Baseball Gregg @ Mikasa, Bologna
E’ mercoledì sera e interrompiamo volentieri la settimana lavorativa con un concerto in quel di Bologna: stasera siamo al Mikasa, club AICS situato a pochi passi dal cavalcaferrovia di via Stalingrado, che ospiterà il concerto dei Baseball Gregg.
Come qualcuno di voi già saprà, la band di Sam Regan e Luca Lovisetto, nata durante gli anni dell’università proprio nella città felsinea, ha due diverse formazioni, visto che il musicista statunitense è ritornato ad abitare in California e, una volta all’anno, viene in Italia per suonare e scrivere nuova musica insieme al suo amico originario di Sasso Marconi: il gruppo, però, continua regolarmente la sua attività da entrambe le parti dell’Oceano, con ulteriori componenti, che vanno a completare la line-up dal vivo (qui a Bologna si aggiungono un bassista, Sergio Mariotti, e un batterista, Francesco Bonora).
I Baseball Gregg sono qui a presentare il loro secondo LP, Sleep, uscito lo scorso agosto via La Barberia Records e Z Tapes.
La serata è di quelle belle perché l’atmosfera è rilassata e amichevole e i presenti sono tutti interessati alla performance della band bolognese-californiana: si parte, quando sono passate da pochi attimi le dieci e quaranta, con un pezzo molto vecchio, Ice Cold & Moldy, il brano che apriva il loro omonimo primo EP, uscito nel 2014. Il ritmo si fa parecchio serrato, grazie alla batteria decisa di Bonora, mentre i colori e la melodia riescono a sconfiggere il leggero velo di malinconia che la voce di Lovisetto riesce a creare.
Decisamente cupa la nuova Subtropical Solitude che sembra quasi voler disegnare un paesaggio marittimo invernale desolato e triste: molto interessante il drumming sottile e preciso di Francesco, che ci riporta alla mente i Daughter.
Più vivace, ma sempre malinconica la vecchia Syrup, dove Lovisetto alterna, come capiterà spesso nel corso della serata, le sue tonalità vocali, facendo anche uso del falsetto.
Sempre aprezzabile Regatta, estratta dal loro debutto sulla lunga distanza Vacation, un gradevole surf-pop dalle tinte chiaro-scure, mentre Restless, dai vocals più passionali e intensi, ci regala una melodia molto gradevole e un inaspettato momento adrenalinico nel finale.
La dolcezza di Yo Tengo, unico pezzo dei Baseball Gregg cantato in spagnolo, dietro alla sua malinconia e alla sua dolcezza, ci fa trovare una sezione ritmica veloce e intensa.
La conclusione del concerto ci porta una buona dose di energia: in On A Bus un drumming intenso accompagna la sempre deliziosa sei corde di Luca, creando una melodia molto piacevole, mentre Mathdance è rumoroso e adrenalinico e porta i presenti a muovere le gambe.
I Baseball Gregg, in questo gradevolissimo homecoming gig, ci hanno deliziato con brani presi da tutti e quattro i loro lavori – due album e due EP – ricordandoci come, dietro alla loro malinconia, si nasconda sempre una dolce melodia indie-pop che sa portarci ancora una volta un sorriso: lasciarci trasportare dalla loro gentilezza sonora verso mondi sognanti è sempre un vero piacere.