di cantare qualunque cosa, però ero quasi unicamente un interprete. Prendevo le parole di qualcun altro e le facevo mie. Ti dico che sicuramente a partire da X Factor qualcosa è cambiato. Ed è stato un percorso molto ricco. In questi (quasi) 10 anni c’è stato tanto ascolto, tanta ricerca musicale e personale. Ho trovato me stesso, una nuova “voce”, e in un certo senso sono tornato al mio primo vero amore: l’RnB, che fino a qualche anno fa non vedeva luce nel panorama italiano.
Hai avuto anche diverse esperienze all’estero, quale è stata secondo te la più importante?
Me ne vengono in mente due. La prima senza dubbio quella di Los Angeles. Avevo appena 14 anni e mi sono ritrovato a studiare in questa accademia con altri 180 studenti, tutti stranieri. Non parlavo neanche inglese all’epoca. Mi sono confrontato con così tanti stili, voci e personalità che il mio cervello ha dovuto lavorare in maniera super veloce per trattenere il più possibile. Ho avuto modo di conoscere artisti del calibro di Amy Winehouse e Justin Timberlake, di cantare per loro. Ho avuto le prime grandi conferme che non stavo prendendo una strada sbagliata. Non lo scorderò mai.
La seconda è a New York City ed è molto più recente. Dopo la rottura con il mio compagno (il Tasto Rotto) sono rimasto per qualche mese a New York. Ero lì solo, senza conoscere nessuno, senza avere una casa o un posto dove alloggiare. La mia personalità estroversa e “caciarona” in quel contesto mi è stata di grande aiuto. Dopo essermi stabilito lì ho iniziato a frequentare locali musicali e a conoscere gente, e per fortuna a NYC dove ti giri ti giri incontri qualcuno di interessante. In pochi giorni ho fatto amicizia con un ragazzo del New Jersey, un pianista eccezionale, e siamo stati inseriti come artisti in una serata meravigliosa al Birdland Theatre di Times Square.
Che cosa ti è rimasto dell’esperienza ad X Factor nel 2012?
X Factor è stata una grande esperienza per me. Senza quella probabilmente non mi conoscerei così bene. Credo che la cosa più grande che abbia fatto il programma per me sia stato proprio mettermi davanti ai miei limiti, farmeli conoscere, farmi conoscere le mie paure, farmi fare i conti con l’adrenalina, la paura, la rabbia, la gioia, il rifiuto.
Che cosa ne pensi dell’attuale scena musicale italiana e come pensi di poterla arricchire?
Penso che negli ultimi anni la scena musicale italiana abbia aperto le porte e buttato giù tanti muri. Credo che dalla vittoria a Sanremo del mio collega Mahmood le cose siano cambiate.
I generi non sono più così rigidi e credo che ci sia spazio per tutto. Credo che le nuove generazioni siano interessate ad ascoltare qualunque esperimento, qualunque progetto.
Se avessi presentato al pubblico un progetto come Tasto Rotto qualche anno fa probabilmente mi avrebbero detto: “ma dove vai con un brano soul, rnb e dalle sonorità motown in Italia?”
C’è un artista, italiano o straniero, con cui vorresti avviare una collaborazione? Qual è, insomma, il featuring dei tuoi sogni?
Una domanda difficilissima. Per l’Italia mi piacerebbe tanto collaborare con Frah Quintale, in questo momento è il numero uno per me. Mi piace come scrive e come dice le cose, oltre ad avere una voce pazzesca. Per quanto riguarda l’estero direi Bruno Mars. Lo ascolto a loop e altroché se mi piacerebbe collaborarci!
Hai voglia di darci qualche anticipazione sui tuoi prossimi progetti?
Tasto Rotto è il primo singolo di un progetto al quale sto lavorando con Marco Canigiula e il team di Cantieri Sonori. Non ho pensato di fare uscire un album per il momento, credo che procederemo con l’uscita di singoli durante questo 2021. Poi vediamo cosa succede. Nel frattempo, continuo a scrivere, pubblicare nuove canzoni, spero di arrivare a più persone possibili e fare tanti live. Non vedo l’ora di tornare sul palco!