Pipers @ Folk Enotecheria, Milano

Si dice spesso che se una canzone è davvero buona, renderà al meglio anche solo voce e chitarra acustica. Personalmente, non sono sempre d’accordo con questo assunto, però è vero che quando una canzone suona bene anche in questa veste così essenziale, la soddisfazione per chi ascolta è particolarmente alta. Era quindi interessante l’appuntamento milanese con Stefano De Stefano, leader dei Pipers, che ha intrattenuto le persone che si sono recate alla Folk Enotecheria con un’ora di, appunto, voce e chitarra acustica, con qualche intervento dell’armonica ogni tanto.

Seguo i Pipers fin dai loro inizi, precisamente da quando aprirono per i Charlatans ai Magazzini Generali nel febbraio del 2008. Ho apprezzato dapprima la capacità di porsi come un progetto musicale senza troppe pretese ma capace di ispirarsi al lato più malinconico del britpop senza copiare nessuno, e poi l’innalzamento della qualità compositiva e del livello di raffinamento del suono. Buona qualità melodica e genuinità sono sempre andate di pari passo nel percorso della band, e nel momento in cui De Stefano ha messo a nudo le proprie canzoni, queste due componenti sono emerse più evidenti che mai.

L’artista campano è anche stato bravo, da musicista navigato qual è, ad alternare momenti di pura delicatezza sonora ed episodi di maggior robustezza. Nei primi casi, ci si è basati su arpeggi morbidi e rotondi e un timbro vocale lieve, mentre nei secondi la chitarra è stata suonata con un po’ più di vigore, la voce si è mossa di conseguenza e l’armonica arricchiva il tutto.

C’è stata anche una buona capacità di rapportarsi con il pubblico, già comunque ben disposto di suo. Poteva esserci il timore che, di martedì sera e con la pioggia, nel locale ci fossero solo avventori capitati lì solo per bere e chiacchierare, invece la maggior parte dei posti a sedere era occupata da persone venute apposta per il live. Stefano ha creato un simpatico giochino, ovvero ha distribuito un foglio con decine di titoli delle sue canzoni e la gente era invitata a fare richieste, prendendo però solo dalla lista. Si è quindi creato un clima simpatico e informale, e i fan non si sono accontentati del lungo elenco e hanno chiesto brani che non vi erano inclusi.

Una gran bella serata, in definitiva, anche grazie alle caratteristiche del locale stesso: un ambiente raccolto, un buon gusto nell’arredamento e nelle luci mantenendo comunque una carattere ruspante, e una selezione vinicola di buon livello. Mi sento di parlare a nome di tutti dicendo che siamo stati contenti di esserci stato, e sicuramente anche Stefano è stato molto soddisfatto del riscontro ottenuto. Dovrà rifarlo più spesso.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *