Interview: Alessandro Baronciani
Fumettista, grafico, scrittore, insegnante e cantante/chitarrista degli Altro. Diviso tra Milano e Pesaro in cui è nato e vive ha iniziato mandando i primi lavori per posta agli ‘abbonati’ per poi pubblicare tre graphic novel originali e ispirate (‘Una Storia A Fumetti’ , ‘Quando Tutto Diventò Blu’ e ‘Le Ragazze Nello Studio Di Munari’), un libro per adolescenti (‘Mi Ricci’!) . La punk-rock band degli Altro è l’altro suo sfogo creativo. Abbiamo parlato di tutto… tutto cosa? Musica e fumetti… che domande!
Come nasce un tuo libro? Ti basi su avvenimenti personali o è pura invenzione?
La narrazione è una invenzione, ma le situazioni devono esserti successe. Non puoi inventare delle situazioni che non hai mai vissuto. L’immaginazione fa tutto il resto. Quando ho cominciato a pensare al libro su Bruno Munari, inizialmente volevo scriverne la biografia, poi ho provato ad inserirla all’interno di una storia d’amore. Staccandomi dall’idea di una biografia e portando la storia in una cosa che conoscevo meglio ho avuto più occasioni per raccontare Bruno Munari come volevo. Per questo non posso dire che sono avvenimenti reali ma più situazioni che servono per il racconto, tipo la partita di calcio di quando ero bambino nel quartiere di Soria alla fine del libro. Ho giocato si e no a calcio tre o quattro volte in vita mia – ero una schiappa – . Si ‘raccatta’ dal vissuto e lo si usa per lo scopo della storia. Molte volte ricreo situazioni vissute e faccio dire le cose che avrei voluto dire in quelle occasioni invece delle fesserie che poi avevo detto (ridiamo NDI)!
Per quanto riguarda la sceneggiatura e l’impostazione dei libri decidi tutto tu?
Sì certo, poi ovviamente ho degli amici di fiducia a cui tormento la vita facendogli ascoltare le storie che ho intesta. Lo faccio più che altro per capire cosa sta succedendo e le reazioni di chi mi sta ascoltando. Per un buon libro ci vuole anche un buon editor che ti dà le dritte e ti trova libri sull’argomento che stai trattando. L’editor è come il professore della tesi. Mi piace pensare che il risultato finale sia un lavoro non solo mio ma di un insieme di persone. La visione dell’artista che fa tutto da solo è una visione romantica che non mi esalta. Certo, è un lavoro molto individualista, ci sei solo tu dietro il banco di regia, ma la realtà è che è anche un lavoro di gruppo.
Forse sono io ma avevo in mente i fumetti seriali, dove c’è lo sceneggiatore, il disegnatore e tutta una serie di figure di contorno…
Sono mondi differenti. Il fumetto seriale è organizzato in questo modo: con sceneggiatore, disegnatore, etc… tutto perché altrimenti non uscirebbe ogni mese in edicola. Il lavoro dell’autore viene suddiviso su più persone, tanto che lo sceneggiatore nei fumetti diventa quasi più importante del disegnatore. In Giappone, ad esempio, abbiamo il mondo del fumetto seriale è organizzato in modo molto differente: tutto gira intorno alla figura dell’artista/autore che crea, pensa, sceneggia, disegna la storia. E i fumetti, in Giappone, escono settimanalmente.
Da dove arrivano il tuo tratto e il tuo stile ? Hai degli autori di riferimento?
Lo stile lo trovi con un po’ di tempo. Ha a che fare con la personalità. Devi avere il tempo necessario per tirarlo fuori. Per quanto mi riguarda l’ho rifinito nei due anni di perfezionamento dopo le scuole superiori. Ci vuole un periodo di ‘parcheggio’ dove nessuno ti rompe le scatole in cui devi avere il tempo di fare le cose che vuoi fare. La mia generazione, poi, è cresciuta con l’incubo del militare: se non studiavi dovevi partire! Ad esempio hai mai pensato perché in Italia non ci sono tante band famose nella musica alternativa prima degli anni ottanta? Le conti sulle dita di una mano. Una band diventava abbastanza famosa per poi dover lasciare tutto fermo per un anno per colpa del chitarrista di turno che partiva per il militare.
È faticoso fare un libro?
Faticosissimo . Hai sempre paura di non essere in grado di raccontare una cosa. Mi piace molto lasciare la scena sospesa e penso “tanto poi si capisce lo stesso” (ride NDI) , poi spesso non è vero e devi cercare un compromesso fatto di tantissime riletture. La cosa più difficile è iniziare. Da lì parte tutto. Inizi a domandarti se quello che fai è importante, e se lo è per chi lo è. Poi arriva una fase in cui finalmente passi sopra a tutte queste serie di seghe mentali (ridiamo NDI)
Da lettore ti dico che i ‘sospesi’ che lasci parlano molto…
Grazie mille! Ho sempre pensato che le immagini sanno parlare molto da quando lessi una vignetta dei Peanuts dove Sally, la sorella di Charlie Brown, presenta in classe una relazione di duemila parole, e visto che aveva letto da qualche parte che “un disegno vale mille parole” fa due disegni (ridiamo NDI)
Tornando agli argomenti dei tuoi fumetti, dicevamo che sono solo in parte autobiografici.
Ma chissà perché tutti vogliono sapere se sono autobiografici!
Ma sì dai vogliamo sapere se hai mai avuto tre ragazze insieme (come succede al protagonista di ‘Le ragazze nello studio di Munari’ NDI)!
(ridiamo NDI) Ma dai! Tre ragazze insieme no, ma chi non ha mai avuto una situazione incasinata! Comunque se mi hai fatto questa domanda te lo sei chiesto mentre leggevi il libro, e quando leggi un libro e ti viene in mente che tutto quello che stai leggendo è realmente successo, secondo me è un ottimo risultato. E poi, se scrivevo una storia di fantascienza mi chiedevi se avevo visto gli omini verdi?
Eh ma non l’hai fatto di fantascienza!
È perché non mi piace disegnare le astronavi, vengono sempre a forma di fungo. (ridiamo NDI)
Se vuoi possiamo metterla così: Bob Dylan a questa domanda aveva risposto così: “ma se parlavi con Shakespeare gli chiedevi se aveva ucciso suo padre?”
(ridiamo NDI) la realtà che metti dentro le storie sono i motivi principali di immedesimazione. Ad esempio: quando il protagonista de’ Le Ragazze Nello Studio Di Munari’ sta parlando con la sua ragazza e improvvisamente gli telefona un’altra ragazza. Vorrei sapere a quanti non è successa una cosa del genere.
Il personaggio della storia come è nato?
Di solito nelle storie si cerca di empatizzare con il protagonista. In Quando tutto diventò blu la protagonista soffre di attacchi di panico e tu ne sei così coinvolto che non vedi l’ora di leggere il finale. E’ il bello delle storie; di tutte le storie, da quelle raccontate a voce a quelle viste al cinema. Per questo che funzionano: ti ci immedessimimizzi (ridiamo NDI). Vorresti essere quella persona. Ieri sono andato al cinema a vedere Laputa di Myahazaki, un bellissimo film in animazione degli anni 80. Ebbene quasi tutto il film i protagonisti si chiedono se esiste veramente questa città che vola nel cielo e anche tu come loro aspetti di vedere comparire il castello tra le nuvole. Ma il film si chiama appunto Laputa- ilcastello nel cielo! È ovvvio che prima o poi apparirà nello schermo. Tutti in sala si aspettano il castello nel cielo, eppure finchè dalle nuvole non si apre il finale tutti in sala ci chiediamo se ci sia o meno. Rileggere e rivedere le storie lo facciamo per avere sempre quella sorta di gratificazione finale implicita nel titolo. Le storie ti fanno scaturire tantissime emozioni e molte sono dovute all’empatia che provoca in noi il personaggio. Per Le ragazze nello studio di Munari ho voluto provare invece a vedere cosa succedeva se il personaggio è una persona antipatica. Tanto che anche le pessime figure che fa durante la storia ti fanno sorridere e ti domandi se anche tu sei stato così in vita tua: “ma io non sono così”. Per renderlo così insopportabile ho caricato sul personaggio le figuracce di ben più di tre o quattro amici insieme.
Tutto il lavoro che metti per creare una storia e finire un libro, poi ti torna, in qualche modo, con tutto il contorno che c’è nel post pubblicazione? Ti soddisfa incontrare delle persone e presentare i libri e ne ricavi l’energia per farne altri o rimane tutto uno sfogo creativo o è solo lavoro?
Fare un libro e presentarlo e soprattutto conoscere le persone fa parte della creazione del libro. Io faccio l’illustratore e sono io l’azienda di me stesso, sono il capo e l’unico dipendente, l’account e il manager e anche l’operaio. Se uno sciopera è un disastro (ride NDI). È come incidere un disco e poi andarlo a suonare dal vivo. La promozione del lavoro fa parte della creazione. Il libro nasce quando lo vai in giro a vendere, che sembra la prima lezione di marketing, ma è la verità e forse e anche la più bella perché è il primo riscontro. Quando abbiamo iniziato a suonare negli Altro nessuno pensava che sarebbe stato quello di cui avremmo vissuto. Vivere di musica era qualcosa che non ci interessava; ma uscire di casa prendere la macchina e andare a suonare a Ivrea e conoscere i Nuvolablu e dormire poi a Torino a casa di Andrea Pomini di cui leggevamo le sue recenzioni nella sua fanzine, era tutto quello che ci faceva sentire che non stavamo assolutamente perdendo del tempo. Forse ci piaceva scoprire che loro erano dei ragazzi come te, che probabilmente vivevano in case come la tua e con i genitori simili ai tuoi. Cambiava l’accento ma avevano le tue stesse idee e passioni e gusti musicali. Erano amici che ti sei trovato e con cui non sei cresciuto. Straordinario. Ora con internet è tutto più facile, se vuoi trovare qualcuno a cui piacciono, chessò i Fugazi, lo trovi. Una volta era impensabile a meno di fare una fanzine e diffonderla per posta. Forse presentare un libro è come quando incontri le persone dopo un concerto.
Come vedi lo stato del fumetto, della graphic novel in particolare, in Italia?
Per quanto riguarda la graphic novel, il mercato, a dispetto della ‘crisi’, sta andando. Ci sono diverse case editrici ed è più facile trovare i libri di una volta dove per trovare certi fumetti dovevi andare alle fiere. Ora anche le grandi catene di librerie, una volta inventato la categoria ‘Graphic Novel’, hanno riservato degli spazi. Prima per Fumetti si intendeva la raccolta di Tex o Dylan Dog e li si trovava tra i libri per bambini.
Ho notato che i prezzi , rispetto al mercato estero, in Italia sono sempre un po’ più alti.
Mah guarda dipende a cosa ti riferisci, ad esempio ‘Asterios Polyp’ di David Mazzucchelli costa sì 29 euro ma ha una “confezione” (copertina rigida con incisioni NDI) bellissima e anche particolare. Per ‘Le Ragazze Nello Studio Di Munari’ , che costa 19 euro, è stata una lotta insieme con l’editore. Ho voluto che all’interno ci fossero diverse cose di cartotecnica ad esempio senza la ‘pecora pelosa floccata’(una pecora con la lana in rilievo come quelle dei libri tattili per bambini NDI) sarebbe costato un terzo in meno.
Leggi molti fumetti? (ok domanda retorica… )
Sono onnivoro! (ridiamo NDI) Stamattina ho resistito a prendere ‘mitico’ del Corriere della Sera (la storia dell’antica Grecia a fumetti NDI) che so già che non sarà niente di buono ma comunque volevo leggerlo per sapere di cosa si trattava. Quello che non riesco più a leggere tanto sono i fumetti Bonelli. Non ci riesco più non mi piace il formato.
E ‘Rat-Man’?
Letto tantissimo! Comprato ristampe e seguito la serie regolare, poi passa. Ho smesso anche di leggere ‘Naruto’ (uno dei manga più famosi NDI) non riuscivo più a seguirlo, dovevo leggerlo con la pagina di wikipedia aperta davanti al computer (ridiamo NDI). Delle ultime cose uscite mi è piaciuto moltissimo ‘Polina’ di Bastian Vives (autore di ‘Il Gusto Del Cloro’ e di ‘Nei Miei Occhi’ NDI) poi la ristampa di ‘Hicksville’. Tutti dovrebbero leggere ‘Hicksville’! Ah un bellissimo libro, ma non a fumetti, è ‘Dirty Armada’, con tutti i loghi dei gruppi metal italiani, te lo faccio vedere! (va a prendere un libro con i loghi dei gruppi divisi per regione! NDI). È veramente da malati, son soldi veramente buttati ma non potevo non averlo (ridiamo NDI).
Parlami degli Altro, cosa state facendo?
Adesso finiamo un nuovo EP, manca la mia parte vocale poi è terminato. È la terza parte delle nostre “stagioni”: Primavera e uscirà in piena estate.
Conosci Letizia aka Maria Antonietta anche lei di Pesaro?
Certo, il disco mi è piaciuto molto, so che non tutti l’hanno apprezzato, che se vuoi è la cosa migliore quando suoni: si crea discussione e si parla di te, cosa che non succede quando sei un gruppo ‘grigino’. A essere ‘carini’ si rischia. Penso che il suo disco sia un disco molto buono anche perché è stato registrato da Brunori. L’ha fatto diventare qualcosa di più di un semplice disco punk. Sembrano canzoni uscite dal primo disco di PJ Harvey, prendi ‘Saliva’ sul finire ci ha messo quel flauto traverso che ha reso tutto molto dolce, sembra un arrangiamento di Nicola Piovani (canticchia ‘Saliva’ NDI). Prendi ad esempio ‘Motel’, è palese, è Pj Harvey!
Parlami della collaborazione con Federico Fiumani.
Una volta mi chiamano per fare un concerto disegnato assieme a Federico Fiumani e ci siamo divertiti molto. Domenica scorsa abbiamo rifatto la stessa esperienza qui a Milano e sono venute fuori delle bellissime idee disegnate. Lui suona e io disegno, è molto divertente e lui è uno dei miei miti. Federico l’ho conosciuto per il tributo ai diaframma. Un giorno mi squilla il cellulare e mi sento dire: ciao sono Federico Fiumani volevo chiederti se fate una cover dei Diaframma per un disco tributo. Ero incredulo. Credevo fosse uno scherzo telefonico.
Tornando al prossimo disco degli Altro, sarà un proseguimento degli ultimi lavori o avete introdotto qualcosa di nuovo?
Sì sarà sempre sullo stesso stile, saranno 5 canzoni in un 7’. Tutto finirà con inverno. Invece di fare un disco in una volta sola , lo abbiamo fatto in 3 volte, man mano che le canzoni venivano create. Il problema è che trovare una settimana libera buona per tutti e tre è ormai impossibile quindi non saremmo riusciti a farlo in una sola volta. Ora che si è creata l’opportunità di registrare da Paolo Rossi, che è diventato il punto focale di tutta la scena di Pesaro (Be Forest, Maria Antonietta, Brothers In Law, Montezuma, ma anche Cosmetic), è arrivato il momento giusto.
Pesaro è molto viva , ci sono tanti gruppi che escono dalla provincia, come mai?
Ci sono sempre stati gruppi nella provincia molto attivi. Forse perché non sono mancate mai generazioni di mezzo, cioè, un po’ come avere il fratello più grande che ti dà i dischi giusti al momento giusto, te ne appassioni e da lì riparte tutto. Ad esempio i nostri fratelli maggiori sono stati gli Eversor (poi The Miles apart) o dai gruppi punk tipo i Tomato Rotten o Pulmanx o altre formazioni minuscole che però hanno acceso la scintilla e soprattutto sono riusciti a durare nel tempo. Tutto questo ha creato un continuo riflusso, non gastroesofageo, ma come quello del mare. Quel reflusso che continua a portare a riva le conchiglie, tu puoi anche toglierle tutte dalla spiaggia ma la mattina dopo ne trovi altre. E ancora altre.