Greta Caserta: la delicatezza… “Oltre”

È un esordio che giunge ad un’età matura. Dunque sia chiaro che da subito si deve far conto con una consapevolezza ben delineata su quelli che sono gli intenti e i modi… modi che peraltro si giocano importanti carte di sintesi, soprattutto dentro gli arrangiamenti. Quando ci sono le canzoni e ancor prima le intenzioni ben formate, non servono troppi orpelli alla scena. E fa questo Greta Casera in questo suo primo lavoro personale dal titolo “Oltre”. Canzoni semplici, trasparenti, di liriche italiane e inglesi, di tinte di pianoforte e pochissimo altro. C’è la sensibilità di chi sa come raccontarci la vita… forse mi sarei giocato carte migliori (o comunque di pari livello) nella produzione del video ufficiale che troviamo in rete.

Perché la scelta di un suono e di un arrangiamento così sintetico, così di sintesi?
Per avere un sound intimo ed essenziale, una sonorità che fosse vicina al mio sentire. Che poi 5 strumenti non sono pochi.

Ha senso dunque dire che cercavi più il silenzio che il “rumore”? Ho come l’impressione che questo disco vive tra le intercapedini del suono…
Cercavo la musica. E la musica esiste anche nelle pause tra una nota e l’altra, nei silenzi…

Come le vene di una foglia… siamo vita che scorre seguendo linee che da un centro poi prendono direzione imprevedibili?
Mi piace questa interpretazione! Ed è anche realistica, perchè ognuno di noi sceglie una strada, intraprende un percorso, ma la vita poi ci sorprende sempre e cambia le carte in tavola

“La tua voce ti chiedeva una tregua”… e poi l’attesa come guarigione. È un messaggio importante. Che vita c’è dietro questa canzone?
Questa canzone racconta un periodo in cui ho avuto problemi alle corde vocali. Ho dovuto fermarmi, annullare molti lavori e accettare l’idea che la mia voce potesse non tornare più quella di prima. Per più di un anno ho vissuto in un limbo: non sapevo quanto tempo avrei dovuto aspettare per vedere dei risultati. Dovevo solo restare in silenzio. Per fortuna, poi, la voce è tornata.

Che rapporto hai con la dimensione della fanciullezza?
La mia infanzia è stata un periodo molto felice e spensierato. Durante la crescita, ho cercato di mantenere vivo l’entusiasmo di quando ero bambina e – anche oggi che sono una donna – cerco di difenderlo ogni volta che posso.

E che donna sei diventata ora che hai scritto finalmente questo disco?
Una donna più felice! Scherzi a parte, è una soddisfazione. Un progetto che avevo in mente da tempo e che sono riuscita a realizzare nel migliore dei modi.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *