Calibro 35 @ Alcatraz, Milano
Tocca a Marco Giudici(Any Other/halfalib), aprire il concerto dei Calibro 35 in un Alcatraz con il palco disposto sul lato lungo e discretamente pieno (un’ora dopo lo sarà quasi completamente). Introdotto brevemente da Enrico Gabrielli, Marco fa ascoltare le nuove composizioni in italiano accompagnato dal solo piano. Non molto lontani dallo stile che ci ha fatto amare Malomocco i pezzi che sembrano abbozzi che fanno sperare in un degno successore del suo primo lavoro targato halfalib. Purtroppo l’attenzione del pubblico dopo i primi minuti calae gli ultimi due brani hanno come sottofondo il chiacchericcio del pubblico, si sa che le novità per attecchire hanno bisogno di tempo.
I Calibro 35, dopo una manciata di minuti, si presentano con una formazione allargata rispetto a quella base a sei. Per alcune date(Milano e Roma finora) infatti si aggiungono quattro elementi: tromba, trombone, violino e violoncello, cosa che ovviamente alzerà la potenza del suono e la possibilità di spaziare nel loro reportorio .
L’iniziale Psycheground ha un impatto impressionante, il suono è già perfettamente calibrato (al mixer un certo Tommaso Colliva) e anche la seguente Superstudio spazza l’aria tra suoni sincopati e tesi senza che si possa sprecare una sola nota. Si vede i dieci sono concentrati al massimo: Enrico Gabrielli( Mariposa, PJ Harvey, Der Maurer) dirige gli archi che suonano ‘pendendo’ dai suoi sguardi mentre alza gli occhi dalle tastiere per dare gli attacchi. L’ottimo Decade, ultimo lavoro del gruppo, viene eseguito nella sua totalità lasciando l’ultimo brano(Travelers) per il finale, in mezzo succede più o meno di tutto. Luca Cavina e Fabio Rondanini dirigono Faster Faster! prova di tecnica e precisione forse senza paragoni nella produzione passata dal gruppo. I diversi cambi di ritmo e gli scatti improvvisi si alternano unendo jazz contemporaneo e il gusto vintage(!) dei suoni.
Quando non tocca ai brani di Decade essere protagonisti i quattro (più due più quattro) si trovano a spaziare nel materiale precedente: Ungwana, S.P.A.C.E., Giulia mon Amour(Max Martellotta qui sale in cattedra), Piombo in bocca o la più quieta A Future We Never Lived dove i Calibro sembrano più a loro agio rispetto ai brani nuovi creando un muro del suono assurdamente preciso e fluido.
C’è tempo anche per un paio di brani non loro Macchine nello spazio di Lesiman e la finale La morte accarezza di Gianni Ferrio che preceduta dalla evocativa Travelers conclude i cento minuti di musica eseguiti con passione e precisione. Non è possibile non citare l’eccezionale Sebastiano De Gennaro alle percussioni e oggettistica varia, ideale complemento del gruppo con i suoi inserti rumoristici infarcisce il suono con mille particolari che supportano e talvolta caratterizzano il suono della band.
I Calibro 35 confermano il proprio spessore live in modo inequivocabile, un prodotto che sarebbe da esportare senza timore di impietosi confronti con nessuno.
Ascolta Modo live @Alcatraz Milano:
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